Siamo entrati nella Fase 3 e con l’articolato Piano messo a punto dalla task force guidata da Vittorio Colao, che illustra in modo dettagliato le possibili soluzioni per affrontare il periodo post pandemia, un capitolo riguarda “Infrastrutture e Ambiente, volano del rilancio”.
In particolare tra le varie azioni proposte, oltre a dare maggiore spazio alla bicicletta come mezzo di trasporto, viene messa nero su bianco la “chiusura al traffico privato dei centri urbani”: un suggerimento che suona come un imperativo, vista la situazione che si andrà a creare a settembre con la ripresa a pieno regime di tutte le attività.
Nel dettaglio sono queste le azioni prioritarie individuate per promuovere il trasporto sostenibile e le relative infrastrutture
- Incentivare lo sviluppo capillare di infrastruttura per mobilità sostenibile, come ad esempio le stazioni di ricarica elettrica, anche private
- Incentivare la creazione dell’infrastruttura ciclistica e incoraggiarne l’utilizzo attraverso, ad es., piste ciclabili, stazioni di ricarica e-bike, sistemi di sicurezza e ciclo-parcheggi
- Favorire lo sviluppo di Hub intermodali alle porte delle città, prevedendo parcheggi per privati e snodi del trasporto pubblico / piste ciclabili e chiusura al traffico privato dei centri urbani
- Incentivare l’utilizzo di car sharing a basso impatto, ad uso privato e aziendale, riservando spazi di parcheggio dedicati in posizioni strategiche, attraverso una modifica del Codice della Strada.
Dunque tra le indicazioni date nel documento c’è la Rete di Mobilità di Emergenza, la promozione della bicicletta come mezzo di trasporto, il disincentivo all’uso dell’auto privata da perseguire attraverso la chiusura al traffico privato dei centri urbani e l’incentivo a car sharing (anche aziendale) a basso impatto ambientale.
C’è anche il discorso della transizione energetica e dello svecchiamento del parco-mezzi di trasporto pubblico: la riconversione delle flotte di autobus del tpl verso mezzi a basso impatto (ibridi ed elettrici) è individuata come azione da portare avanti attraverso una direttiva nazionale con una cabina di regia comune.
Rileggendo ora questo articolo resta l’amarezza per ciò che poteva essere e non è stato, visto che, come sembra il trasporto pubblico locale è stato tra le cause di questa nuova impennata dei casi.