È piccola, probabilmente sottodimensionata e difficilmente paragonabile alle best practice europee, tuttavia è importante festeggiare e riportarne la notizia: il Politecnico di Milano ha la sua velostazione, finalmente.
Finalmente perché per quella che è tra le più importanti università del paese, che cerca sempre di competere con le migliori realtà accademiche di tutto il mondo, non offrire uno spazio sicuro in cui parcheggiare delle biciclette era davvero un deficit di attenzione alle esigenze dei propri studenti.
La sede storica del Politecnico di Milano, e quindi il Campus Leonardo, nell’area di Città Studi, è sempre stata dotata di rastrelliere sparse qua e là tra i vari edifici, oggetti dalle forme più disparate che spesso hanno incentivato il furto delle biciclette e che certamente non hanno fatto passare in tranquillità il tempo delle lezioni a migliaia di studenti che negli anni hanno scelto di muoversi in bici. Ma oggi, forse l’università più importante del paese, ha scelto di incentivare la mobilità ciclistica, realizzando quello che in molti attendevano da anni: un parcheggio sicuro, coperto ad accesso controllato.
Come è fatta la velostazione del Politecnico di Milano
La nuova velostazione arriva dopo le recenti modifiche che hanno coinvolto il Campus Leonardo: nuovi spazi verdi, nuove aree studio all’aperto e meno auto all’interno del campus.
La struttura, realizzata in modo molto semplice con pensiline e barriere metalliche, potrà ospitare fino a 26 biciclette, poca cosa rispetto alle decine di migliaia di studenti he ogni giorno frequentano l’area, ma il sito di Campus Sostenibile lascia pensare che in futuro arriveranno altre soluzioni simili.
Per accedere alla velostazione, posta tra gli edifici 5 e 9, sarà sufficiente essere in possesso del tesserino di riconoscimento dell’università, la Policard, in modo che le persone non autorizzare non possano accedere al deposito.
La velostazione del Politecnico, oltre a ospitare delle rastrelliere in grado di legare il telaio della bicicletta, è dotata anche di una colonnina per le riparazioni veloci e di una pompa per il gonfiaggio degli pneumatici.
La qualità dell’infrastruttura è ancora bassa se paragonata con parcheggi interrati realizzati nelle università danesi o olandesi, dove oltre ad avere migliaia di posti bici sono presenti anche armadietti, bagni e docce riservati a chi usa la bicicletta, tuttavia siamo convinti che lo spazio verrà apprezzato molto, tanto da dover subito pensare di ampliarlo o replicarlo.
I commenti che non rispettano queste linee guida potranno non essere pubblicati