Business

Crisi del mercato bici: eppure la ripresa è vicina

Crisi del mercato bici: eppure la ripresa è vicina

Qualche giorno fa Shimano, la società leader al mondo in componenti per bicicletta, ha pubblicato il proprio report finanziario per l’anno 2022 che ha portato alcuni a dipingere nubi all’orizzonte più fosche di quanto realmente non siano per il settore.

Shimano nel 2022 ha registrato un aumento del fatturato del 16,6% rispetto al 2021 nel segmento legato alle bici per un totale di 3,6 miliardi di euro e un reddito operativo che è stato superiore al miliardo di euro (+15,9%).

Il fatto è che dopo 5 anni di crescita ininterrotta, adesso è arrivato il momento del rallentamento e infatti le previsioni di Shimano per il 2023 parlano di una contrazione delle vendite del comparto bici di circa il 20,5% e ora qualcuno si chiede se la favola dell’economia della bicicletta non sia finita ancor prima di cominciare perché in questo momento i prezzi sono alti, i magazzini sono pieni e per tutto quello di cui abbiamo già parlato.

Crisi del mercato bici

Per fortuna non ci sta crollando il cielo in testa: quello che stiamo affrontando è il momento di discesa da una tipica sbronza da incentivi, quanto ti risvegli con il mal di testa, lo stomaco sottosopra e sai che l’unica cosa da fare è tenere duro perché poi passa.

Il periodo che stiamo vivendo è una ripetizione un po’ più forte del 2010, quando, dopo l’ondata di incentivi della Ministra dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo le vendite di bici crollarono di oltre il 15% e rimasero piatte per qualche anno.

Oggi la situazione è più complessa, certo: la crescita è stata più alta e il boom della domanda di biciclette ha riguardato il mondo intero, non solamente l’Italia.

Ma anche il contesto oggi è differente: pochi giorni fa il Parlamento Europeo ha approvato la Strategia Europea per raddoppiare i km percorsi in bicicletta nell’Unione Europea entro il 2030 che prevede, tra le altre cose, un abbattimento dell’IVA sulle biciclette e sulle riparazioni.

Noi abbiamo sempre la sensazione che quelle del Parlamento Europeo siano chiacchiere al vento, ma la riduzione dell’IVA sulla vendita di biciclette è stata già adottata dal Portogallo e anche la Spagna ne sta discutendo. Questo significa che una bici a Lisbona oggi costa il 17% in meno rispetto al resto d’Europa: un vantaggio competitivo non indifferente che rilancerà il mercato locale e attirerà nuovi clienti da oltre confine.

Il sottinteso di tutto questo è che il Portogallo ha lanciato una gara all’armonizzazione delle politiche fiscali sulle biciclette e chi resterà indietro ne pagherà il prezzo più alto. Se l’Italia non dovesse armonizzare la propria fiscalità agli altri paesi finirebbe quindi per punire i commercianti italiani e costringerli a restare confinati in un mercato stagnante mentre le controparti di oltre confine godono di condizioni migliori.

Il settore della bici in questo momento è ingolfato e, come recita il rapporto fiscale di Shimano, la crisi ucraina, l’inflazione mondiale e il costo delle materie prime rendono ancora più complicata la situazione, ma questa è una crisi a orologeria, che ha una data di scadenza.

La data di scadenza della crisi sarà diversa per ogni paese europeo e per l’Italia dipenderà dalle decisioni che prenderanno a Roma nelle sedi istituzionali, quindi, dalla capacità delle associazioni di categoria di operare le dovute pressioni sul governo.

Nel frattempo, noi operatori del settore dobbiamo limitarci a tenere botta.

ebook

Business & Economia
scarica ora

Commenti

  1. Luca ha detto:

    Se i magazzini fossero pieni come dicono e la reperibilità dei negozi dei materiali è scarsa, semplicemente siamo di fronte a un tentativo di speculazione di ridurre l’offerta per aumentare la domanda.. E quindi tenere un prezzo più alto.
    Però bisogna stare attenti perché Le grandi aziende potrebbero anche Cercare nuovi partner E aprire nuovi scenari!

  2. Paolo ha detto:

    La crisi della bicicletta riguarda la fascia bassa, i cui prezzi sono aumentati a dismisura per la forte richiesta degli ultimi anni.
    Per le bici oltre i 6.000€ nessuna crisi.
    Ovvio che Shimano osservi le previsioni di fatturato di cui gran parte dello stesso è composto da componentistica di base.
    Credo che l’iniziativa del Portogallo di defiscalizzare i prezzi delle bici, innescherà una reazione a catena in tutta Europa.

  3. Alfio ha detto:

    Purtroppo i mgz sono pieni, ma di materiale acquistato a prezzi ubriachi, le aziende non possono produrre a prezzi come occorrerebbero oggi..,,la rimessa sarebbe certa e quindi stanno balbettando le consegne non potendo abbattere i prezzi, come occorrerebbe oggi …… questo è il mio umile pensiero ?

  4. Stefano ha detto:

    Io continuo a non capire. Shimano ( e non ) dichiarano di avere i magazzini pieni eppure si fa ancora troppa farica a trovare bici e componenti. Mi riferisco soprattutto al mercato delle bdc e mtb ( ma anche ebike ) e basta farsi un giro sui siti piu’ blasonati di vendite on line per rendersi conto che la maggior parte dei prodotti sono “out of stock”. Come sempre il disponibile “subito” e’ a prezzi folli ( nel senso con sconti bassi ) e misure improbabili ( 46 o 58 ). Se poi ti rechi nel negozio in citta’ non trovi niente e bisogna sempre e comunque ordinare con tempi di attesa non esattamente conosciuti. Quindi, come funziona esattamente? Dove sono i magazzini gonfi di materiale? E soprattutto di che materiale stiamo parlando?
    Grazie!

I commenti non vanno online in automatico ma vengono prima letti e moderati dalla redazione: la loro pubblicazione di norma avviene nei giorni feriali tra le 9 e le 18.
I commenti che non rispettano queste linee guida potranno non essere pubblicati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *