Sentiero Valtellina in bici
Quanto sareste disposti a pagare per poter pedalare al fresco, in tutta sicurezza per un centinaio di km senza incontrare automobili e in leggera discesa?
Se abitate a Milano, ve la cavate con poco: 12,50 euro è il prezzo del biglietto per Tirano (prezzo aggiornato ad agosto 2024, ndr), piccolo centro valtellinese che fa da capolinea per i treni che partono ogni ora dalla stazione di Milano Centrale.
Si può scegliere di portare con sé la propria bicicletta (sovrapprezzo di 3 € per ciascuna bicicletta), oppure di noleggiarne una appena fuori dalla stazione con una formula di prelievoe prevede la restituzione in uno qualsiasi degli altri rent a bike dislocati in tutto il territorio valtellinese.
Mappa del Sentiero Valtellina
Altimetria

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In ogni caso, Tirano si situa verso la metà del Sentiero Valtellina, da qui, per i più validi e prestanti, si può proseguire verso nordest alla volta di Bormio, per chi, invece non vuole sentir parlare di salite, la ciclovia valtellinese scorre pigramente seguendo il corso dell’Adda verso ovest, fino alla stazione di Colico, sul Lago di Como.



Verso valle lungo il Sentiero Valtellina
Noi ci lasciamo vincere dalla pigrizia e scegliamo di scendere verso valle. Usciamo dal piazzale della stazione e dopo qualche centinaio di metri su una strada che condividiamo con le automobili, arrivati al Santuario (che merita una breve sosta), proseguiamo verso la zona industriale dove incontriamo per la prima volta il fiume Adda e i primi cartelli che ci indicano la direzione da seguire.
Il fondo è di asfalto liscio e levigato, l’ideale per le nostre biciclette da corsa che lasciamo scivolare sfruttando la pendenza dolce. Alla nostra sinistra ci fa compagnia il fiume, mentre la ciclabile compie varie curve che ci portano a esplorare le campagne che si sviluppano lungo la valle. Ai nostri fianchi si ergono le Alpi Retiche e le Orobie con cime che raggiungono anche i 2.800 metri di altitudine.
Le popolazioni locali hanno saputo addomesticare i terreni scoscesi trasformandoli in terrazzamenti dove viene coltivata la vite che si traduce quindi in vini dal carattere robusto e dai nomi evocativi: Sassella, Sforzato, Inferno.

La segnaletica, ovunque presente, è curata nel minimo dettaglio, al punto che perdere la strada è quasi impossibile. Di tanto in tanto si viene avvertiti che si sta per affrontare un tratto a uso promiscuo con le automobili, ma di auto non c’è nemmeno l’ombra.
Piuttosto, si incontrano famiglie in bicicletta al cui seguito i bambini di ogni età pedalano serafici senza la minima preoccupazione del traffico.

Di tanto in tanto si finisce per attraversare anche qualche piccolo borgo, come Carolo che sembra un presepe in grandezza naturale.
Soste e gastronomia in Valtellina
Ogni pochi km si incontrano delle piazzole di sosta, tutte dotate di fontanelle, tavoli e panche, giochi per i bambini, ma anche piccoli barbecue dove potersi concedere una grigliata in mezzo al verde lontani dal caos della città. Noi non abbiamo riserve di cibo e quindi filiamo dritti verso Sondrio dove ci mettiamo alla ricerca di un ristorante per gustare le prelibatezze della zona.
Abbiamo percorso 30 km e attorno a Piazza Garibaldi è pieno di ristorantini appetitosi. Ne scegliamo uno a caso e ordiniamo degli sciatt (palle di formaggio ricoperte di farina di grano saraceno e poi fritte) e una bottiglia di Sassella mentre guardiamo il resto del menù e scegliamo. Optiamo per dei ravioli di bresaola alla casera e dei pizzoccheri. Boom.
Satolli e felici ci alziamo da tavola, pronti ad affrontare il resto del percorso. Le gambe sono un po’ pesanti, ma dopo un po’ tutto riprende il giusto ritmo. Ci fermiamo spesso a fare foto, in particolare agli animali delle aziende agricole che incontriamo. Prima degli asini, poi addirittura degli struzzi di un agriturismo didattico lungo il sentiero.
Gli incontri e il paesaggio lungo il Sentiero Valtellina
I ciclisti che incontriamo sono cordiali e ci salutano: evidentemente tutti hanno abbandonato l’ansia della performance e si fanno piuttosto pervadere dal senso di relax che si gode lungo il sentiero.

Arrivati all’altezza di Forcola, arriva una deviazione (ndr: per aggiornamenti sullo stato del Sentiero Valtellina controllare sempre il sito): la ciclabile qui è ancora in fase di completamento e siamo costretti a utilizzare la strada normale: ritrovarci all’improvviso in mezzo alle automobili ci sembra stranissimo, ma c’è da dire che dato l’alto numero di ciclisti che transitano solitamente di qui, gli automobilisti sono piuttosto rispettosi e ti sorpassano lasciando tutto lo spazio che serve.
Ignoriamo il rientro nella ciclabile a Talamona e scegliamo invece di tirare dritti per Morbegno per un gelato. Sosta e veloce e siamo di nuovo lungo il fiume che adesso è più ampio e calmo.
Il paesaggio continua a cambiare ed è un attimo passare dalle zone rurali a vere e proprie foreste in miniatura.
All’improvviso il fondo cambia, diventa sterrato, un brecciolino molto compatto che ci consente di procedere spediti anche con le coperture da corsa.
Qui facciamo un piacevole incontro con dei cavalli che pascolano serafici ai lati della ciclabile.
Dalla provincia di Sondrio a quella di Lecco
Un cartello ci dice che abbiamo abbandonato la provincia di Sondrio e siamo entrati nella provincia di Lecco. Ancora 5 km e arriviamo alla foce del fiume, quando l’Adda diventa il Lago di Como, pochi km a nord dal centro di Colico.
Qui ci dà il benvenuto una spiaggia dove persone di ogni età prendono il sole dopo essere andati a mollo nel lago. Ci sono biciclette pressoché ovunque. Vorremmo concederci un bagno veloce, ma non abbiamo il ricambio e vorremmo evitare di stare in treno coi vestiti bagnati, quindi tiriamo dritto verso la stazione.
Salutiamo il Sentiero Valtellina e vorremmo suonare alla porta del municipio per complimentarci con una persona a caso per il lavoro svolto su questa ciclovia che, seppure esclusa dalla rete delle ciclovie nazionali, è talmente ben progettata e realizzata di qui a breve non mancherà di diventare uno dei fiori all’occhiello dell’attrattività turistica del nord d’Italia. Sicuramente ci torneremo presto, magari per risalire l’Adda verso Bormio.
Foto di apertura: Sentiero Valtellina ph. Roberto Ganassa – ClickAlps
Articolo aggiornato ad agosto 2024
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