L’inquinamento dell’aria è una questione che riguarda l’ambiente e la salute dei cittadini: a Torino l’evoluzione dell’inchiesta della Procura della Repubblica – avviata a seguito dell’esposto presentato dal Comitato Torino Respira – indaga i vertici del Comune di Torino e della Regione Piemonte.
“Quella sulla qualità dell’aria è la prima indagine contro gli Amministratori pubblici in materia di reato di inquinamento ambientale, uno strumento a tutela della salute dei cittadini e delle cittadine”, dichiara in una nota il Comitato Torino Respira commentando la notizia.

“Prendiamo atto – commenta Roberto Mezzalama, presidente del Comitato Torino Respira – dell’attenzione prestata dai magistrati della Procura della Repubblica nei confronti dell’iniziativa giudiziaria intrapresa dal Comitato Torino Respira, evidentemente ritenuta meritevole di interesse a fronte delle condizioni di grave inquinamento in cui versa da molto tempo la città di Torino. Quella sulla qualità dell’aria è la prima indagine contro gli Amministratori pubblici in materia di reato di inquinamento ambientale, uno strumento a tutela della salute dei cittadini e delle cittadine”.
Si rileva che da oltre dieci anni le concentrazioni di elementi inquinanti in atmosfera superano abbondantemente i limiti stabiliti dalla normativa vigente e sono noti gli effetti negativi di tali superamenti sulla salute pubblica, in particolar modo sulle persone maggiormente fragili.
Secondo il Comitato: “Le misure e gli atti intrapresi dalla Regione e dal Comune, gli enti preposti dalla legge alla gestione della qualità dell’aria nella città di Torino, sono a nostro avviso del tutto inadeguati e quindi appare configurabile una rilevanza penale della vicenda, in quanto il nuovo reato di inquinamento ambientale prevede una responsabilità anche a titolo colposo”.
Anche Legambiente, commentando la notizia, sottolinea attraverso il presidente nazionale Stefano Ciafani la portata di questa indagine: “L’inchiesta avviata dalla procura di Torino per inquinamento ambientale iscrive nel registro degli indagati vertici e amministratori a più livelli e contesta una situazione da noi denunciata da tempo, suffragata da numeri via via più allarmanti: ossia la mancata adozione di misure sufficienti e adeguate a contrastare i livelli di smog che ogni giorno nel capoluogo piemontese compromettono la qualità dell’aria e la salute dei cittadini, tanto che Torino si è confermata maglia nera assoluta nelle classifiche stilate nel nostro rapporto Mal’Aria di Città 2021″.
Per questo, secondo il presidente nazionale di Legambiente, occorre affrontare il tema in maniera organica: “L’inquinamento atmosferico è una questione complessa legata a molteplici fattori, pertanto non può essere affrontato in maniera estemporanea o emergenziale. Uscire da questa logica significa anzitutto richiamare alla loro responsabilità gli amministratori locali: il problema va affrontato in maniera strutturale e con una pianificazione organica, senza ricorrere sistematicamente alle deroghe, come fatto finora. In città è fondamentale, inoltre, incrociare due temi quali la mobilità e l’utilizzo dello spazio pubblico, da porre al centro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e intervenire nell’immediato sull’abbattimento degli inquinanti atmosferici, a partire dalle polveri sottili che hanno impatti a catena anche sul sistema sanitario, sociale e produttivo del nostro Paese”.
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All’esposto iniziale presentato nel 2017 dal presidente del Comitato Torino Respira Roberto Mezzalama, sono seguite numerose memorie di approfondimento del tema depositate nel corso degli ultimi anni all’attenzione dei magistrati che si occupano dell’indagine, le ultime delle quali sulle “Evidenze scientifiche della relazione tra inquinamento atmosferico ed effetti della epidemia di Covid19” e sulla recente sentenza emessa dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la quale l’Italia è stata condannata per i sistematici superamenti dei limiti di concentrazione di particelle di PM10 e per la mancata adozione di idonei piani per la qualità dell’aria (nella sentenza vi è una specifica censura al piano per la qualità dell’aria della Regione Piemonte, che prevede solo per il 2030 il raggiungimento del rispetto dei valori limite fissati per le concentrazioni di PM10).
Un tema, quello dell’inquinamento dell’aria in ambito urbano, di cui si sta discutendo in queste settimane anche nell’ambito del simposio digitale MobilitARS, organizzato da Bikenomist con il supporto di Selle Royal Group: ultimo appuntamento mercoledì 24 febbraio 2021, dalle ore 9 alle ore 13 (per ulteriori informazioni si rimanda al sito www.mobilitars.eu).
È ora che chi amministra i territori diventi responsabile, anche penalmente, della qualità dell’aria, che è essenziale per la salute pubblica. È di pochi giorni fa la dichiarazione del direttore di ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) Piemonte, ente preposto alla valutazione della qualità dell’aria nella regione, che afferma che i livelli di inquinamento erano ben peggiori 20 anni fa. No comment.