Quando si guarda l’Italia dall’alto, a bordo di un aereo, tra una turbolenza e la minaccia di un atterraggio lontano dalla mèta prevista, a volte si vede solo una coltre di nubi burrascose. Ma sotto ci sono tanti territori da conoscere e sviluppare. Così capita di scoprire, da quel punto di vista privilegiato, che esistono persone e aziende che fanno proprio quello, per lavoro. La vicina di sedile, tra una chiacchiera e l’altra in attesa di un varco nella pioggia, si rivela una giovane professionista impegnata nella valorizzazione di aree geografiche e Comuni, che possono diventare più efficienti e vivibili. Anche per chi usa e ama la bicicletta.
Alessia Pardi, 29 anni, è un’urban planner, una gis analyst (analista dei sistemi di informazione geografica) e una smart city and environment consultant. Ora collabora a progetti che sviluppano le nostre città e le località italiane, comprese quelle a rischio abbandono e spopolamento.
La carriera e il lavoro
Come ti sei preparata?
«Ho una formazione urbanistica, fin dalla laurea triennale. Da Firenze mi sono spostata al Politecnico di Milano, per i miei studi, e poi in Svezia, un Paese che ha contribuito fortemente al mio orientamento ai temi dell’impatto sostenibile».
Per chi lavori?
«Per Municipia, come Functional & Business analysis specialist. La società fa parte di Engineering, una digital transformation company con circa 15.000 dipendenti che da 40 anni si espande nel mondo. Il gruppo è formato da oltre 70 aziende in 14 Paesi e oltre 80 sedi distribuite in Europa, Stati Uniti e Sud America».
Che cosa fa Municipia?
«Affianca le pubbliche amministrazioni con vari servizi e piattaforme, che le aiutano a essere più smart. Gli ambiti in cui agiamo sono la sicurezza, il turismo, la sostenibilità, il welfare e la valorizzazione territoriale. Quest’ultima è la business area di cui faccio parte».
L’impatto dei progetti di Municipia
Cosa offrite?
«Non prodotti, ma competenze, tempo, servizi e piattaforme digitali. Il nostro ruolo è supportare gli Enti nella definizione dei bisogni della comunità e nell’elaborare una strategia territoriale di sviluppo, che generi un vero impatto economico e sociale sui territori. Per lavorare a fianco di Comuni ed entità territoriali usiamo il partenariato pubblico-privato, uno strumento efficace, che porta risparmi all’Ente e benefici ai cittadini. I progetti sono sostenibili, economicamente. Municipia investe direttamente di suo, per raggiungere l’obiettivo, privilegiando lo sviluppo territoriale integrato, che coinvolge più comuni in uno stesso obiettivo. Il ritorno economico arriva dal successo dei progetti che i Comuni mettono sul tavolo e dai servizi che si attivano».
Come collaborate coi Comuni?
«Municipia partecipa ai bandi lanciati dalle amministrazioni comunali. Quando vince la gara, parte il partnenariato, che dura 8-10 anni circa. Ripeto: non sono i Comuni a pagarci, la nostra remunerazione è una percentuale sui pagamenti dei servizi. Possiamo occuparci di Granting (ricerca delle opportunità di finanziamento tramite fondi pubblici, regionali, nazionali, europei), Advisoring (preparazione delle proposte progettuali da candidare a finanziamento), Public Project Management (supporto nella gestione e rendicontazione dei finanziamenti ottenuti) ed ESCO trading (realizzazione di interventi di efficienza energetica)».
Mobilità sostenibile e città smart
Le città smart sono amiche delle bici?
«La mobilità sostenibile è uno degli elementi base di una smart city, anzi di una smart land. In genere nei progetti di sviluppo territoriale integrato (Psti) si trovano più elementi: rigenerazione urbana, digitalizzazione, transizione energetica… Nelle aree interne e montane più svantaggiate uno degli obiettivi più comuni è creare una mobilità alternativa all’uso dell’auto privata. Molte amministrazioni sentono l’urgenza di questo cambiamento. Incentivano gli abitanti all’uso della bici e investono nel cicloturismo, proprio per la ricaduta economica che ha sul territorio. Grazie alla costruzione e al rifacimento di piste ciclabili, alla realizzazione di itinerari turistici e culturali si possono coinvolgere professionisti, associazioni e aziende locali».
Progetti di valorizzazione territoriale
Perché i vostri progetti valorizzano i territori?
«Perché migliorano i servizi locali e fanno crescere attori della zona. Condividendo con loro il rischio d’impresa.»
Quanto costano?
«I costi variano in base ai comuni coinvolti, alla popolazione e alle caratteristiche del progetto».
Dove si stanno attuando?
«In tutta Italia: Lombardia, Piemonte, Campania. Tutti coinvolgono il mondo della mobilità sostenibile e della bici. Anche per questo, per la coincidenza con obiettivi europei, ci è possibile trovare fondi per finanziarli».
Progetti concreti e realizzazioni
Ci fai qualche esempio?
«Uno dei nostri progetti integrati attivi è “Smart Land in Valmalenco: prima valle 4.0 in Italia in ambito alpino”. Ci stiamo lavorando in collaborazione con Cisa, altra società di consulenza. Coinvolge quattro Comuni (Chiesa in Valmalenco, Caspoggio, Lanzada, Spriana), che vogliono attivare un servizio di trasporto elettrico, per migliorare la mobilità locale, e realizzare l’Alta Ciclovia della Valmalenco. Un anello di 100 km su strade bianche collegherà rifugi alpini, con grande impatto economico, sociale e turistico, ma anche sostenibilità ambientale. I lavori dovrebbero concludersi entro quest’anno. Poi ci sono vari sottoprogetti da realizzare».
Una nuova via per i ciclisti impatta nell’economia e società locale?
«Nello sviluppo turistico, di certo. Le richieste turistiche legate al ciclismo, in particolare all’uso di biciclette elettriche, sono in costante aumento. Oltre alle classiche esigenze di alloggio, i cicloturisti cercano anche servizi specifici, assistenza e soprattutto percorsi ben segnalati e mappati su supporti digitali moderni. Il completamento dell’Alta Ciclovia, che attraversa tutte le località dell’Alta Valmalenco e si collega con la Svizzera, conferirà alla valle una maggiore attrattività internazionale».
Che effetti vi aspettate?
«Maggior afflusso di turisti sportivi ed escursionisti, soprattutto in periodi complementari rispetto al turismo tradizionale, migliori collegamenti con rifugi e alpeggi, rigenerazione dei borghi e dei centri abitati della valle, anche grazie all’integrazione con le attività commerciali, artigianali e ricettive locali. Quelle che ci sono e quelle che potrebbero nascere. Il percorso si inserisce inoltre nella rete ciclopedonale della Lombardia, collegandosi ad altri tracciati come il “Sentiero Rusca” e il “Sentiero Valtellina“, e contribuirà a valorizzare gli investimenti già fatti o previsti dalla Regione».
Investimenti, in questo progetto?
«Il valore dei progetti territoriali finanziati con fondi pubblici e privati, nei comuni dell’aggregazione, per l’attuazione della strategia territoriale, ammonta a un totale di 120 milioni di euro, in un periodo di otto anni. Come Rti (Raggruppamento temporaneo di imprese) abbiamo supportato le amministrazioni nella stesura e nella stipula dell’Accordo Locale Semplificato, che tra gli altri progetti finanzia anche quello della ciclovia. Gli accordi locali semplificati cofinanziano iniziative di sviluppo territoriale e sono finalizzati alla realizzazione di interventi e opere di valenza locale che concorrono all’attuazione delle politiche regionali. Tutte le informazioni si possono reperire nella sezione trasparenza amministrativa dei siti dei comuni coinvolti».
Altri progetti d’integrazione della rete ciclabile in Lombardia
Qualcosa a Milano?
«Un altro progetto di sviluppo territoriale integrato, portato avanti sempre con Cisa Consulting, è il Som, Smart Land Sud Ovest Milano. Vi partecipano otto Comuni di quell’area, con Zibido San Giacomo come capofila, nel Parco agricolo Sud di Milano. Tre gli ambiti prioritari: mobilità intermodale e sostenibile, rigenerazione urbana e nuova socialità, digitalizzazione ed efficientamento energetico.
I percorsi ciclabili saranno ampliati, valorizzati e messi a sistema, sempre per contrastare l’uso dei mezzi privati e favorire la connessione con i servizi di trasporto pubblici. Il valore dei progetti territoriali finanziati con fondi pubblici e privati, nei comuni dell’aggregazione, per l’attuazione della strategia territoriale, ammonta a un totale di 95 milioni, in un periodo di otto anni».
Il completamento e l’integrazione della rete ciclabile porterà vantaggi alla comunità?
«L’intervento ha valore prioritario per tutte le Amministrazioni coinvolte. La nuova infrastruttura ciclabile completerà la rete esistente, per garantire una mobilità sicura all’interno dei comuni e delle loro frazioni.
La ciclabilità e la mobilità integrata connettono i centri urbani di interesse, dove sorgono scuole, centri sportivi e sanitari, i nodi del trasporto pubblico (stazioni ferroviarie e fermate autobus), i parcheggi di interscambio e i grandi attrattori ambientali.
La rete ciclabile di Smart Land SOM si collegherà agli itinerari locali, come la ciclabile del Naviglio Pavese, in futuro a “Cambio, il biciplan della Città Metropolitana di Milano”, e alle ciclovie nazionali ed europee, come la Ciclovia Vento, che collega Venezia a Torino. Si amplia l’offerta per i ciclisti locali, i visitatori e, in particolare, i cicloturisti, migliorano la visibilità e l’attrattività del territorio».
Il lavoro in team
Lavori da sola?
«No, il mio gruppo, nella mia business area, è composto da 15 persone. Io in particolare mi occupo dell’analisi dei dati e del rapporto preliminare con il cliente. Dopo la gara, entra in gioco un’altra area, la delivery: sono loro a consegnare i servizi e le modalità per farli funzionare al meglio».
Il futuro della professione e la passione per la bici
Come vedi il futuro della tua professione?
«Credo fermamente in quello che faccio, come professionista. E sono anche una cicloturista nel mio tempo libero, amo esplorare i territori. Spero in un cambiamento sostenibile e nei risultati concreti dei nostri progetti, che vanno avanti negli anni».
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