Una buona notizia sul fronte della ciclabilità in Europa: la maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea menziona la bicicletta nei propri piani strategici di risanamento in seguito alla pandemia da Covid-19, con “1,7 miliardi di euro stanziati per infrastrutture, sicurezza, turismo e promozione della bicicletta, a conferma della sua importanza per la ripresa sostenibile dell’Europa”.
Lo conferma l’ultima analisi di ECF (European Cyclists’ Federation) a cura di Elena Colli.
Novità positive
Su Bikeitalia avevamo già affrontato il tema qualche mese fa: rispetto ad aprile 2021 la bicicletta ha assunto un’importanza maggiore ed è presente nell’agenda di nuovi Paesi che in un primo momento non avevano pubblicato la documentazione con le priorità d’intervento per i loro piani nazionali di ripresa e resilienza. Sono in totale 25 gli Stati membri che hanno esplicitato le loro intenzioni, mentre – come sottolinea la General Dutch Press Agency – due paesi mancano ancora all’appello: la Bulgaria (che ha pubblicato una bozza, ma non l’ha ancora presentata ufficialmente) e i Paesi Bassi (in attesa di formare un nuovo governo).
La ciclabilità nei piani di ripresa
Altri cinque paesi hanno pubblicato per la prima volta il proprio piano di ripresa con contenuti che direttamente o indirettamente fanno riferimento alla ciclabilità. In particolare, in sintesi:
- La Bulgaria prevede una riforma della mobilità urbana per implementare le infrastrutture di pedoni e ciclisti, per migliorare la sicurezza degli utenti vulnerabili della strada
- L’Estonia prevede investimenti per le autorità locali da utilizzare nelle infrastrutture pedonali e ciclabili
- Malta prevede due riforme che includono indirettamente la bicicletta: la creazione di maggiori spazi senz’auto e incentivi all’acquisto di e-bike
- La Slovenia menziona la bici nella sezione del turismo sostenibile, dove sono previsti investimenti in piste ciclabili e percorsi pedonali.
- La Svezia include la bicicletta in un capitolo di spesa molto generale dedicato agli investimenti climatici locali e regionali, per infrastrutture dedicate come le piste ciclabili.
Europa: aggiornamenti con miglioramenti
Alcuni paesi hanno pubblicato versioni aggiornate dei loro piani di recupero, con buone notizie per il ciclismo:
- Cipro ha fornito maggiori dettagli sulle misure incluse nel suo piano di mobilità urbana sostenibile (SUMP) già esistente, in cui gli investimenti nella componente del trasporto sostenibile includono ora: lo sviluppo di aree pedonali, 36 km di nuove reti ciclabili connesse e 4 km di reti migliorate, sicurezza per tutti gli utenti della strada con nuovi attraversamenti ciclabili e snodi ciclabili, creazione di corridoi urbani, parcheggi ciclabili e aree a 30 km/h.
- La Repubblica Ceca ha specificato il budget destinato agli incentivi commerciali per i veicoli elettrici (37 milioni di euro), che includono le biciclette da carico elettriche.
- L’Ungheria ha chiarito che 120 milioni di euro andranno alle infrastrutture ciclabili.
- La Romania ha aggiunto riferimenti ciclistici in molti settori di investimento, compresa l’istituzione di un centro nazionale di coordinamento della bicicletta e lo sviluppo di: 1) studi specifici sulle piste ciclabili; 2) una rete nazionale di piste ciclabili e piste ciclabili; 3) una piattaforma nazionale “E-Velo”, 4) multimodalità con l’adeguamento di vagoni modernizzati per deposito biciclette; 5) la digitalizzazione di piste e percorsi ciclabili.
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I fondi per la ciclabilità
Il paese che spenderà la più alta percentuale della sua quota nazionale del recovery fund sarà il Belgio con il 7%, a seguire la Danimarca con il 4,4%; Ungheria, Lettonia e Slovacchia spenderanno l’1,7% mentre Cipro l’1,4%. Cinque paesi non menzionano affatto la ciclabilità nei loro piani di spesa – Finlandia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo – e al momento i Paesi Bassi restano l’unico Stato membro dell’Ue senza un piano pubblicamente disponibile.
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