Nel nuovo Codice della Strada, recentemente approvato dal Senato e in procinto di diventare legge dello Stato, è entrato ufficialmente il metro e mezzo come distanza minima per il sorpasso dei ciclisti. Un passo avanti verso una maggiore sicurezza sulle strade italiane, anche se di fatto la portata di questa novità è depotenziata dalla formula “ove le condizioni della strada lo consentano”. Questo provvedimento era comunque atteso e invocato da anni, e dunque è stato accolto con un cauto ottimismo da chi si è speso per questa battaglia e considera questa novità come un primo traguardo importante, anche se non definitivo.
Un passo avanti
L’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani (ACCPI) sottolinea il valore storico di questa normativa: “Il metro e mezzo per il sorpasso sicuro è finalmente legge. Si tratta di un traguardo importante per il Paese europeo che detiene il triste primato di morti per chilometro pedalato”. Questa misura, ora scritta nero su bianco all’art. 148, comma 9-bis del Codice della Strada, non è solo un obbligo, ma un simbolo culturale che verrà insegnato nelle scuole guida, con l’obiettivo di salvare vite, sottolineano in una nota.
Cristian Salvato, presidente dell’ACCPI, ribadisce: “Come ci siamo arrabbiati per le tante promesse non mantenute dai nostri politici, ora dobbiamo ringraziarli per averci finalmente ascoltato. […] È un primo passo importante che siamo convinti alla lunga darà i suoi frutti”. Tuttavia, Salvato evidenzia che resta ancora molto lavoro da fare per contrastare l’alta velocità, migliorare le infrastrutture e promuovere un’educazione civica orientata al rispetto della vita. Tutti aspetti che, purtroppo, il nuovo Codice della Strada – in procinto di essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e che diventerà legge 15 giorni dopo la sua pubblicazione – non affronta compiutamente.
Cambio del comportamento sulla strada
Marco Cavorso – papà di Tommaso, investito e ucciso in bici nel 2010, responsabile sicurezza dell’ACCPI e figura chiave nella battaglia per il metro e mezzo anche con l’Associazione “Io Rispetto il Ciclista“, sottolinea l’importanza della norma per il cambio culturale che potrà generare: “Non gioisco perché preferirei avere qui mio figlio piuttosto che dover trattare della prima causa di morte dei giovani nel nostro Paese, ma sento di aver fatto la mia parte. Tutto quello che ho fatto è merito di Tommy.
Come ogni norma è ancora migliorabile e comprendo le perplessità su come verrà sanzionata, anche se i modi per rilevare chi infrangerà la regola ci sono, basta imparare da Gran Bretagna e Spagna che usano pattuglie con videoripresa per la constatazione immediata. A noi interessa il cambio del comportamento sulla strada che verrà soprattutto grazie ai prossimi patentati che nasceranno con questa norma e la applicheranno senza pensarci sopra, un po’ come è successo con l’uso del casco e delle cinture. A questo servono le regole, a insegnare cosa è giusto e cosa non lo è”.
Le riflessioni di Paola Gianotti
Anche Paola Gianotti, ultraciclista e anima dell’Associazione “Io Rispetto il Ciclista” con Cavorso e l’ex pro Maurizio Fondriest, ha accolto la notizia con un cauto ottimismo: “Il metro e mezzo è una MEZZA vittoria. Non è esattamente come lo chiediamo noi, e il resto del nuovo Codice della Strada non favorisce la mobilità sostenibile, ma oggi voglio vedere il bicchiere mezzo pieno”. Gianotti ha partecipato attivamente alla sensibilizzazione, disseminando sulle strade di tutta Italia i cartelli del metro e mezzo, dialogando con i Comuni e promuovendo la causa ovunque possibile. “Abbiamo fatto tanto e faremo ancora di più. […] Questo è un inizio e si va avanti senza sosta per rendere sempre di più l’Italia un Paese sicuro per pedalare”, sottolinea Gianotti.
C’è ancora tanta strada da fare
L’introduzione della distanza minima per il sorpasso dei ciclisti è dunque un segnale positivo e crea un precedente per i provvedimenti a seguire, ma è solo l’inizio di un percorso che si preannuncia in salita. Come sottolineano i protagonisti di questa battaglia, il vero cambiamento passa attraverso un’educazione diffusa e infrastrutture che permettano di vivere gli spazi pubblici in sicurezza.
La strada verso una mobilità realmente sostenibile e sicura per chi pedala sulle nostre strade è ancora lunga: questo metro e mezzo “ove le condizioni della strada lo consentano” non basta, ma rappresenta un punto fermo di non ritorno dal quale si potrà solo migliorare.
E questa è senz’altro una buona notizia, nonostante tutto.
sono prima un automobilista e poi un ciclista proprio per questoaffermo che se in Italia le cose non vengono imposte in maniera drastica non si recepiscono mai. Con questi voglio dire che se a me automobilista non mi sanzioni pesantemente se non rimani dietro ad un ciclista quando non puoi sorpassare me ciclista con assoluta sicurezza….il me automobilista non lo farà mai. E se sono in bici e mi urti o mi fai cadere ….sono morto!
Sarebbe interessante capire quali sono “le condizioni della strada (che) lo consentono”; per esempio se c’è la riga bianca continua come si deve regolare l’automobilista? In teoria dovrebbe accodarsi al ciclista, perchè allargandosi per rispettare il metro e mezzo oltrepasserebbe la riga bianca e quindi sarebbe sanzionabile per un altro motivo…
A me sembra tanto un contentino a costo zero tanto per far vedere che si è fatto qualcosa, quando invece (meno appariscenti ma ben più concreti) ci sono tutti gli ostacoli posti dalle nuove norme alle amministrazioni che vorrebbero operare a favore della ciclabilità.
Io il bicchiere mezzo pieno faccio un po’ fatica a vederlo; forse un quarto, a essere generosi
Mi stupisce tanta esaltazione: il nuovo codice è peggiorativo perché di fatto riduce la possibilità di istituire zone 30 e realizzare piste ciclabili. La formula adottata per il metro e 50 è la prova che per questo governo auto, camion e furgoni sono i padroni assoluti delle strade . Chi li disturba muore
Basterebbe dare un metro e mezzo su tutte le strade delimitato dalla striscia continua fino a bordo strada così che le auto starebbero nella loro carreggiata e le bici nella loro