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Il governo Conte inizia a pensare alla sicurezza

Il governo Conte inizia a pensare alla sicurezza

Tradizionalmente, i primi 100 giorni di ogni nuovo governo vengono considerati il “la” da cui partire per impostare il resto della legislatura.

Nel corso del fine settima appena trascorso il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha fatto sapere che presto i seggiolini per bimbi in auto dovranno essere necessariamente dotati di un allarme. Questo provvedimento ad alto effetto sarà verosimilmente inserito all’interno di un pacchetto che conterrà altre norme che perseguono lo stesso obiettivo: quello della sicurezza.

E quello della sicurezza è uno dei temi sul quale il governo Conte non si sta certo tirando indietro, tanta è l’attenzione dedicata al fenomeno del contenimento dell’immigrazione.

L’obiettivo dichiarato è evitare che degli stranieri sconosciuti alle autorità italiane possano entrare nel nostro paese per farci del male, magari ucciderci, perché è di questo che parlano di continuo i giornali: gente che entra in una casa, la deruba e poi ne uccide gli abitanti.

E per rendersi conto che la minaccia è reale, basta guardare alle statistiche: nel corso del 2016 nel nostro paese sono morte 397 persone per omicidio.

397 tragedie che non possono essere ignorate come, d’altronde, non possono essere ignorate le 3.283 persone morte sulla strada a seguito di incidenti nel corso dello stesso anno e di cui la stampa, però, non si occupa semplicemente perché non c’è una storia vincente e morbosa da raccontare con dovizia di particolari.

Risulta pertanto corretta la scelta del nuovo governo di non perdere tempo e iniziare ad affrontare di petto il più grande problema di sicurezza che si ritrovano ad affrontare i cittadini italiani: quello di uscire di casa e non sapere se vi faranno ritorno incolumi.

La grande domanda è quali strumenti metterà in atto questa maggioranza di governo per tutelarci, se il tutto si limiterà a obbligare 464 mila famiglie all’anno a spendere 100 euro a testa per acquistare seggiolini più tecnologici per salvare un bambino ogni anno. O se invece si spingerà oltre prendendo di petto il problema e intervenendo per limitare le velocità, l’uso di cellulari alla guida e la palese incompatibilità di alcuni soggetti con un’automobile.

Perché sarebbe un controsenso chiedere agli Italiani di spendere 50 milioni di euro ogni anno di tasca propria per evitare di dimenticarsi i figli in macchina e continuare a tollerare che i comuni non possano installare degli autovelox davanti alle scuole (Legge 168/02 e interpretazioni della cassazione 7419/2009, 5997/14 e 15899/16) perché altrimenti c’è chi mormora che lo stato vuole solo fare cassa invece che contrastare e punire comportamenti pericolosi.

E nel nostro amato paese ogni anno ci giochiamo la vita di 60 bambini. Sessanta.

Lunedì 23 luglio si terrà alla Camera dei Deputati un convegno dal titolo “Sicuri in città: interventi per una mobilità a misura di persona”.

Interverranno tra gi altri il ministro, Danilo Toninelli, il sottosegretario ai trasporti, Michele dell’Orco, e il vicepresidente della commissione trasporti alla Camera, Diego De Lorenzis.

Sarà l’occasione per scoprire cosa ha intenzione di fare il nuovo governo sul tema della sicurezza e, perché no, per aprire un dibattito che non c’è mai stato ma di cui c’è un grandissimo bisogno.

Commenti

  1. Alessandro ha detto:

    Ben venga questa tecnologia, anche se ci si aspetterebbe questa micura più a livello europeo che locale. Il benaltrismo è sempre noioso, questa misura da parte del legislatore è rapida da implementare, aspettiamo il resto.

  2. Marco Melillo ha detto:

    l’annuncismo colpisce ancora: si punta sempre di più sull’impatto mediatico e sempre meno sull’efficacia.
    e focalizzarsi sui seggiolini anti abbandono come primo annuncio mi pare vada esattamente in quella direzione.
    mi domando con quale criterio sia stata scelta come priorità, quanti siano i casi di decesso e near miss per abbandono in auto e quanti minori morti e feriti per incidente.
    oltretutto mi chiedo quale sia l’efficacia di un sensore al seggiolino, considerato che stando a quanto sono riuscito a leggere io almeno il 60% delle persone il seggiolino non lo usa, con picchi dell’80% nel sud Italia.

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