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Il CONI è contro le biciclette?

Sì, il CONI è contro la circolazione delle biciclette all’interno del Centro di Preparazione Olimpica, e questo – dopo la pubblicazione dell’articolo di qualche settimana fa – me lo hanno confermato di persona sia il Presidente Giovanni Malagò, durante una conversazione al telefono, sia il Segretario Generale Carlo Mornati durante un colloquio nel suo ufficio presso la sede del CONI al Foro Italico.


coni

Al massimo, dicono il Presidente e il Segretario Generale, si potrà immaginare di rivedere l’attuale regolamento e consentire l’ingresso al centro con le biciclette condotte a mano. Certo, la questione non può essere in cima alla lista delle preoccupazioni del CONI, ma sono sicuro che prima o poi il regolamento verrà modificato. Nel frattempo, gli agenti della sorveglianza continuano a fermare chi cerca di accedere al centro con la bicicletta, anche condotta a mano.

Ma il fatto che il CONI sia contro le biciclette è solo l’epifenomeno di un disagio più profondo. E’ il riflesso di quella specie di allucinazione collettiva di cui tutti siamo prigionieri quando, in Italia, parliamo di mobilità.

IL CENTRO DI PREPARAZIONE OLIMPICA

Carlo Mornati è molto orgoglioso del Centro di Preparazione Olimpica del CONI.

Per chi non fosse pratico, si tratta di una vasta area nel settore nord della capitale, non lontano dalla confluenza fra Tevere e Aniene, dedicata alla preparazione degli atleti olimpici. Campi di rugby, hockey, piscine per tuffi, nuoto, palestre, sale di scherma, hotel dello sport, ristorante: è davvero un luogo di cui dovremmo andare fieri.

Si allenano all’interno del CPO anche i Pulcini della Roma.

Qualche mese fa vagavo senza meta alla ricerca di un’uscita e per errore sono entrato nell’area, interna al Centro, di competenza dell’A.S. Roma. Siccome conducevo a mano la mia bicicletta sono stato immediatamente riconosciuto come intruso e, molto cortesemente – no davvero, sono stati molto gentili, si vedeva che pensavano di parlare ad un povero deficiente spaesato – sono stato invitato ad allontanarmi dalla zona Pulcini A.S. Roma.

Qualche anno fa questo Centro stava per chiudere e l’attuale Segretario Generale ha contribuito a farlo risorgere, ospitando le attività di formazione per bambini e ragazzi e un centro di Medicina dello Sport di eccellenza. Da allora, il Centro è frequentato da decine di migliaia di persone ogni mese. C’è davvero motivo di andarne fieri.

E qui arriva il pericolo delle biciclette.

IL PERICOLO DELLA BICICLETTA

Il teorema è il seguente. Seguite bene perché non è facile:

a) La automobili devono poter entrare all’interno del centro perché le persone ci lavorano e ci abitano.

b) I genitori accompagnano i bambini a fare sport e devono poter arrivare in automobile fin davanti all’ingresso del campo sportivo. In passato moltissimi genitori hanno protestato vigorosamente per poter ottenere questo diritto, e lo hanno ottenuto.

c) Poiché all’interno del centro ci sono le automobili, circolare in bicicletta è pericoloso. Sul fatto che circolare a piedi o in bicicletta all’interno del Centro sia pericolosissimo non ci sono dubbi e posso darne testimonianza diretta. Da due anni frequento il centro tre volte a settimana con mio figlio che ora ha 9 anni e tremiamo ogni volta che dobbiamo svoltare un angolo. Le auto sfrecciano (come ovunque) in mezzo alle persone come se non bastasse un inciampo o una distrazione per rimanere uccisi. E non sto parlando di una distrazione di chi guida, loro di solito neanche sembrano porsi il problema. Anzi, paiono spesso infastiditi dal trovarsi in mezzo, anche lì, gente che cammina.

E quindi?

E quindi le biciclette non possono circolare. Al massimo, si vedrà, potranno essere condotte a mano.

Tutto questo non deve sembrare strano, perché è quello che accade su tutte le strade della nostra città, e non si vede perché il Centro di Preparazione Olimpica del CONI dovrebbe fare eccezione.

E’ una spirale senza uscita.

USCIRE DAL TUNNEL

La scorsa settimana ho incontrato il Segretario Generale del CONI e anche quel colloquio si è impantanato sul solito nodo: il conflitto fra la sicurezza e la necessità di spostarsi in una città enorme e priva di un sistema di trasporto pubblico degno. Ciascuno è lasciato a se stesso, e tutti si spostano in automobile. Per uscirne, il Segretario Mornati, che è un uomo pragmatico, ha fatto una proposta: chiediamo a Roma Capitale di realizzare una ciclabile per arrivare al Centro di Preparazione Olimpica e mettiamo degli stalli fuori dal centro.

Sul momento, mi è parsa una buona idea, perché la ciclabile che passa lì vicino versa nello stato indecoroso che molti romani conoscono e gli ultimi 300 metri sono di una pericolosità spaventosa.

Poi la sera, tornando a casa, ho scoperto che dei 2,3 miliardi di euro che Roma Capitale è in procinto di spendere per mettere in atto il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile, neanche un euro è dedicato alla mobilità in bicicletta.

La luce in fondo al tunnel si allontana e noi che a Roma ci spostiamo in bicicletta siamo sempre più arrabbiati.

In ogni caso, io e Leonardo continueremo ad andare a scherma in bicicletta. Tutte le settimane, tre volte alla settimana. Se mai dovessimo lasciarci le penne, intitolateci almeno una rotonda.

Commenti

  1. Avatar Ipajo ha detto:

    “Ente pubblico cui è demandata l’organizzazione e il potenziamento dello sport nazionale, promuove la massima diffusione della pratica sportiva”, così si dichiara il CONI.
    Atteggiamento diseducativo, non inclusivo, elitario, anti-sportivo: tutti stimoli che i nostri ragazzi non hanno bisogno di veder reiterati anche quando dovrebbero essere rotetti dall’arroganza in un Centro di Preparazione Olimpica o comunque in una struttura destinata all’attività *sportiva*.

  2. Avatar Laska ha detto:

    Non ci sono parole. E’ tutto così incredibile!

  3. Avatar maurizio ha detto:

    io fortunatamente sono di Milano e pioggia permettendo tutto l’anno mi muovo in bicicletta per andare al lavoro e per qualsiasi altro motivo.
    Amo viaggiare in bicicletta attraversare la mia regione, e ogni tanto, con mio fratello, mi faccio una discesa oltre il Po per affrontare Francigena e altri itinerari appenninici perchè li trovo di una bellezza mozzafiato,ma aimé, devo purtroppo dire che nel Lazio le cose cambiano, strade pericolose, incuria e degrado mi si spezza il cuore constatare come poco amino la propria terra gli abitanti di questi luoghi, ed infine Roma che è una trappola mortale per noi ciclisti, in cui sono appena stato per la bicifestazione.
    Mi ostino a tornarci perchè non si può non amare questa città, ma ogni anno che passa la trovo sempre più malandata e mi sembra di andare a trovare una cara zia morente e triste sul suo giaciglio oramai rassegnata all’inevitabile destino.

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