si sta come d’autunno
sugli alberi le foglie
Si può reagire in molti modi davanti alle immagini qua sotto. Con un minuto di silenzio, una candela, una lacrima, un fiore, una bicicletta bianca, una preghiera, una lettera aperta, una veglia di solidarietà, un appello, un mai più. Io non sto zitta, non depongo fiori, non prego. Mi viene, banalmente, solo un pensiero, sempre lo stesso. Penso a me che vado in bicicletta e a tutti quelli che conosco che fanno altrettanto. Tra di loro non ci sono eroi, è gente normale (magari è speciale per me), ci sono professoresse e studenti, giornalai e giornalisti, tecnici informatici e meccanici di ciclofficine, fotografi e pasticciere, impiegati e funzionari. Non si può mai dire, ma con ogni probabilità, per tantissimi di noi – per via del mestiere che facciamo, per via delle attività che svolgiamo – la cosa più pericolosa della vita, di tutta la vita, sarà pedalare in bicicletta verso casa, verso il lavoro, la scuola o un appuntamento.
Si può morire, si muore, perché si cammina per strada, in bici, a piedi. Uccisi da altre persone che fanno la stessa cosa, camminano per strada, ma con un mezzo molto più pesante e molto più veloce del tuo. Questa non è una cosa folle, è una cosa stupida. E viviamo in una Paese talmente instupidito da essere convinto che non si può cambiare nulla, dalla velocità dei veicoli, alla sosta selvaggia, dall’abuso dell’auto alle regole della convivenza civile. Un Paese instupidito che affida il Governo (delle città, delle Regioni, del Paese) ad altri stupidi che fingono di essere intelligenti e di voler cambiare tutto e invece stanno attenti a cambiare solo quello che conviene a pochi, mai quello che conviene a tutti.
#263 sono i ciclisti uccisi in un anno. A ricordarli ci sono le ghost bikes, le bici bianche messe come fossero croci nel punto dove è stato travolto chi stava pedalando. Ma davanti a questi #263 si può stare zitti, anche solo per un minuto? Anche questo movimento che è nato ora in rete prefersice farsi sentire, piuttosto che stare zitto. Non si può sapere se # salvaiciclisti porterà da qualche parte. Ma è molto meglio di un minuto di silenzio. E le nostre discussioni per la sicurezza dei ciclisti, le nostre proposte, le nostre idee le dedico a quelli che non ci sono più e, soprattutto, a quelli che ci sono ancora.
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