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La riqualificazione davanti al Ministero dei Trasporti è un inno al traffico motorizzato

La riqualificazione davanti al Ministero dei Trasporti è un inno al traffico motorizzato

In tutto il mondo riqualificazione fa rima con pedonalizzazione, ma Roma fa eccezione. La buona pratica di togliere lo spazio pubblico alle auto per destinarlo al verde pubblico e alle persone è un concetto che non ha fatto breccia nella Città Eterna: lo dimostrano numerosi esempi – come il rifacimento dell’esterno della Stazione Tiburtina – e lo conferma il più recente, inaugurato ieri, cioè la riqualificazione di Porta Pia, davanti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Riqualificazione senza pedonalizzazione

Nel 2024 da un progetto che mira a riqualificare una zona ad alta densità di traffico come appunto Porta Pia – luogo storico per la storia di Roma e dell’Italia – ci si sarebbe aspettato un reale e tangibile cambiamento, chessò: nuove aree verdi, spazi per la pedonalità al posto delle auto in sosta su strada, eliminazione del traffico privato motorizzato di attraversamento con un ripensamento della viabilità. Hanno annunciato che arriveranno, ma solo con il secondo stralcio dei lavori. Vedremo.

Oggi invece niente di tutto questo: la riqualificazione di Porta Pia è, al momento, un semplice maquillage dove la manutenzione ordinaria è stata presentata come opera straordinaria e dove la statua del Bersagliere continua a essere una rotatoria per le auto, circondata da decine di auto parcheggiate al centro della carreggiata. Posti auto con vista Breccia.

Statua Bersagliere Porta Pia

Un’operazione che, forse, sarebbe stata salutata come buona pratica innovativa nel 1964, in pieno boom della motorizzazione di massa, ma che 60 anni dopo appare come l’ennesima occasione mancata di modificare l’esistente e guardare al futuro. Il tutto davanti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT): il paradigma perfetto del perché in Italia è così difficile immaginare un’altra mobilità all’infuori di quella a quattro ruote.

Più di 5 anni per fare 100 metri di ciclabile

In un quadro di sostanziale manutenzione dell’esistente l’unico intervento “nuovo” riguarda il prolungamento della Ciclabile Nomentanainfrastruttura inaugurata ormai 5 anni fa, dopo un lunghissimo iter realizzativo – che finiva proprio prima del MIT e che adesso invece prosegue fino all’incrocio con Corso d’Italia: per fare questi ulteriori 100 metri, da luglio 2019, ci sono voluti più di 5 anni.

L’albero divide a metà la ciclabile

Questa realizzazione tardiva presenta un’anomalia, apparentemente di poco conto ma foriera di possibili problemi: il suo tracciato è stato disegnato intercettando un platano e, quindi, le due corsie della ciclabile di biforcano aggirando l’ostacolo ma creando due strettoie: una che dal lato del Ministero termina con uno scalino verso il parcheggio, l’altra che dal lato verso la careggiata presenta un cordolo in travertino con spigoli vivi. Che ieri non era stata ancora completata, ma che proprio questa mattina è stata finita con l’aggiunta di parapedonali: ostacoli fissi e potenzialmente pericolosi in caso di caduta accidentale da parte dei ciclisti in transito.

Probabilmente sarebbe bastato eliminare uno o due posti auto dal parcheggio del Ministero per evitare questa serie di inconvenienti.

Se i lavori non sono finiti, perché tanta fretta di inaugurare?

Un intervento realizzato con fondi del Giubileo e inaugurato a una settimana dal Grande Evento che, però, come ha sottolineato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, rappresenta soltanto il primo stralcio dei lavori: “Abbiamo concluso nel pieno rispetto del cronoprogramma questa prima parte della riqualificazione complessiva di Piazza di Porta Pia, finanziata con i fondi giubilari. Oltre al definitivo tombamento del sottopasso pedonale inutilizzato, inauguriamo anche un tratto di ciclabile importantissimo perché dà continuità alle piste già esistenti nella zona. Adesso passiamo al secondo stralcio, finanziato con fondi capitolini, che prevede la creazione di una piazza pedonale e la sistemazione di alcune aiuole. Inoltre, con il recupero del parcheggio sotterraneo, daremo ancora più spazio in superficie al verde e alla pedonabilità della zona. Ringrazio il Ministro Salvini per la grande collaborazione, essendo un intervento che interessa direttamente il suo Ministero”.

Quindi, anche alla luce di questa dichiarazione, ci si chiede che senso abbia avuto pubblicizzare questa riqualificazione a metà. Non c’è stato il taglio del nastro (e meno male): solo una pedalata a favore di telecamera (e questo è male).

Al momento la riqualificazione di Porta Pia davanti al Ministero dei Trasporti è – e resta – un inno al traffico motorizzato. Come prima, più di prima.

[Fonte]

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