Mobilità

Ridurre il numero di automobili significa ridurre la dipendenza dal petrolio russo

Ridurre il numero di automobili significa ridurre la dipendenza dal petrolio russo

L’Italia è il paese europeo con il più alto tasso di motorizzazione in Europa: ci sono più auto che patenti e il riflesso di questo dato numerico è sotto gli occhi di tutti coloro che ogni giorno cercano di spostarsi tra code interminabili, cercare parcheggio o semplicemente attraversare la strada in sicurezza.

Questa non è una novità come, d’altronde, non è una novità neppure che, grazie a questo straordinario primato, l’Italia è uno dei paesi che maggiormente consuma derivati del petrolio per la mobilità individuale.

La cosa che maggiormente mi stupisce di ciò è che mentre ogni singolo istante della comunicazione sui media è strenuamente concentrata sulla guerra in corso tra Russia e Ucraina, nella quale l’Italia ha deciso da che parte stare, ancora nessuno tra politici e opinionisti che ogni giorno sciorinano ricette e soluzioni in TV abbia sottolineato l’incongruenza tra la volontà di mantenere in moto un parco di quasi 40 milioni automobili e quella di emanciparsi dal petrolio russo che è la grande arma di ricatto di Putin nei confronti dei Paesi occidentali.

Questa correlazione, totalmente assente nel dibattito pubblico italiano, sta invece mettendo d’accordo avversari storici come Greenpeace, da un lato, e l’ADAC (l’equivalente in Germania dell’ACI – Automobile Club d’Italia), dall’altro, che ha recentemente lanciato una campagna che esorta gli automobilisti tedeschi a consumare meno carburante pur continuando a muoversi.

In che modo? Riducendo la velocità in primis, ma anche e soprattutto, lasciando l’auto a casa e muovendosi a piedi e in bicicletta.

il tweet dell’ADAC che annuncia la campagna “risparmia benzina”

La stessa posizione, d’altronde, è condivisa anche dall’International Energy Agency che ha pubblicato recentemente un decalogo che va proprio in questa direzione e di cui di seguito riporto per facilità l’infografica di supporto.

In Italia, però, vige il silenzio su questi temi perché è molto più semplice dividersi ancora una volta tra Guelfi e Ghibellini, tra coloro che sono favorevoli all’invio di armi e coloro che sono contrari, come se non potessero esistere percorsi alternativi alla banale questione armi sì/armi no.

O, tradotto in termini diplomatici, come evidenziato da Josep Borrell a inizio aprile: “Fino a questo momento abbiamo dato dato all’Ucraina circa 1 miliardo di euro. Può sembrare tanto, ma un miliardo è quello che diamo a Putin ogni giorno per l’energia che ci vende. Dall’inizio della guerra abbiamo quindi dato 35 miliardi di euro alla Russia e 1 miliardo di euro all’Ucraina”.

E a chi dice che tutto questo non è possibile in Italia rispondo che a Reggio Emilia si terrà un simposio di due giorni dal titolo “mobilitARS” che nei giorni del 26 e 27 maggio si occuperà di spiegare in termini tecnici e politici come realizzare città senz’auto.

La partecipazione è gratuita, ma occorre registrarsi a www.mobilitars.eu

Commenti

  1. Giuliano ha detto:

    Io, usando la bici evito di percorrere, ogni anno, 2-3000 km in auto. Ciò significa 2-300 litri di benzina in meno.
    Se altri 10 milioni di italiani passassero alla bici, si consumerebbero 3 miliardi di litri di benzina, quasi il 10 % del consumo annuo.

  2. mariazzo ha detto:

    follow @biketoworkforpeace su instagram :)

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