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Napoli – Cosenza | 475 km – 4 giorni | 21/24 agosto 2011
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Informazioni utili
La strada litoranea che collega Napoli e Torre del Greco è tutta di “sanpietrini”, un vero stress per la bici.
Dormire gratis a Positano: grazie al gentile custode dello stabilimento principale sembra sia possibile. “State pure sui lettini“.
Bar del Sole a Praiano. Vale la pena anche solo per un cappuccino così.
Il tratto da Pontecagnano a Paestum è quasi interamente ciclabile.
Pensione Vittoria da Lina, a Lauria (Potenza). Un posto di Una Volta: ambiente rustico, familiare, ormai in estinzione. Pernottamento in camera singola e cena (pasta con pomodoro fresco e contorno) a 25 euro. Merita una sosta.
Diario di viaggio
Grande viaggio. A spasso in bici per l’Italia (Campania, Basilicata, Calabria) troppo spesso snobbata e ora davvero riscoperta. Quasi 500 chilometri tra costiere mozzafiato, parchi naturali, montagne e paesini dimenticati e indimenticabili.
Il tutto in sella alla bici pieghevole, stupefacente per la sua tenuta e agilità in salita. Inoltre nessuna foratura, ma è difficile attribuirne il merito a dei normalissimi copertoni da città; evidentemente anche la fortuna aiuta.
Uniche pecche: in pianura, in cui superare i 20 km/h diventa un’utopia, oltre quelli si pedala praticamente a vuoto, e il sellino di serie scomodissimo, assolutamente da cambiare per il prossimo viaggio.
1° tappa: Napoli – Positano, 75 km
Da Napoli si scende lungo la litoranea fino a Torre Annunziata, saltellando sul sellino per effetto della strada dissestata e ammirando il Vesuvio sulla sinistra. Breve pausa a Castellammare, colorata per l’occasione (non si sa bene quale) di gialla e di blu!
Ma la protagonista della tappa è la Costiera Amalfitana, da Sorrento, passando per Sant’Agata dei Due Golfi (quello di Napoli e di Salerno) fino a Positano.
Notte in spiaggia in compagnia di quattro ciclisti siciliani giunti qui da Palermo.
2° tappa: Positano – Agnone, 120 km
Ottima colazione suggerita dal turista Frank al Bar del Sole di Praiano, il sole sorride anche sulla schiuma del Cappuccino!
Dunque Amalfi, bella quanto affollata e insostenibile (economicamente parlando), come un po’ tutta la Costiera. Da vedere anche Vietri sul Mare, famosa per le sue ceramiche. Dopo Salerno una pista ciclabile raggiunge quasi il sito archeologico di Paestum. La strada piatta e monotona è ancora peggiore sotto il sole del primo pomeriggio.
Da Agropoli si entra nel Parco Nazionale del Cilento e le salite non si fanno attendere: un primo assaggio se ne ha fino a Castellabate. Divertente incontro con un cicloturista-avvocato-avventuriero in bici da un mese senza nemmeno una mappa, gli basta un foglio di carta con qualche segnaccio a penna!
Notte nel sacco a pelo sulla spiaggia ad Agnone.
3° tappa: Agnone – Lauria, 130 km
La tappa più tosta, salite con strappi al 12%, le peggiori fino ad Ascea e Pisciotta. Per un tratto bisogna spingere a braccia perché la strada è anche dissestata (“è così da quarant’anni“, dice un abitante). La pieghevole va che è una meraviglia, in salita si guida benone e dopo un po’ di abitudine si sale sui pedali anche con discreta agilità.
Nel pomeriggio un incendio blocca la strada che sarà riaperta solo dopo qualche ora. Per difendersi dai fumi ancora bassi si pedala con la maglia bagnata a copertura di bocca e naso. Dunque lunga discesa fino a Sapri e poi ancora salita, questa volta per l’interno.
Mare e spiagge da qui in poi saranno solo ricordi lontani.
Notte a Lauria dalla pensione della signora Lina, cena calda e casereccia.
4° tappa: Lauria – Cosenza, 150 km
Sveglia anticipata di un’ora per affrontare il Parco del Pollino prima delle ore calde. E in effetti sulla discesa da Mormanno (900 m) a circa 40 km/h si sente un bel freschetto.
A mezzogiorno arrivo a Castrovillari e missione compiuta. Ora la strada fino a Cosenza è quasi tutta piatta. Nonostante ciò, la fatica accumulata e un caldo più insostenibile del solito fanno precedere a passo di lumaca, con soste obbligate ogni quarto d’ora. Alla fine della giornata sono andati via circa 10 litri d’acqua (è la prima volta che li conto).
A Cosenza dove sembrano esserci solo hotel a quattro stelle non c’è altra soluzione che il sacco a pelo sulla cara e vecchia panchina, nel parcheggio di un centro commerciale sorvegliato da una bella schiera di telecamere, giusto per stare un po’ più tranquilli…
Il giallo e blu di Castellammare è dovuto a motivi calcistici (sede Juve Stabia)
Ciao Daniele, grazie! E’ un viaggio a cui sono molto affezionato e mi fa piacere che venga letto.
Vai tranquillo che la pieghevole va bene, anche se nettamente più lenta.
Ma visto il titolo del tuo blog…direi che non sarà un problema :)
Bellissimo viaggio e descrizione!
Sono felice del fatto che tu l’abbia fatto con la pieghevole, è la stessa che ho io e mi da buone speranze per il viaggio che voglio affrontare a settembre (lago di costanza).
Complimenti!