1918-1927: da Howard Hughes alla Electrocyclette

1918-1927: da Howard Hughes alla Electrocyclette
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Questa nuova puntata della storia delle bici elettriche non è dedicata a un singolo prodotto o a un inventore, ma continua il racconto dalla fine della Prima Guerra Mondiale fino alla fine degli anni Venti.

Mentre continuava (fino al 1925) la produzione e la vendita della Wall Auto Wheel, il primo kit di conversione della storia, altri inventori si davano da fare nelle loro cantine. Fra loro un giovane Howard Hughes (la cui vita è stata narrata nel film The Aviator del 2004, in cui Hughes era interpretato da Leonardo di Caprio), che nel 1918, all’età di 13 anni, applicò un motore alla sua bicicletta. Ecco una foto che lo ritrae accanto al frutto della sua fatica e ingegno:

Un giovane Howard Hughes e la sua bici con motore

Girare in bicicletta pare fosse il passatempo preferito del futuro magnate e aviatore, insieme allo smontare e rimontare gli oggetti più vari nel retro dell’officina del padre. Il piccolo Howard si dimostrò talmente bravo che il padre gli comprò una automobile esclusivamente allo scopo di fargliela smontare e rimontare.

La storia di Howard Hughes è interessante, sopratutto per capire lo spirito dell’epoca (il mito della motorizzazione e della velocità) e per la particolarità del personaggio. Il motore della sua bici però non era elettrico. Per tornare a parlare più propriamente di bici elettriche dobbiamo attendere il 1920. Con pochissime eccezioni, fino a quel momento le bici elettriche erano rimaste prototipi usati quasi esclusivamente dai loro inventori, come ad esempio quelle di Ogden Bolton.

Nel 1920 iniziò la prima produzione commerciale in serie di motori per bici elettriche, da parte della tedesca Heinzmann. Il loro primo motore era accoppiato ad un tandem. Putroppo le informazioni su questi modelli sono scarsissime, e non siamo riusciti a trovare neanche una foto. La Heinzmann comunque continuò a produrre motori elettrici per bici (e per molti altri mezzi e strumenti) che divennero sinonimo di qualità e affidabilità, e goderono di una certa popolarità, tanto da essere adottati anche per le biciclette delle Poste tedesche. La casa tedesca continua ancora oggi la sua produzione di sistemi completi per bici elettriche.

Motore per bici elettrica Heinzmann

I motori odierni prodotti dalla Heinzamm sono diretti discendenti di quelli degli anni Venti

Fra Francia e Germania all’epoca c’era una rivalità che si declinava su livelli ben più seri, e che ebbe conseguenze tragiche. Ad ogni modo, i francesi non volevano essere da meno dei tedeschi, e nel 1927 lanciarono un proprio modello, dal semplice quanto efficace nome di Electrocyclette. Ecco un annuncio pubblicitario dell’epoca:

Bici elettrica Electrocyclette

Questa Electrocyclette era lunga 1,8 metri, aveva un motore da 0,5 cavalli che portava il mezzo fino ai 25 km/h; una batteria da 150 Ah assicurava un’autonomia di 30 chilometri. La nota dolente era il peso: ben 75 kg. Secondo quanto riportato da una recensione dell’epoca, la batteria era facilmente rimovibile, e la Electrocyclette era silenziosa, economica, piccola e abbastanza veloce”. Di strada da fare, prima di arrivare alle moderne bici elettriche a pedalata assistita, ce n’era ancora molta.

 

 

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