#salvaiciclisti, una lezione per politici e farmacisti

#salvaiciclisti, una lezione per politici e farmacisti

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La manifestazione #salvaiciclisti di ieri non è stata un successo, è stata tanti successi.
Il primo successo, è ovvio, è legato alle 50mila persone che sono venute ai Fori Imperiali a esprimere la voglia di città diverse, dove le strade siano agorà, spazi per muoversi, incontrarsi e parlare e non terreno di scontro quotidiano.

Il secondo successo è rappresentato dall’impegno volontario dei tantissimi che hanno lavorato insieme per la riuscita dell’iniziativa: spesso perfetti sconosciuti tra loro che da subito però si sono sentiti fratelli. Ci vogliamo bene e vogliamo bene all’Italia e per questo ci diamo da fare per cambiare strada.
Questo affetto è stata la premessa di un altro straordinario successo. Non è stata una manifestazione contro. La piazza non l’hanno riempita i NO, come spesso e, talvolta legittimamente, avviene. Anzi per una volta la piazza, così colma di pedoni e ciclisti, è stata la perfetta rappresentazione della richiesta: la città che vogliamo è questa, quella che avete visto ieri pomeriggio. E’ stato forse superfluo anche aggiungere parole e slogan.

Ma il successo più grande di tutti, secondo me, è la lezione di civiltà data a questo Paese, alla politica, alle lobby dei farmacisti, dei tassisti, dei notai e a tutti quelli che sono mossi solo da interessi peculiari, egoistici, di bottega. In questo Paese, lo sapevamo già ma #salvaiciclisti ha fatto bene a ricordarlo, si può mettere il proprio impegno a disposizione non di una categoria, ma dell’interesse generale, collettivo. Ieri non sono state poste le basi per la difesa dei ciclisti, ma per città più sane, più sicure, più attente alla qualità della mobilità e alla qualità della vita. Di tutti quelli che, insomma, le città le abitano e le vivono.

Non voglio essere troppo retorica, ma non riesco a non dirlo: se solo un po’ del sentimento che anima #salvaiciclisti, contagiasse la politica, l’economia, l’amministrazione pubblica, questo Paese sarebbe davvero un posto migliore.

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