Una Questione di Metodo

Abbiamo indetto una bicifestazione per il 28 Aprile a Roma in contemporanea con Londra. Vogliamo dimostrare che #salvaiciclisti non è un fenomeno digitale, ma un movimento fatto di persone in carne ed ossa che non vogliono diventare il prossimo nome nascosto tra le righe di un minuscolo articoletto nella cronaca di un giornale locale.

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Nonostante in molti spingessero per organizzare quella che in gergo ciclistico si chiama Critical Mass (un gigantesco serpentone di biciclette che occupano le strade della città generando traffico), alla fine abbiamo deciso di seguire il protocollo e abbiamo comunicato alla questura di Roma la nostra volontà di riunirci a mangiare un panino tutti insieme ai Fori Imperiali, esattamente come prevede l’art. 17 della Costituzione, che recita:

I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.

La storia è nota: la prima volta i nostri sono stati rimbalzati dalla questura dicendo che non era possibile fare manifestazioni a bordo di veicoli in quanto espressamente vietato dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza.

Due giorni fa alcuni di noi sono tornati all’attacco accompagnati da un legale e all’improvviso il divieto di indire manifestazioni a bordo di veicoli sembrava sparito, ma i questurini questa volta li hanno rimbalzati dicendo che serviva un preventivo assenso del comune.
Nonostante le pretese della questura siano al di fuori di qualunque legalità, i nostri sono andati in Comune e hanno depositato la richiesta protocollata col numero RA/17577.

Ora, #salvaiciclisti è un movimento che può contare sul supporto di decine di migliaia di persone, tra loro ci sono anche deputati e senatori, giudici, sindaci, presidenti di provincia: gente influente insomma che con una telefonata potrebbe sicuramente sbloccare la situazione.

Quello che non capisco è perché mai dovremmo chiedere l’intercessione di un potente affinché ci venga riconosciuto un diritto sancito dalla Costituzione.
L’Italia negli ultimi decenni ci ha abituato al peggio. La nostra storia recente ci ha fatto capire che senza la spintarella non arrivi da nessuna parte, che se non conosci nessuno non ce la farai mai, che se non chiedi favori nessuno sarà mai disposto a riconoscerti quanto ti spetta e che per quanto tu sia sporco e invischiato, se conosci le persone giuste non ti devi preoccupare perché tanto ne uscirai a testa alta.

#salvaiciclisti è una battaglia di civiltà e questa Italia è l’antitesi della civiltà.
Se vogliamo che le regole vengano rispettate, dobbiamo essere i primi a rispettarle.
Noi abbiamo rispettato il protocollo.
Preghiamo le forze dell’ordine di prendere atto perché a Roma il 28 Aprile saremo tantissimi.

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