Sono comparse prima a Torino lungo i nuovi controviali a 20 km/h e solo la scorsa notte a Milano, in piazza Lima ma sono già un successo.
Le case avanzate sono delle aree in sola segnaletica orizzontale realizzate in prossimità di incroci semaforizzati che permettono l’attestazione delle biciclette in una fascia dedicata. Le auto si ritrovano così leggermente arretrare rispetto a una normale fascia di arresto e questo consente a chi sceglie di muoversi in bicicletta di essere maggiormente visibile, di partire prima delle auto, di svoltare a sinistra con maggior facilità e di non respirare i gas di scarico delle auto.
Una piccola rivoluzione per le città italiane: la norma che consente di realizzarle è stata ufficializzata solo con la recente approvazione del Decreto Rilancio, così come avvenuto per le corsie ciclabili, questo significa che dall’entrata in vigore del decreto tutti i Comuni Italiani possono realizzare delle case avanzate per mettere in sicurezza chi ogni giorno sceglie di muoversi in bicicletta.
L’articolo di legge che parla delle case avanzate è il numero 229 comma 3 che recita: “Nelle intersezioni semaforizzate, sulla base di apposita ordinanza adottata ai sensi dell’articolo 7, comma 1, previa valutazione delle condizioni di sicurezza, sulla soglia dell’intersezione può essere realizzata la casa avanzata, estesa a tutta la larghezza della carreggiata o della semicarreggiata. La casa avanzata può essere realizzata lungo le strade con velocità consentita inferiore o uguale a 50 km/h, anche se fornite di più corsie per senso di marcia, ed è posta a una distanza pari almeno a 3 metri rispetto alla linea di arresto stabilita per il flusso veicolare. L’area delimitata è accessibile attraverso una corsia di lunghezza pari almeno a 5 metri riservata alle biciclette, situata sul lato destro in prossimità dell’intersezione”
La nuova norma dà uno spiraglio di luce nella possibilità di realizzare percorsi di stampo europeo, infatti la casa avanzata è una soluzione utilizzata ormai da decenni in diverse città. L’arrivo in Italia era atteso ormai da anni, così come dimostrano le associazioni di categoria come la Fiab milanese:
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