Una pedalata dai Paesi Bassi alla Puglia

Una pedalata dai Paesi Bassi alla Puglia

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Una lunga pedalata dai canali, mulini a vento e dighe dei Paesi Bassi sino alle colline interne della Puglia. Questo è il secondo anno che intraprendo questa magnifica avventura attraversando tutta l’Europa, un’avventura che ha i suoi momenti di massima gioia ma anche di profonda rabbia, fortunatamente la natura e le persone riescono a compensare e rendere tutto meraviglioso.
Sono partito il 15 luglio da Leiden, una incantevole città situata tra Rotterdam e Amsterdam, per arrivare dopo 16 giorni e dopo 2.225 chilometri in Puglia nella mia città natia, Altamura.
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Attraversare i Paesi Bassi in bici (sottolineo: in una giornata dove non ci sono tormente e uragani) è davvero una piacevole passeggiata. Pianeggiante, “autostrade” per le bici, precedenze alle rotonde a favore delle bici, la bici insomma ha la precedenza sulle scatolette di latta chiamate auto. Da Roermond dopo una notte in campeggio, è la volta della Germania, non sarò ad indicare tappa per tappa, le città o le strade percorse, quelle su qualsiasi traccia gps sarebbe facile da seguire. Quanto ho apprezzato in quest’anno dove anche in Germania il caldo l’ha fatta da padrone, è l’accoglienza della gente.
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Ho pernottato in campeggi, in pensioni e piccole fattorie, mi sono sempre sentito come se fossi a casa, da Bingen sul Reno a Lorsch, dalla periferia di Augusta a Lachen per arrivare a Klais tra le Alpi. Perfino quando a Weilhelm a un controllo bici della polizia locale – controllavano che le bici avessero i freni e luci in ordine – sono diventato amico con i poliziotti e abbiamo terminato con un selfie insieme. Anche quest’anno per l’acqua ho adottato una tecnica, mai comprarla da un bar, nel caso in cui non ci fossero fontane, chiederla alle fattorie o case incontrare su strada. Tutti mi hanno offerto acqua fresca dal frigo, mai nessuno mi ha dato acqua del rubinetto, non perché non fosse buona ma a cause delle alte temperature l’acqua del rubinetto era un po’ troppo bollente.
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Lo scambio di idee, opinioni, cosa poter visitare, dove poter cenare al meglio, quale fosse la situazione del cicloturismo in Italia, tante erano le topic e tanti sono stati gli spunti per poter ritornare in un futuro in queste location. A sud di Monaco pedalare per 15 km con un pimpante settantacinquenne che andava in bici in banca, con un passato da cicloviaggiatore in Italia durante gli anni ’70.
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Dalla Germania sono approdato in Austria, piccolo passaggio attraverso la Svizzera e di qui a Pfunds prima della salita sulle Alpi al Passo di Resia, Reschen Pass. Che panorami sulle Alpi, non ci sono parole per esprimere lo stupore ogni volta che le attraverso in bici. Le Montagne sono affascinanti, il silenzio delle vette, lo scorrere dei fiumi, le nuvole che ti avvolgono lassù in alto rendono tutto un piacevole racconto. La temperatura è ideale per pedalare in salita, la sera prima vi è stata una tempesta sulle Alpi ha rinfrescato l’aria e le nuovole proteggono dal sole cocente. Non potevo chiedere di meglio per affrontare la salita e arrivare in territorio Italiano.
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Arrivato in Italia non faccio che seguire l’Adige, Bolzano, Trento, Rovereto sino a Verona. A Rovereto ho rivisto un carissimo amico speleo, Zando, dopo ben 10 anni, un grazie per la sua ospitalità. Che magnifica sorpresa la ciclabile dell’Adige! Bravissimi, sino a Verona è stata una meraviglia di passeggiata sulla ciclabille attraverso frutteti, peccato soltanto che agli incroci chi ha lo stop è il ciclista e non le auto. Che ne direste cari amministratori locali di cambiare la precedenza? Le automobiline hanno i pedali e fermarsi e ripartire è davvero semplice, per un ciclista con borse a seguito è più complicato, soprattuto quando piove e il ciclista deve aspettare sotto la pioggia. Da Verona mi sono diretto sulla costa Adriatica, con le sue ciclabili a puzzle. Pedalo per un po’ con un belga in vacanza a Riccione che mi chiedeva informazioni su queste lunghe percorrenze in bici, il prossimo anno ne affronterà una con il figlio sedicenne.
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Scendere in bici sulla costa di Emilia Romagna e Marche è cosa buona e giusta, se poi si trovano a accoglierti durante la traversata amici (vedi i carissimi genitori di Paola ad Ancona) e familiari (grazie Egidia e Simona a San Benedetto del Tronto), il viaggio diventa un vero piacere.

L’Abruzzo e le sue ciclabili sulla costa adriatica? Quale piacevole sorpresa e meraviglia! Un plauso alla Regione che tanto ci crede sulla mobilità sostenibile.
La nota dolente arriva al sud Italia e soprattutto Molise e Puglia, mea culpa, la mia regione mi ha tradito, ho voluto seguire la ciclabile adriatica indicata sul sito della Regione Puglia, la parte interna (attraverso Poggio Imperiale, Apricena) che non segue il Gargano visto il periodo di alto traffico, quale errore. Strade rappezzate malamente, camion di ogni genere a causa delle cave di estrazione sul percorso e a cause del periodo di raccolta pomodori!
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Il caldo poi ha dato manforte, senza fontane ero alla ricerca di fattorie che mi dissetassero, non avevo il coraggio di chiedere acqua a quei poveri lavoratori nei campi per la raccolta dei pomodori. Ho ripreso la costa quindi con le belle Saline di Margherita di Savoia e di lì pedalata finale verso le colline del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Home sweet home.

Un’esperienza unica che ti porta a far capire quanto c’è di magnifico nella natura e nelle persone.

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