Così l’urbanismo tattico trasforma lo spazio pubblico
Un progetto di trasformazione dello spazio pubblico nella città di Milano, per sottrarre alcune strade al traffico motorizzato e restituirle alle persone. Questo, in estrema sintesi, l’obiettivo di “Strade Aperte”: un’iniziativa del Comune di Milano portata avanti nel 2020 in tempo di pandemia – sulla scorta dell’esperienza di Piazze Aperte – per creare nuove ampie porzioni pedonali e adattare la città alle misure di distanziamento. Ne ha parlato a MobilitARS 2022 – evento realizzato da Bikenomist in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia – Demetrio Scopelliti, direttore urbanistica, spazio pubblico e territorio di Amat.
Ripensare lo spazio pubblico
Il progetto è partito in piena pandemia: il lockdown, con le strade vuote, aveva fatto porre delle domande all’amministrazione meneghina, cioè in che modo adattare la città alle misure di distanziamento e ripensare lo spazio pubblico in funzione delle persone e dei loro bisogni.
Pur nella drammaticità del momento, il Covid-19 ha rappresentato un’opportunità per cambiare le cose con una certa celerità, come afferma Scopelliti: “Un modo per mettere in discussione lo status quo e avere ben chiaro l’obiettivo della trasformazione urbana: non come obiettivo a medio/lungo termine ma come attuazione immediata”.
La trasformazione urbana
D’altra parte la situazione in cui siamo, con l’emergenza climatica pressante e preoccupante che non possiamo più ignorare, impone di ripensare l’allocazione dello spazio pubblico: l’opportunità di farlo in modo sperimentale e “leggero” durante la pandemia ha rappresentato senz’altro un banco di prova importante per poi replicarlo su larga scala e renderlo una buona pratica di trasformazione urbana.
“Utilizzare in maniera diversa le strade libere dalle auto: con la riorganizzazione e il riutilizzo dello spazio pubblico per pensare una città diversa fatta di diversi centri e non più monocentrica. Per promuovere anche il concetto di prossimità e adottare una strategia di adattamento all’insegna della pedonalità”, spiega Scopelliti all’uditorio di Mobilitars 2022.
L’urbanismo tattico e “Strade Aperte”
Dunque il progetto “Strade Aperte” non ha solo trasformato lo spazio pubblico nelle strade liberate dal traffico (a causa del lockdown dovuto alla pandemia) ma è stato un modo per rallentarlo al suo ritorno, alla riapertura delle attività. Si è trattato, peraltro, di utilizzare un strumento già rodato: l’urbanismo tattico di “Piazze Aperte”, riuscendo a portare una trasformazione celere senza il tradizionale approccio dell’opera pubblica e delle sue tempistiche dilatate. Ribaltando la prospettiva: da spazi per le auto a spazi per le persone.
Le tipologie di intervento
Sono state realizzate diverse tipologie di intervento: dai dehors ai parklet, dalle pedonalizzazioni alle strade condivise. Tutte azioni per perseguire il comune obiettivo di restituire lo spazio pubblico alle persone e alla funzione primaria della socialità all’aperto, pur nel rispetto del distanziamento interpersonale.
In conclusione Scopelliti spiega il senso del progetto “Strade Aperte” e delle sue successive implicazioni: “Lo spazio pubblico non può essere usato in maniera indebita gratuitamente da chi possiede un veicolo ma deve essere negoziato da tutti coloro che vogliono altro”.
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