Ciao Savino, ciao leggenda
La scorsa settimana se n’è andato Savino Pastore, “il cicloturista dei santuari” come lo chiamavano.
Tra tutti i ricordi dei suoi conoscenti ne ho trovato uno, di Alessio di BikeRide.it, il più toccante.
Lo vorrei condividere con voi.
Sono profondamente dispiaciuto per la scomparsa di Savino.
Era un duro, un uomo lucido e coraggioso, pronto a dire la sua senza compromessi, Dio solo sa quanti confronti e scontri abbiamo avuto, sempre nel solco del rispetto e della voglia di costruire.
In bici era una locomotiva, un leader, un trascinatore poliedrico, coinvolgente con i ragazzi come con i vecchi lupi di mare, con gli inesperti come con le donne.
Savino porta via con se la sua sconfinata passione per il cicloturismo, e questa è una perdita che tocca tutti noi.
Da oggi siamo tutti orfani. Orfani della sua passione per la bici che assumeva i caratteri dell’amore incondizionato. Orfani della sua voglia di partire, talmente potente da trasformarsi in chiodo fisso nel giro di pochi minuti. Partire per Savino era un bisogno impellente quanto quello di respirare.
Sono scosso, turbato, ma allo stesso tempo non riesco ad immaginare una fine diversa per Savino. Come se questa storia fosse stata scritta dal destino allo scopo di portar via Savino per restituircelo sotto forma di leggenda del cicloturismo, riuscendoci.
Mi sembra di vederlo, di vedere il suo sorriso largo e beffardo, le sue spalle curve sulla bici, le sue cosce di pietra.
Ciao Savino, ciao leggenda.
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