Mobilità

Dopo il metro e mezzo, le corsie ciclabili: la nuova campagna per la sicurezza dei ciclisti

Dopo il metro e mezzo, le corsie ciclabili: la nuova campagna per la sicurezza dei ciclisti

Corsie ciclabili per al sicurezza dei ciclisti. L’Associazione “Io Rispetto il Ciclista” rilancia la sicurezza su strada: dopo l’approvazione della norma sul metro e mezzo, ora l’obiettivo sono le bike lane.

Fondata dall’ex campione del mondo di ciclismo in linea Maurizio Fondriest, dall’ultracyclist di 4 Guinness World Record Paola Gianotti e da Marco Cavorso, delegato alla sicurezza dell’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani (ACCPI), l’Associazione “Io Rispetto il Ciclista” continua a promuovere iniziative concrete per la sicurezza di chi pedala.

La nuova sfida: bike lane in tutti i Comuni italiani

Marco Cavorso Paola Gianotti Maurizio Fondriest
Da sinistra: Marco Cavorso, Paola Gianotti, Maurizio Fondriest dell’Associazione “Io Rispetto il Ciclista” che dopo il metro e mezzo promuovono le corsie ciclabili per la sicurezza dei ciclisti

Dopo l’approvazione, con il nuovo Codice della Strada, della norma che impone il rispetto di una distanza minima di 1,5 metri durante il sorpasso dei ciclisti, l’attenzione si sposta ora sulla promozione delle corsie ciclabili, le cosiddette bike lane. Queste infrastrutture rappresentano un passo fondamentale per garantire una mobilità più sicura e inclusiva.

Corsie ciclabili per la sicurezza dei ciclisti

“A 10 anni di distanza dal lancio della campagna, il risultato conseguito traccia un cambiamento importante per chi pedala nelle strade italiane, con effetti duraturi e significativi soprattutto per le prossime generazioni che percorreranno le nostre strade con questo precetto normativo. Ora mettiamo nel mirino un nuovo traguardo per la sicurezza di chi usa la bici come mezzo di trasporto, diletto o sport”, spiega Cavorso. “Ci rivolgeremo a tutti gli 8.000 comuni italiani, iniziando con quelli che hanno già aderito alla campagna per l’installazione dei nostri cartelli salvaciclisti, per spronarli ad adottare le bike lane, come naturale completamento e integrazione del metro e mezzo”.

Il sostegno dal mondo del ciclismo

La campagna è sostenuta da ciclisti e cicliste della massima categoria, tra cui i campioni d’Italia Alberto Bettiol ed Elisa Longo Borghini, oltre a grandi ex come Gianni Bugno, Davide Cassani, Daniele Bennati e Giovanni Visconti.

Cristian Salvato, presidente dell’ACCPI e sostenitore fin dall’inizio delle attività di “Io Rispetto il Ciclista”, sottolinea l’importanza della nuova sfida: “Tutto quello che faremo ancora insieme sarà sempre nel rispetto e in onore della memoria di Tommy Cavorso e di tutte le ragazze e i ragazzi che hanno perso la vita pedalando lungo le strade d’Italia in questi anni, tra cui i nostri amici e colleghi Michele Scarponi e Davide Rebellin. Ogni utente della strada deve poter tornare a casa sano e salvo, dall’atleta che ha diritto a un luogo di lavoro sicuro al bambino che gioca o va a scuola in sella alla sua biciclettina”.

Le bike lane: un passo verso una mobilità sostenibile

Le bike lane non sono solo un elemento di sicurezza, ma anche uno strumento urbanistico e sociale che può rivoluzionare il modo di concepire la mobilità nelle città italiane. Come dimostrato dall’esempio di paesi come la Slovenia, dove le corsie ciclabili sono già una realtà consolidata, queste infrastrutture possono favorire una convivenza pacifica tra ciclisti, automobilisti e pedoni. Lo sottolinea in un video che lancia la campagna il ciclista professionista Alessandro De Marchi:

La nuova campagna per le bike lane di “Io Rispetto il Ciclista” è dunque un invito ai Comuni a rendere le loro strade più sicure per tutti, attraverso la realizzazione e la diffusione di corsie ciclabili dedicate a chi pedala.

L’immagine di apertura è stata immortalata in Slovenia durante un allenamento dal ciclista professionista friulano Alessandro De Marchi

[Fonte]

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Commenti

  1. Giuseppe Sario ha detto:

    È inutile parlare di regole del codice della strada che aumentano la sicurezza del ciclista se poi queste regole vengono disattese da praticamente tutti i conducenti di veicoli a motore, primi tra tutti le forze dell’ordine stesse. Ahimè che pessimo popolo che siamo!!!

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