Dalla Ciclovia dei Trabocchi al Parco Nazionale della Maiella, l’Abruzzo d’autunno e in bici
Ci sono persone che amano viaggiare d’estate e persone che amano viaggiare fuori dalla stagione turistica. E ci sono mete che particolarmente si adattano ai viaggi fuori stagione, offrendo bellezze naturali e atmosfere tradizionali, intime e umane, che raramente si troverebbero nel caos di luglio e agosto. Una di queste è sicuramente la Regione Abruzzo, che con la Ciclovia dei Trabocchi lungo la sua costa e i suoi tre parchi nazionali offre numerosi spunti per una vacanza attiva e avventurosa in tutti i mesi dell’anno.
Ho voluto visitare questa regione in autunno come spesso faccio, attraversandola con la mia bicicletta, partendo dal confine molisano, quindi a sud, risalendo la costa per poi inoltrarmi verso l’entroterra ed esplorare da varie angolazioni il Parco Nazionale della Maiella prima e la zona di Sulmona poi. Lungo la costa, il clima è ancora mite e mentre c’è il sole si può ancora fare qualche bagno, mentre salendo in montagna le grandi foreste iniziano a colorarsi del rosso e del giallo propri dell’autunno, catapultando i turisti in un ambiente selvaggio e inesplorato.
Termoli – Torino di Sangro (50 km tutti pianeggianti ➡️traccia)
La prima tappa del mio tour l’ho voluta dedicare quindi alla parte marittima. Sono risalita dal Molise fino alla bellissima cittadina di Vasto, dove ho iniziato a percorrere la ciclovia “verde”. Una lunghissima pista ciclabile di colore verde che mette in collegamento le varie località marittime dell’Abruzzo regalando magnifici scorci sui trabocchi, le strutture in legno – inizialmente usate come casoni da pesca, ma ora adibiti anche a ristoranti e prendisole – che spesso si incrociano lungo la costa.
Dopo aver oltrepassato la torre di Vasto, ovvero un altissimo e bianchissimo faro, ho risalito la costa attraversando numerose riserve naturali. Viaggiando con una gravel, ho potuto esplorare numerosi sentieri immersi nel verde e ammirarne la biodiversità. Degne di menzione sono sicuramente il percorso natura Punta Aderci e la riserva Naturale Regionale Lecceta di Torino di Sangro: aree ricche di alberi, piante, fiori, prima affacciate sul mare e che poi si sviluppano verso l’entroterra.
Ho scelto di alloggiare in questa zona, lontana dal caos: ricordatevi di scegliere un hotel che abbia il ristorante perché da metà settembre inizia a chiudere tutto.
Torino di Sangro – Fara San Martino (60 km – 1200 metri di dislivello ➡️traccia)
Il secondo giorno ho deciso di salire verso il parco della Maiella. Inizialmente ho attraversato delle morbide colline, che attraverso una strada saliscendi mozzafiato mi hanno condotto nella splendida cittadina di Altino, che, come dice il nome, è arroccata su di un colle, e poi nel borgo medievale di Roccascalegna, dove sorge un magnifico castello contornato da gradonate di pietra.
Paesini ricchi di storia e di leggende, dove un tempo, si dice, abitassero streghe e botanici (la biodiversità è incredibile e non c’è da stupirsi nel trovare piante rarissime). Il panorama è davvero spettacolare: pochissime abitazioni, tantissimi uliveti, salite e discese che si perdono in mezzo a una vegetazione incontaminata. Seppur pochi, ogni paesino è molto vivo e pieno di persone del posto che si siedono nei bar a chiacchierare tra loro, giocando a carte o bevendosi un caffè. La classica atmosfera italiana di altri tempi.
Continuando a pedalare, dopo una lunga discesa che alla fine si è trasformata in salita, ho raggiunto Casoli e il lago Sant’Angelo. Le sue acque sono cristalline e le sue sponde completamente disabitate: un panorama unico e raro, che fa tornare indietro nel tempo.
Il Parco Nazionale della Maiella
Da qui, poi, percorrendo una salita abbastanza tosta di circa 5 km, ho raggiunto lo splendido paesino di Fara San Martino, che sorge proprio ai piedi del Parco Nazionale della Maiella.
Non solo è una piccola perla incastonata tra montagne altissime, tutta in pietra, con strette stradine che si inerpicano in più terrazzamenti, ma qui si possono visitare due luoghi assai speciali. Il primo sono le Gole di San Martino: un vero e proprio canyon, con sentieri che vi faranno esplorare l’interno della montagna e delle sue rocce. Un dedalo di percorsi dentro al massiccio della Maiella che conduce alla suggestiva Abbazia di San Martino in Valle.
Il secondo? Le sorgenti del fiume Verde: acqua cristallina che sgorga dalla roccia per diventare poi uno dei fiumi principali dell’Abruzzo. Il piccolo paese sembra un vero e proprio presepe, con abitanti simpatici e generosi, che vi accoglieranno stupiti da tanta attenzione. Fino a qualche anno fa, infatti, l’unica attività del paese era quella industriale, essendo la sede della pasta De Cecco.
Fara San Martino – Rocca Pia (54 km – 1400 metri di dislivello ➡️traccia)
Una tappa davvero interessante quella che ho compiuto per “circumnavigare” il massiccio della Majella. Il primo paesino incontrato lungo una strada in semi pianura è stato Lama dei Peligni. Abitato sin dalla preistoria (di cui conserva ancora numerose pitture rupestri), ospita numerosi eremi e la bellissima chiesa parrocchiale di Gesù Bambino, oltre a una terrazza panoramica che dà sulla vallata.
Proseguendo lungo la strada statale, chiusa ai camion e quindi molto sicura per i ciclisti, si incrociano anche numerose grotte visitabili – la più grande, ma aperta solo nei weekend, è quella del Cavallone -.
Si raggiunge poi la suggestiva cittadina di Palena, nel cuore dell’area faunistica dell’orso bruno: devo ammettere di aver avuto un po’ di paura di incrociare uno di questi animali lungo la strada, ma sono in realtà animali molto controllati e mansueti.
In mezzo ai boschi e alle montagne
Da qui, una lunga salita in mezzo al bosco (circa 10 km) conduce in uno dei luoghi più spettacolari che abbia mai visto: il Valico della Forchetta e la Riserva Naturale Orientata Quarto Santa Chiara. Dopo aver scavallato i 1276 metri del valico, infatti, si aprirà davanti a voi un enorme altipiano ricco di colori e di animali al pascolo che, con una lunga e godibile discesa, vi condurrà fino al meraviglioso paesino di Pescocostanzo. Si tratta di un borgo medievale completamente riqualificato, entrato a far parte della rete borghi più belli d’Italia, con un centro lastricato e una propria stazione sciistica per l’inverno. A due passi, anche la cittadina di Rivisondoli, che si anima di turisti d’inverno per le sue piste, e la più famosa Roccaraso.
Superate le stazioni sciistiche, che in autunno lasciano spazio a meravigliosi prati, si raggiunge l’Altopiano delle Cinquemiglia. Questa è una lunga strada che vi farà immaginare di essere in Arizona, tra montagne, pianure infinite e tantissimo vento.
A un certo punto inizia una serie di gallerie che si può evitare percorrendo la vecchia strada napoleonica e raggiungendo così il borgo di Rocca Pia. Il piccolo paese di pietra sorge su più livelli ed è completamente immerso nel verde. Si dice che di notte, d’estate, gli orsetti e i cervi vengano a fare visita agli abitanti alla ricerca di cibo.
Rocca Pia – Popoli (38 km, 800 metri di dislivello ➡️traccia )
La strada parte nel migliore dei modi: completamente in discesa. Copritevi bene, perché è così per almeno 15 km. Il primo paese, davvero suggestivo, che si incontra è Pettorano Sul Gizio. Un borgo che è un incanto non solo perché in pietra e terrazzato per ammirare il panorama, ma anche perché incastonato nel cuore della Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio, e quindi ricco di sentieri, torrenti, fiumi e animali selvatici. Visitarlo fuori stagione, è ancora più divertente, si incontrano infatti solo gli abitanti locali, anziani signori innamorati della propria terra che vi racconteranno mille aneddoti.
Proseguendo la discesa, poi, si imbocca una meravigliosa ciclabile e si raggiunge il centro di Sulmona. La città è ancora (e fortunatamente) poco conosciuta dal turismo di massa ma assai incantevole, famosa per aver dato i natali al poeta Ovidio e per la sua lunga tradizione artigianale di produzione di confetti. Il centro storico è davvero un gioiello, tra chiese, ponti romani, vie lastricate e ristorantini assai ricercati. Degni di menzione sono la Cantina di Biffi e il ristorante Buonvento.
Da qui riprende la salita. Si raggiunge prima Pratola Peligna, un bellissimo borgo di origine romana a più piani con piazze panoramiche, e poi Popoli, con le Riserva Naturale Sorgenti del Pescara e le sue chiese arroccate. Da qui, in base al meteo, potete scegliere: o continuare a salire e raggiungere il Gran Sasso e le sue bellezze (ma data l’altitudine, vi sconsiglio di farlo in autunno e inverno perché c’è davvero molto freddo, soprattutto in discesa), oppure prendere un treno e raggiungere, in un’ora, il centro di Pescara.
Sono anch’io un ciclo-viaggiatore e conosco molto bene l’Abruzzo.
Concordo, è una regione davvero splendida e in gran parte sconosciuta.
Tra i tantissimi luoghi meritevoli di un viaggio, consiglio la zona di Campo Imperatore, un vastissimo altopiano che regala scorci, atmosfere e sensazioni indimenticabili.
Stupende anche le gole del Sagittario, lungo la strada del Passo Godi, tra Anversa degli Abruzzi e Scanno, e, verso la costa, i colli intorno ad Atri, cittadina deliziosa e panoramicissima contorniata da spettacolari calanchi.
Altra chicca, tutta la bellissima costa abruzzese, da Martinsicuro a San Salvo, eccetto qualche breve interruzione, è percorsa dalla Ciclovia Adriatica.
interessante …belle foto…