Toscana, Argentario in Brompton

Siete pronti per un breve soggiorno lungo le coste della Maremma toscana? Ci aspettano due giorni di relax in compagnia della vista sul monte Argentario e del mare che circonda le isole dell’arcipelago toscano. Uniremo all’arte, la bellezza naturalistica dei luoghi che ci ospiteranno, per trascorrere insieme un week end lontano dal caos cittadino e ricaricarci di energia e fare scorta di sorrisi”.

Sono stata subito attratta da questo messaggio di Zio Bici e mi sono trovata il 10 agosto scorso alla stazione di Capalbio (GR) con la mia Orange Brompton ad attendere l’arrivo dei bromptoniani romani.

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All’arrivo del treno non finivano di scendere brompton di tutti colori con i loro bikers (una ventina) tutti felici.

Conoscevo solo Andrea (Zio Bici) e la moglie Giorgia. Sorpresa, c’era anche Giulia, la loro bimba: una piccola di 14 mesi tutta sorridente che si è subito buttata nelle mie braccia quando le ho detto: ”vieni dalla nonna”.

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Fatto un frugale pranzo, siamo partiti, pedalando immersi nella natura per 35 km e costeggiando l’oasi del WWF di Burano, per raggiungere e visitare il Giardino dei Tarocchi. E’ un parco artistico situato in località Garavicchio nei pressi di Pescia Fiorentina, ideato dall’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle, e popolato di statue ispirate alle figure degli arcani maggiori dei tarocchi.

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L’opera, che si estende su mezzo ettaro di terreno, costituisce una vera e propria magica “città” in cui le sculture ciclopiche e coloratissime segnano le tappe del percorso.

L’accesso al Giardino, sbarrato dalla lunga muraglia del padiglione d’ingresso creato da Mario Botta, è costituito da un doppio muro di recinzione in tufo con una sola grande apertura circolare al centro, chiusa da una cancellata. Nel disegno dell’ingresso Mario Botta ha cercato di interpretare la “separazione” tra il Giardino ed il mondo esterno secondo il desiderio di Niki de Saint Phalle. Il muro è inteso quindi come una “soglia”, da varcare per entrare in una “pausa magica” nettamente divisa dalla realtà di tutti i giorni.

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Il rientro dal Giardino è stato modificato a causa di una enorme voragine sull’asfalto che ci ha costretti a deviare il percorso di ritorno alla stazione di Capalbio dove abbiamo preso il treno per Albinia (2 fermate). Di qui, grazie al poco conosciuto sottopasso ciclopedonale, superata la superstrada con una bella pista ciclabile in sede propria, abbiamo raggiunto il tombolo della Giannella (la striscia di terra più a nord che collega la terra ferma all’Argentario). Pedalando, con forte vento contrario (mi sono un po’ pentita di non avere comprato una Brompton a sei velocità), siamo giunti nell’oasi del WWF all’antico casale spagnolo immerso nella natura, che ci ha ospitato per la notte. Sistemati i bagagli e rinfrescati, alle 21, bici “aperte” e luci accese, abbiamo raggiunto il ristorante di Orbetello “I Pescatori”, dove abbiamo gustato un’ottima cena a base di pesce: antipasto tipico lagunare, spaghetti vongole e bottarga, filetto di spigola con pomodorini e zucchine. Fatto anche un giro della laguna in battello, siamo rientrati all’Oasi.

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Le stelle cadenti della notte di San Lorenzo e i catarifrangenti sono stati le nostre luci.

Domenica mattina, dopo una sostanziosa colazione, dall’ospitale casale spagnolo della Giannella, abbiamo pedalato alla volta del tombolo della Feniglia (l’altra striscia di terra più a sud che collega la terra ferma all’Argentario) per passare l’intera giornata tra mare e pineta. Dopo una giornata intensa di mare cristallino, montati in sella per percorrere la ciclabile in direzione Orbetello scalo, dove in serata si è preso il treno per tornare io a Livorno e gli altri a Roma, ci siamo fermati in un piacevole locale per consumare un gelato e abbiamo percorso l’ultimo tratto di pista ciclabile costeggiando da un lato gli allevamenti di pesce (circondati da gabbiani) e dall’altro la ferrovia.

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Abbiamo pedalato, per molti tratti, nel silenzio della natura e il canto delle cicale e dei grilli ci hanno fatto da sfondo musicale. Questo ci ha permesso anche di conoscerci meglio (la bici ha anche questo potere) e il saluto non poteva che essere: “alla prossima”…. Consapevoli che presto ci sarà una prossima, vero Zio Bici?

Commenti

  1. Avatar giovanni ha detto:

    sono affascinato dai vostri percorsi, mi farebbe piacere unirvi a voi, se mi farete sapere il periodo, grazie un saluto da giovanni.

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