Cicliste per caso nella terra dei cowboy
Riceviamo dalle “Cicliste per caso” Silvia e Linda e volentieri pubblichiamo.
Whitefish-Polaris 550km
Ci siamo innamorate del Montana, uno stato caratterizzato da un territorio molto variegato, che va dalle Montgne Rocciose alle grandi pianure. Un posto in cui si incontrano più facilmente mucche che uomini (il rapporto è 2,5 a 1), e il cui slogan è “Eat more beef”.
Ma visto che siamo qui per completare la Great Divide Mountain Bike Route, il tempo per fare le turiste è molto poco: sveglia all’alba e si pedala tutto il giorno.
La GDMBR è davvero tosta, più di quello che ci aspettavamo: la pianura non esiste, o si sale o si scende! Qui in Montana le salite non sono lunghissime, ma sono molto impegnative: spesso ci sono strappi talmente ripidi che siamo costrette a scendere dalle bici e spingere. Inoltre lo sterrato a volte è davvero disconnesso e roccioso, il che ci rallenta molto. Per non rimanere indietro con la nostra tabella di marcia abbiamo perciò deciso di lasciare alcune volte la GDMBR, e macinare più chilometri sull’asfalto. Per esempio abbiamo saltato il celebre Fleecer Fidge, perché tutti i bikers che abbiamo incontrato ci hanno detto che senza una MTB in assetto bike-packing sarebbe stato una follia approcciarne la ripidissima discesa (oltre il 30%).
Ma le montagne però sono un’altra cosa. La soddisfazione che si prova arrivando in cima ad un passo è qualcosa di indescrivibile, e ci si dimentica subito della fatica fatta… Almeno fino al passo successivo. E poi ci sono gli animali. Nonostante tutto il rumore che facciamo con le nostre campanelle anti-orso, abbiamo avuto la fortuna di vederne uno, probabilmente un cucciolo di grizzly. Lì per lì siamo rimaste pietrificate quando ci ha tagliato la strada a circa una decina di metri da noi, il pensiero è stato subito “dove sarà la mamma?”. Poi dopo, quando ci siamo allontanate pedalando più velocemente possibile, quando il cuore ha ripreso a battere ad una velocità normale, ci siamo rese conto di aver visto davvero un orso, ed è stato esaltante. Non abbiamo però nemmeno avuto il tempo di gestire l’emozione di questo incontro che subito abbiamo dovuto fermarci per lasciare la strada ad un enorme alce nei pressi di Seleey Lake. Ci ha guardate tranquillo e poi con le sue corna imponenti ha galoppato via attraverso gli alberi. E poi ci sono i cerbiatti, gli scoiattoli, le marmotte… Ma a quelli ci siamo già abituate.
Quando scendiamo dalle montagne si aprono davanti a noi grandi pianure in cui pascolano migliaia di mucche. Il ranching è la principale attività del Montana, e anche se ormai ci siamo abituate agli uomini in stivali a punta e grandi cappelli da cowboy, alla musica country nei saloon e ai rodeo della domanica, ci sembra sempre di essere dentro ad un film western. A Lincoln abbiamo scoperto il “Cowboy shooting”, uno sport molto popolare da queste parti: in sella al proprio cavallo, i concorrenti devono compiere un percorso e sparare a dei palloncini colorati. Una cosa che sembra molto da “uomini”, ma che con grande sorpresa abbiamo scoperto essere praticato da tantissime donne che orgogliose ci hanno mostrato le loro pistole scintillanti.
A Butte, una città di minatori in cui il tempo sembra essersi fermato a quando impazzava la febbre dell’oro, abbiamo fatto il primo check up alle nostre bici. Un freno rotto, i manubri storti, viti del portapacchi da stringere, un raggio saltato. Dopo aver visitato il Museo delle Miniere siamo poi ripartite in direzione sud attraversando una volta ancora la Continental Divide, che traccia il nostro itinerario. Seguendo i fiumi Big Hole e Wise River, mete rinomate per la pesca, abbiamo scavallato l’ennesima montagna per arrivare a Polaris, dove ci ha accolto Sam nel suo High Country Lodge. Ci ha mostrato fiero le foto di tutti i ciclisti della Tour Divide che ha accolto e sfamato negli anni. Loro la GDMBR la finiscono in 14/18 giorni, ma è una follia da supermen… Noi ci accontentiamo di completarla in 48 giorni, che è già davvero un’impresa!
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