Mobilità

Conoscere i bisogni di chi le usa per realizzare percorsi adatti alle cargo bike

Quando inforchiamo la nostra bicicletta e pianifichiamo un percorso urbano verso una destinazione, più o meno inconsciamente operiamo una serie di scelte. Queste sono basate generalmente su parametri ascrivibili a: distanza da percorrere e tempo a disposizione; sicurezza del percorso; comfort (quantità di traffico, attenzione richiesta nella guida, condizioni della strada e così via). Che cosa succederebbe se invece di utilizzare la nostra bicicletta tradizionale guidassimo una bici cargo? Siamo certi che percorreremmo la stessa identica strada?

È disponibile da pochi mesi “What Makes a Good Cargo Bike Route? Perspectives from Users and Planners” uno studio open access dell’Università di Amsterdam e dell’Urban Cycling Institute che indaga quali sono i fattori determinanti nella scelta di un percorso urbano per gli utenti cargo, al fine di scoprire quali ostacoli incontrano e quali sono le loro necessità vere, quotidiane. I risultati sono rilevanti e meritano di essere discussi perché dimostrano una volta di più che le cargo bike hanno dei bisogni specifici.

cargo bike percorso ciclabile

Lo studio

L’indagine è stata condotta attraverso questionari e interviste tra gli utenti di cargo bike di Amsterdam e Stoccolma. Le città coinvolte sono casi interessanti perché presentano differenti aspetti fisici e infrastrutturali (più regolare e con una infrastruttura ciclabile ben sviluppata la prima; più varia e con una cultura ciclistica in crescita la seconda) e possono fornire un campione di utenti sufficiente ai fini della comparazione e della ricerca di aspetti condivisi.

La domanda alla base dello studio, “che cosa rende un percorso adatto alle cargo bike?”, comprende al suo interno tre questioni:

  1. Quali sono i percorsi ideali per questi utenti?
  2. Quali ostacoli incontrano sulle strade quando provano a mettere in pratica queste preferenze?
  3. Come si può informare i progettisti di queste necessità specifiche?
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I risultati

L’analisi dei risultati mette sul tavolo delle considerazioni puntuali.
In risposta alla prima domanda, emergono considerazioni valide per la maggior parte dei ciclisti: gli utenti di entrambe le città mostrano di preferire percorsi con minor quantità di traffico (in particolare di mezzi pesanti) che offrono infrastrutture ciclabili. Tra le preferenze evidenziate rientrano anche fattori come l’illuminazione notturna, la promiscuità con i parcheggi auto e l’uniformità del manto stradale.

Con la seconda domanda, si entra più nello specifico del mondo cargo. Le interviste ci dicono infatti che, dato il peso e l’ingombro di una cargo bike a pieno carico, il traffico e i limiti infrastrutturali delle ciclabili sono i principali ostacoli. Le cargo bike superano le auto in colonna con grande difficoltà (o non le superano affatto) se non hanno corsie dedicate, ma allo stesso tempo si trovano in difficoltà all’interno di ciclabili affollate, strette e separate da barriere fisiche che le rendono per loro inospitali. Per questo, la tipologia di corsia ciclabile disponibile riveste un ruolo fondamentale per permettere agli utenti cargo di muoversi con la corretta velocità e il giusto agio.

Infine, i ricercatori si sono confrontati con i progettisti urbani delle due città in analisi, scoprendo che a Stoccolma questi faticavano a riconoscere le necessità delle cargo bike, perché finora non tenute in considerazione. Ad Amsterdam, invece, l’attenzione alla larghezza e qualità delle infrastrutture ciclabili include già i bisogni dei numerosi utenti cargo. Non a caso, aggiungiamo noi, la città è la seconda città più bike friendly al mondo.

cargo bike percorso ciclabile sorpasso spazio

Che cosa impariamo

Almeno due sono i fattori che attestano il valore di questa indagine.

  • Il primo si riflette nella scientificità e replicabilità della ricerca. Lo studio mostra come sia possibile investigare con metodo scientifico le aspettative di mobilità di alcuni gruppi specifici di utenti e scoprire gli ostacoli che quotidianamente affrontano. Si offre così un modello applicabile anche in altre città per garantire una pianificazione urbana adatta alle cargo bike.
  • Il secondo sta nella capacità di portare alla luce i bisogni specifici di una categoria ben definita: gli utilizzatori di bici cargo. La possibilità per questo gruppo di avere a disposizione infrastrutture sufficientemente ampie e non necessariamente separate, lungo assi viari dove la promiscuità con i mezzi a motore sia regolata e assicuri a questi mezzi fluidità di movimento, sono necessità concrete e reali, che ne determinano l’effettiva inclusione nel tessuto urbano – e, in fin dei conti, il successo o meno dell’intero settore.
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In effetti, qui si gioca una partita fondamentale nella costruzione delle città del futuro: se vogliamo una logistica last mile più pulita e un nuovo modello di mobilità famigliare, bisogna conoscere i reali bisogni delle biciclette cargo per dare loro il giusto spazio. Ciò è ancor più importante se osserviamo i possibili sviluppi futuri di questi mezzi.

In conclusione, questa ricerca non fa altro che dimostrare che trasformare la mobilità urbana significa anche indagare, cogliere e rendere visibili i bisogni dei gruppi in movimento, affinché possano essere inclusi nel processo di progettazione e costruzione degli spazi cittadini.

Lo studio in lingua originale è disponibile qui.

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