Intervista a Giulietta Pagliaccio, nuovo presidente FIAB

Intervista a Giulietta Pagliaccio, nuovo presidente FIAB
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Giulietta Pagliaccio è da poco stata eletta nuovo presidente della Federazione Italiana Amici della Bicicletta. Lombarda, libera professionista, già assessore al Comune di Melegnano e membro del consiglio nazionale della Federazione. La FIAB che vorrebbe? Più “azienda” e più influente sulla politica.

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Chi è Giulietta Pagliaccio, professionalmente, dentro e fuori la FIAB?
Ho svolto diverse professioni nella vita, nel privato e nel pubblico. Sono stata assessore all’ambiente e alla mobilità sostenibile del Comune di Melegnano e attualmente ho un’attività in proprio. Inoltre ho ricoperto ruoli dirigenziali in diverse associazioni, Legambiente prima, nel circolo di Cerro al Lambro, e FIAB poi, dove dal 2006 sono membro del consiglio nazionale.

Che esperienza ha del lavoro come assessore?
Difficile, come si può immaginare. Anche per le amministrazioni più sensibili la mobilità è ancora un tema da campagna elettorale, per quanto ci si possa impegnare è difficile trasmettere una certa visione e ci vuole tempo, ma ci vuole soprattutto coraggio.

Perché si è candidata alla presidenza?
Non è stata una candidatura decisa del tutto autonomamente, in FIAB ci siamo confrontati e la mia disponibilità insieme alla volontà degli altri membri del consiglio hanno fatto sì che si optasse per il mio nome. Ma è stata anche una scelta di genere, si può dire, finora la dirigenza FIAB ha avuto sempre una compagine maschile predominante, anche se poi guardando le attività di volontariato sul territorio si scopre che le donne sono in maggioranza. Si è voluta premiare questa tendenza.

Come concilia le due attività, libera professione e presidenza FIAB?
Ho la fortuna di lavorare con mio marito, quindi posso gestire il mio orario con più libertà, ma in ogni caso ricopro un ruolo in FIAB da vari anni, ormai sono abituata a gestire più impegni nella giornata.

Il presidente uscente Dalla Venezia auspicava presto una “professionalizzazione” della FIAB, ovvero il progressivo abbandono dell’attività di volontariato in favore di un’attività di lobby per la mobilità che sia un vero e proprio lavoro, come accade in altre federazioni europee. E’ d’accordo? 
Sono assolutamente d’accordo, quello delle risorse è un nodo importante di cui si è discusso ampiamente anche durante l’ultima assemblea. Il percorso è senz’altro quello indicato da Antonio (Dalla Venezia ndr) anche se nell’immediato è ancora complicato. Attualmente le risorse per un passo del genere non ci sono, ma servirà lavorarci.

Da dove pensate di ottenere queste risorse?
Dai bandi del Ministero, come abbiamo fatto finora, e maggiormente anche dai privati. Quella che immagino io è una FIAB che sia, passatemi il termine, più “azienda” con una struttura solida dal punto di vista economico ed organizzativo. Mi piace dirla così: “offrire servizi a tutela dei diritti”. Il mercato della bicicletta oggi è in crescita e noi dobbiamo esserci. Mi spiego, ci sono realtà che hanno delle competenze tecniche, come la FIAB, ed altre che hanno delle capacità imprenditoriali: ecco, solo collaborando ed unendo queste competenze si può crescere professionalmente.

Quali sono le priorità di Giulietta Pagliaccio nella gestione interna FIAB? Quali, se ci sono, le cose che non vanno bene e che vorrebbe cambiare?
Esercitare una maggiore influenza sulla politica, senza dubbio. Prossimamente sarò a Roma per incontrare il nuovo gruppo parlamentare “Amici della bicicletta” e stabilire i primi contatti con loro. Si tratta di una trentina tra deputati e senatori, anche se sappiamo bene che la situazione politica attuale è incerta e ci potrebbero essere dei cambiamenti. E poi una maggiore coesione tra le associazioni locali, i coordinamenti regionali e la FIAB nazionale, oggi siamo ancora nella situazione in cui non tutte le associazioni locali erano al corrente dell’assemblea di Vicenza per l’elezione dei nuovi organi sociali.

Ma il gruppo parlamentare “Amici della bicicletta” non c’era già nella precedente legislatura?
Si, c’era, è partito con una quarantina di parlamentari ma si è poi ridotto a tre. Ecco perché occorre una maggiore influenza sula politica, spesso si prendono impegni in campagna elettorale che non vengono perseguiti poi.

Recentemente c’è stata una polemica che ha coinvolto anche FIAB su alcune priorità, diciamo, programmatiche. Mi riferisco alla richiesta dei 30 km/h nei centri urbani rispetto a quella per il riconoscimento di un Ufficio della Ciclabilità.
Si, ho seguito la polemica, e forse è stata anche eccessiva, perché la FIAB condivide al 100% la necessità dei 30 all’ora nei centri urbani, ma crediamo che questo debba essere parte di un processo più ampio accompagnato da una buona dose di altre cose, a partire dalla sensibilizzazione e dalla formazione. La maggior parte delle persone ancora non ha capito che limitare la velocità non vuol dire danneggiare i cittadini, ma al contrario tutelarli. E’ per questo che noi riteniamo utile avere un Ufficio biciclette nazionale ed uno in ogni comune, perché possa perseguire l’obiettivo della moderazione del traffico e tutti gli altri necessari per una mobilità migliore ed una maggiore consapevolezza dei cittadini. E poi i 30 orari sono un intervento su scala locale, mentre l’Ufficio Nazionale della Ciclabilità avrebbe una dimensione nazionale.

FIAB ha aderito alla Rete per la Mobilità Nuova, che manifesterà a Milano il 4 maggio. Quale l’importanza di sostenere un’iniziativa di natura non strettamente ciclistica ma che coinvolge anche pedoni, pendolari e utenti del trasporto pubblico?
FIAB ha comunicato prima del mio incarico la piena adesione alla Rete per la Mobilità Nuova e io non posso che ribadirlo. La nostra mission è avere città più vivibili e in cui ci si muova meglio. La mobilità è un fattore determinante per la qualità della vita di una città, e il trasporto pubblico così come la ciclabilità sono entrambi ingredienti importanti.

FIAB si è aggiudicata un finanziamento del Ministero dell’Ambiente per il progetto Bicitalia. Quale sarà la cifra?
Si, il finanziamento è stato approvato il 5 aprile. Si tratta di circa 92.000 euro, che saranno impiegati interamente per il progetto di rete cicloturistica italiana Bicitalia. E’ in programma il rinnovamento del sito web, che attualmente è lento e troppo tecnico, mentre lo vorremmo con una maggiore impronta turistica, il tracciamento dei percorsi, attività di comunicazione e promozione del progetto.

Legambiente ha annunciato la nascita di “Legambici”, la nuova area dedicata alla mobilità ciclistica. Una domanda maliziosa: come l’avete presa, non vi spaventa la concorrenza?
Inizialmente quando ho letto la notizia pensavo fosse un pesce d’aprile! Scherzi a parte, penso che più sono le realtà che si battono per l’obiettivo e più la politica non potrà fare a meno di prestargli attenzione. Si tratta di sana concorrenza, e chi è più bravo con il tempo lo dimostrerà…noi di FIAB siamo bravissimi!

Commenti

  1. nicola petriccione ha detto:

    Amici della FIAB cara Giulietta ho una bella foto dove stiamo insieme. Ti rammento che sono un cicloverde di Napoli, dove ci sono potenzialità e risorse che vanno incanalate con un aiuto della federazione per sbloccare una situazione stagnante. Occorrerebbe un CICLOPISTA SICURA che collegasse i vari siti d’eccellenza..Campi Flegrei fino a Pompei e oltre: Si promuoverebbe un cicloturismo ed un economia che ho toccato con mano e non vedo perchè non è possibile sul nostro territorio. Bici…..&…….Baci ricordi lo slogan.
    NOI CAVALCHIAMO LA SOLUZIONE!

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