onorevoli #salvaiciclisti… uno su mille non ce la fa

#salvaiciclisti ha potuto contare dall’inizio della sua avventura su un parlamentare che ha trasformato in proposta di legge le nostre richieste, s’è dato da fare per l’organizzazione degli Stati Generali di Reggio Emilia, ha cercato di far circolare trasversalmente nel Palazzo il tema della ciclabilità e della mobilità in generale. Leggo adesso sul Corriere della Sera che il senatore Francesco Ferrante (insieme ad altri due parlamentari ambientalisti, Roberto Della Seta ed Ermete Realacci) verrà probabilmente cassato dal suo partito, il Pd. C’è un listino, una corsia preferenziale per l’elezione o la rielezione concessa a 120 democratici, ma dentro questo listino Ferrante non c’è e se vuole avere una chance di tornare in Parlamento deve candidarsi alle primarie di collegio del 29 dicembre.

Chiariamo subito una cosa: non contesto affatto il meccanismo delle primarie per la scelta dei parlamentari. Anzi le primarie mi piacciono assai. Però credo che chi, come Ferrante o Della Seta, abbia fatto politica nazionale (occupandosi ora dell’Ilva di Taranto ora del Mose ora del contrasto al nucleare e alle sanatorie edilizie) se è costretto a giocarsela con un politico di un tal comune che nel corso del suo mandato s’è coltivato solo quel tal comune esce matematicamente sconfitto.

Dunque mi chiedo: è pensabile che uno che ha speso gran parte della sua attività politica in battaglie di civiltà nazionali (che siano i diritti delle coppie omosessuali, la legge sul fine vita, le grandi vertenze ambientaliste o la campagna per la sicurezza di chi usa la bici per gli spostamenti urbani) sia poi chiamato a giocare una partita squisitamente locale per conquistare la riconferma? E aggiungo: in Parlamento ci sono solo tre esponenti ambientalisti (Ferrante, Della Seta e Realacci); messi da parte loro ci saranno altri parlamentari ambientalisti pronti a sostituirli? Oppure i partiti (non solo il Pd) pensano che tra i 1000 che siederanno alla Camera e al Senato può tranquillamente non esserci nessuno che sia espressione del mondo ecologista e che si possa occupare, anche in futuro, di ambiente, mobilità, qualità del territorio e delle imprese?

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