Il progetto della Ciclabile del Garda continua a far parlare di sé e, ultimamente, si è aperto un articolato dibattito tra fautori e detrattori dell’opera: si tratta di un anello ciclabile che impatta troppo sui delicati equilibri del luogo oppure va realizzata per rendere finalmente percorribile in bicicletta il periplo del Lago di Garda in sicurezza?

La questione è spinosa. Certo, il cicloturismo rappresenta un volàno importante per l’economia di un territorio e il Lago di Garda già rappresenta una mèta gettonata: ma è l’impatto ambientale dell’infrastruttura che fa riflettere. Una critica puntuale e dettagliata è stata fatta da Paolo Pileri – professore ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano, pioniere della “mobilità lenta” e padre del progetto “Ven.To” – che sulla rivista Altreconomia non ha usato mezzi termini: “Penso onestamente che tra i danni al paesaggio unico, bellissimo e super vincolato e i rischi idrogeologici, quella infrastruttura ciclabile non sia sostenibile. Spiace dirlo, ma da tecnico credo che si siano oltrepassati i limiti. Penso che sia una “pensata” esagerata che ha avuto il suo guizzo iniziale un paio di anni fa, ma che ora deve saggiamente sapersi fermare e non toccare nulla di tutto ciò che sono i versanti bellissimi e fragili e le spiaggette sottili del Garda”.
D’altra parte il fronte dei sindaci che si affacciano sul Lago di Garda si è spaccato proprio per motivi legati ai costi (di realizzazione e futura manutenzione dell’opera) e dell’impatto ambientale. Come si legge su BresciaOggi: “L’Anello attorno al lago dovrebbe svilupparsi su 166 chilometri. Nel progetto sono previste 112 opere d’arte, di cui 87 ponti, 5 nuovi sottopassi e 20 gallerie. Nel piano finanziario nazionale sono destinati alla Regione Lombardia 12.539.913 euro per soli 8 chilometri di tracciato, la Provincia di Trento avrà a disposizione 6.966.618 euro per 4 mila metri di itinerario, mentre alla Regione Veneto avrà 10.493.469 euro. Tanti soldi per poca pista”.

A scoperchiare il vaso di Pandora è il ricorso al Consiglio di Stato del Comune di Tremosine che si oppone alla realizzazione di 750 metri di tracciato che insistono sul suo territorio. Per questo Mariastella Gelmini – che è la presidente della Comunità del Garda ma anche la ministra per gli Affari Regionali – alla luce di queste perplessità ha deciso di istituire un tavolo tecnico per analizzare a fondo tutti gli aspetti della vicenda. La stima dei costi complessivi di realizzazione per i 166 chilometri dell’Anello ciclabile del Garda è di 344 milioni e 500 mila euro: investimento importante per sviluppare un territorio già ad alto tasso turistico o risorse che potrebbero essere spese per la messa in sicurezza di un territorio con un delicato equilibrio idrogeologico e soggetto a frane?
La viabilità, peraltro, è un nervo scoperto della zona: le strade intorno al Lago di Garda sono inadatte a sopportare un traffico consistente e l’Anello ciclabile – per alcuni tratti sospeso su una passerella a picco sul lago, come nei 2 chilometri già realizzati a Limone sul Garda – farebbe aumentare il flusso di visitatori, minando il delicato equilibrio dei luoghi. La questione resta aperta: su Bikeitalia ne seguiremo gli sviluppi.
Abbiamo la fortuna di vivere nella Nazione forse più bella al mondo dove in pochi km di percorrenza è possibile visitare siti Romani, Etruschi, Medievali… Cibo, sole, montagne, laghi, mare e moda…. Mancano però le infrastrutture, autostrade, ferrovie ed aeroporti e soprattutto parcheggi Silos per liberare gli spazi orizzontali. Il traffico turistico sta aumentando a più del 10% annuo. E noi abbiamo una disoccupazione enorme, stipendi bassissimi, spiagge senza servizi…. Piuttosto di criticare la ciclabile del Garda, pensiamo piuttosto a pianificare e progettare un’altra Italia al servizio del turismo. Basta acciaierie che inquinano e basta produttori di auto che ci fregano i soldi in cambio di nulla. Svegliamoci, prima che tutti capiscano che da noi è meglio non venire perché ci sono troppi ladri troppi disonesti e troppa disorganizzazione.
Ma sinceramente non capisco l’ansia di venire a tutti i costi in bicicletta sulla gardesana, sapendo che il volume del traffico è già enorme, perché per raggiungere i nostri paesi, turistici e montani, serve necessariamente l’auto. Se si vuol venir sul Garda, noi abbiamo moltissimi percorsi adatti alle bici, che si sviluppano nell’entroterra. Si può girare all’aria pura senza rompere le scatole a nessuno o rischiare di essere investiti. Deturpare il nostro paesaggio buttando soldi come noccioline, per far andar divertire i ciclisti sull’acqua, mi sembra una follia: non tutto ciò che è astrattamente possibile o divertente, si deve effettivamente realizzare!
Severino, severo ma giusto. Oppure andare talmente in tanti sulla gardesana da far impazzire gli automobilisti e mandare loro su altre destinazioni
E’ inutile nascondersi dietro al dito, la viabilità attorno al lago di Garda è impostata unicamente per i mezzi motorizati. E’ pressoche impossibile ricavare una striminzita pista ciclabile a lato statale, i sindaci preferiscono le auto con passeggieri che entrano negli hotel e mangiano al ristorante, la passerella sospesa è antieconomica e assurda.
A noi ciclisti la scelta: farsi “stirare” sulle strade del Garda o indirizzarci su laghi più accoglienti.
Sottoscrivo un milione di volte Paolo Gaffurini !!! Intervenire sul traffico privato !!! Bus navetta ad alta frequenza !!! Potenziamento del trasporto via acqua, pedaggi costosissimi (anche se ciò non sarebbe molto democratico… tutti i “riccastri” che frequentano il Garda riderebbero sotto i baffi…, forse meglio limitare l’accesso) ecc.
La famosa ciclabile di Limone del Garda è un’inutile passerella ciclopedonale, impossibile da percorrere in bici a causa dei numerosi pedoni che la percorrono. E’ chiusa da un lato barriere che costringono chi vuole entrarci o uscirci in bici a sollevare il proprio mezzo a spalle per superarle. La strada Gardesana è un’arteria totalmente invivibile da maggio a settembre e in tutti i weekend dell’anno. La mobilità del Garda è totalmente compromessa e andrebbe rivista completamente, impedendo di fatto il transito alle auto con un pedaggio elevato e creando una reale alternativa di trasporto pubblico via lago e via terra che permetta ai turisti di spostarsi tra le località. Alleggerire e ridurre il traffico sulla Gardesana, permetterebbe una convivenza più umana tra traffico motorizzato e ciclabile, senza bisogno di costruire inutili passerelle ciclopedonali, di fatto inutili allo spostamento su due ruote.
si tratta poi di una pista pochissimo ciclabile, nella bella stagione è molto frequentata da pedoni, spesso con bambini, passeggini ed animali da compagnia. andare in bici in questo contesto è impossibile.