Spesso mi trovo a lavorare da qualche bar con la wifi o in uno dei numerosi coworking qui a Berlino. Pochi giorni fa mi trovavo nel bar del Betahaus, uno dei più famosi spazi di coworking e si siedono, poco distanti da me, due ragazzi con delle magliette verdi con sopra un logo: My Boo. Il logo era disegnato in modo da rappresentare una bicicletta. Cerco myboo su Google e trovo il loro sito: my-boo.de. Lo spulcio un attimo e scopro che sono due giovani studenti (21 e 22 anni) che hanno da poco aperto una start up che produce biciclette con telaio di Bamboo interamente fatto a mano da una cooperativa sociale in Ghana (la Yonso Project).
Mi avvicino a loro ed iniziamo a parlare. Maximilian e Jonas studiano alla Business Administration university di Kiel e hanno da pochissimo creato Myboo (inizieranno la vendita ad Ottobre); i ragazzi stanno prendendo importanti contatti e sono molto entusiasti del loro progetto che sta riscuotendo un discreto successo tra articoli, televisione e appassionati.
Qui a Berlino i freelance, i designer e chi lavora in qualche start up, gira per lo più in bicicletta. Tra le preferite ci sono le bici da corsa, le single speed e le fixed.. naturalmente poi ci sono le Olandesi per le ladies (sempre se non hanno tatuato dei pistoni sui polpacci, in quel caso hanno una fixa). E’ facile trovare fuori un posto come il Betahaus, 8 auto e un’ottantina di bici dove sono appunto per lo più bici da corsa, single speed e qualche fixa.
Maximilian e Jonas mi dicono che sopra, al secondo piano hanno i due prototipi. Me ne fanno provare una.
La bici va.
Ora non sono né un meccanico (chi mi conosce lo sa bene) né un esperto, ma la bici era davvero bella e leggera da pedalare. L’ho provata anche sui “sanpietrini” di Berlino più grandi e più lisci di quelli di Roma ma sempre fastidiosi. La my-boo bike ha superato tranquillamente la prova Sanpietrino.
Ma che cosa mi ha colpito veramente di questa bicicletta?
Tutto quello che c’è dietro.
Due amici appena ventenni che iniziano un’avventura aprendo un’azienda che produce e vende biciclette. Il progetto sociale, con la costruzione e l’assemblamento della bicicletta di una cooperativa sociale in un paese in via di sviluppo Le 1500 alternative di assemblamento della bicicletta che l’utente può scegliere direttamente sul sito; dal manubrio al sellino, dal colore al tipo di ruota. E anche naturalmente il prezzo, alto ma giustificato.
Ho intervistato i due ragazzi e questo è ciò che ne è uscito fuori:
Com’è iniziato il progetto My-Boo?
L’estate scorsa un amico di Max, Niklas Juhl, si trovava in Ghana per un anno sabbatico sociale ed ha visto alcuni meccanici costruire delle bici di bamboo per il mercato locale e si è entusiasmato. Ci ha mostrato su internet delle foto ma abbiamo solo pensato che era un progetto “simpatico, divertente e alternativo”, ma è finita lì. Poi a Novembre ne abbiamo riparlato tutti e tre e abbiamo scoperto che a nessuno era andata via dalla mente l’idea delle bici di bamboo. Ci siamo messi a studiare molto le diverse tipologie di bici, il mercato e naturalmente le caratteristiche del bamboo e di questi telai. Abbiamo cercato anche un potenziale fornitore e ne abbiamo trovato uno fantastico: il progetto sociale “Yonso Project” in Ghana. Quando li abbiamo contattati, erano già attivi con i telai di bamboo per finanziare il loro impegno sociale nelle aree rurali nel Distretto Mampong.
Quali sono le migliori caratteristiche di una bicicletta di bamboo?
Bamboo ha diversi vantaggi rispetto ai soliti materiali del telaio della bici. Prima di tutto è una specie di flessibile. Quindi, con una struttura di bambù che sempre hai un assorbimento naturale, ciò che è molto comodo. Secondo è un materiale relativamente leggero al pari dell’alluminio e molto più leggero delle bici con telai di legno perchè il bamboo è cavo al suo interno. Terzo, è un materiale sì leggero ma molto duro e resistente ed ultimo ma non meno importante, il bamboo è una delle piante che cresce più velocemente nel mondo e per questo molto ecologico.
Vi ho incontrato in un Coworking space. Perché considerate il vostro progetto una Start-up e non una semplice azienda di biciclette?
My-boo è molto più di un progetto di bicicletta. C’è dietro un concetto di design stilistico associato ad una responsabilità sociale ed ecologica. Stiamo costruendo grandi biciclette
e prestando attenzione anche all’impegno sociale e alla sostenibilità. È per questo che stiamo lavorando con il Progetto Yonso e la loro officina, la Bambusa. Non solo. Le parti metalliche vengono costruite qui in Germania dal “Stiftung Mensch”, un laboratorio per persone con handicap. Con le biciclette vendute, avremo anche l’opportunità di creare una borsa di studio in Ghana.
In Italia, è difficile avviare un progetto, specie se sei un under 25; come avete iniziato la vostra start up? Dove avete trovato i soldi?
Pensiamo che il momento di diventare imprenditori sia quando si è ancora studenti, per due motivi. Gli aiuti che possono arrivare dai tuoi genitori e quelli più sostanziosi della “BaföG “, il progetto di finanziamento per progetti che lo stato Federale Tedesco propone agli studenti che vogliono aprire un’attività. Siamo poi molto fortunati ad aver trovato un investitore privato già nella fase di progetto, ha creduto da subito nella nostra idea e nell’avviare questa start up. Grazie a tutti questi aiuti, è stato possibile fare tutte le ricerche e sviluppare il progetto qui in Germania. Abbiamo costruito qualcosa di veramente impressionante negli ultimi 10 mesi.
Rispetto alle altre aziende di biciclette, voi avete un progetto sociale alle spalle. Com’è nata la collaborazione con la Bambusa in Ghana?
Con il Yonso Project e l’officina Bambusa è nato tutto all’inizio tramite internet. Li abbiamo trovati in rete e dopo diverse mail, un mese dopo eravamo da loro in Ghana insieme a 150
kg di materiale per la costruzione dei telai. Insieme a il capo del progetto Kwabena Danso e quattro operai, abbiamo costruito 4 telai in 12 giorni. Tutto fatto naturalmente a mano e
con 80-90 ore di lavoro. Siamo stati davvero soddisfatti del nostro lavoro e per la qualità dei telai; li abbiamo anche realizzati in modo che siano facilmente assemblati in Germania.
I 150 kg di materiali li abbiamo lasciati ai ragazzi di Bambusa. Ora potranno costruire i telai per My-boo e per il mercato locale anche quando manca l’energia elettrica.
Galleria fotografica
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Io avrei scritto “bambù”, visto che la parola esiste già in italiano da secoli :-)