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Pedalate in Faccia | Città 30: chi la prova non torna più indietro, il caso Bologna

Pedalate in Faccia | Città 30: chi la prova non torna più indietro, il caso Bologna

Nel lanciare il referendum contro Bologna Città 30, il segretario cittadino di FI Lanfranco Massari aveva solennemente dichiarato: “Vogliamo restituire ai bolognesi il diritto di decidere sul futuro della loro città”.

E il sempre misurato eurodeputato Stefano Cavedagna di FdI aveva aggiunto “… stiamo dando ai cittadini la possibilità di esprimersi sulla Città 30, possibilità che il despota (sic) Lepore non gli ha voluto dare”; mentre, più pratico, il leghista Cristiano Di Martino aveva sobriamente concluso con l’appello: “Ci sono ancora due settimane: invitiamo tutti ad andare a firmare e contattarci per ogni necessità”.

Dopo 3 mesi trascorsi ‘pancia a terra’ per ridare la voce al popolo (“Città 30, valanga di banchetti”, titolava il 12 gennaio il sempre diligente Resto del Carlino), il popolo non si è visto e le firme si sono fermate a 3.259, nemmeno un terzo delle 9000 necessarie.

La domanda ora è questa: se il richiamo al popolo, al volere del popolo, al popolo sovrano, al popolo popolare, al popolo che spopola è l’invocazione costante dello schieramento politico che ha promosso il referendum, non dovrebbe essere proprio la voce di quel popolo, che con ogni evidenza ha detto il contrario di quanto da loro immaginato e propagandato con ogni mezzo e senza alcuna misura, quella voce dicevo non dovrebbe ora obbligare i vari Massari, Cavedagna e Di Martino non dico a rilanciare per i 20 km/h, ma almeno a rispettare davvero il popolo e a piantarla finalmente qui?

Altrimenti la voce che ascoltano non è quella del popolo, ma quella di un ventriloquo: la loro.

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Commenti

  1. Carlo ha detto:

    Sono pienamente d’accordo con te andare in bici per le strade delle città si rischia la vita, io sono stato sfiorato da un autobus, le ciclabili non protette sono un rischio troppo alto per chi sceglie di usare la bici sia per muoversi o per andare al lavoro.

  2. Giuliano Annucci ha detto:

    Buon giorno a tutti,
    mi chiamo Giuliano Annucci, vi seguo prevalentemente su Youtube, ho 56 anni, vivo a Roma, sono ciclista e 3 anni fa ho deciso di usare la bici non solo per sport, ma anche per andare a lavoro.
    Sono felicissimo del fatto che i cittadini di Bologna abbiamo accettato la “Città 30”, spero per consapevolezza ragionata.
    Sogno che anche Roma diventi presto “Città 30”, ma quello che vedo qui da parte delle istituzioni non è sonno, ma letargo.
    Nel frattempo, a Roma si muore per strada troppo facilmente.
    La mia storia in breve:
    Ciclista da sempre, agonista allievo, juniores, poi dilettante e poi…. lavoro.
    A causa del lavoro itinerante non ho più pedalato per circa 30 anni. Poi, nel 2018, cambiando azienda, con un lavoro più stanziale, l’illuminazione: perchè usare una moto 1000 cc per fare 25 Km per andare e 25 per tornare dall’ufficio? L’automobile nel traffico di Roma per lavoro, mai presa in considerazione. E poi, nel 2022 la svolta, venduta la moto e comprata una E-mtb per fare quel tragitto.
    Ad oggi, sono tornato in forma, sono di nuovo un ciclista, e ci metto lo stesso tempo che ci mettevo in moto ma non sono più schiavo del traffico.
    Ma adesso arrivo al punto. Sto rischiando la vita forse oltre il lecito a causa del comportamento folle di alcuni automobilisti l’ultimo dei quali lunedì 3 febbraio mi ha fatto il pelo sulla corsia preferenziale di Viale Palmiro Togliatti (che io percorro perchè è più sicuro stare li che in mezzo alle 2 corsie di destra intasate da centinaia di vetture che, se hanno 100 m liberi vanno come dragster) accodandosi al semaforo rosso di via Prenestina dietro 2 volanti della Polizia in servizio. Quando l’ho raggiunto, 15 secondi dopo, ho questo ai polizioti di spiegare al tizio che, anche se in preferenziale non ci può andare a me non interessa, mi interessa solo che non mi investa e per tutta risposta, il poliziotto ha acceso la sirena e se ne è andato. Il tizio con la Toyota mi ha affiancato al semaforo successivo e mi dato del “coglione” per aver fatto “l’infame” con le guardie e poi mi ha tagliato la strada. Fortuna che sono un ex corridore che sa stare in piedi e sono salito sul marciapiedi. Abbiamo continuato a prenderci a parolacce fino a quando ho visto che 2 macchine dietro di noi c’era una macchina dei Carabinieri. Ho attirato la loro attenzione chiedendogli di fermare il tizio visto il comportamento e come risposta mi hanno detto che non potevo procedere sul marciapiede e che dovevo stare a destra. In pratica il problema ero io.
    Storie così capitano a tutti tutti i giorni e, come detto anche dai ragazzi di GCN Italia, continuiamo a dircelo fra noi ciclisti sfondando porte aperte.
    Allora, visto che voglio continuare a pedalare ma voglio anche tornare a casa dalla mia famiglia e mi sono stancato di subire propongo un’azione per provare a sfondare le altre porte che restano chiuse.
    Protestare serve a poco viste le nostre istituzioni e il comportamento delle forze dell’ordine che io riscontro. Perciò vengo al dunque: Chiunque normalmente va in giro con 2 ruote (monopattino, bici, scooter, moto visto che anche loro rischiano) un giorno, lo stesso per tutti, nella loro città, all’ora di punta sia la mattina che la sera, prendendosi un giorno di ferie, invece di prendere la 2 ruote, prende la 4 ruote che probabilmente ha e decide di andare a spasso a caso per la città così, giusto per mettere qualche migliaio di auto in più in mezzo alla strada. Senza meta, senza destinazione precisa, solo girare e fare traffico però, con dei cartelli sui finestrini posteriori con su scritto: “sono un ciclista che si è stancato rischiare la pelle tutti i giorni e che, visto che può, oggi usa la macchina. PS. se vuoi che torni ad usare la bici, chiedimelo per favore.” Lo slogan è un esmpio, più essere rivisto. Secondo voi, se che abitualmente impiega 1 o 2 ore per andare al lavoro quel giorno ce ne mette 4 o, se saremo tanti magari non ci arriva proprio e la sera, non tornerà a casa in tempo per la cena forse capirà? Se non capirà, ripeteremo la passeggiata un’altra volta e un’altra volta ancora. Gli dobbiamo “togliere la sete col prosciutto”, non volete le bici, i monopattini gli scooter e le moto? accontentati, buon viaggio.
    Scusate lo sfogo e la lunghezza del testo, ma la misura è colma e sono stanco di sentire i TG o leggere i giornali che parlano di stragi stradali e poi….il nulla. Facciamo qualcosa di pacifico ma che abbia un impatto significativo sulla vita di tutti.
    Scusate anche se vi sto usando per sfogarmi, mi serve per non reagire male al prossimo che mi metterà a rischio per 10 o 15 secondi in meno di viaggio.

    Vi ringrazio e vi saluto.

    PS: contattatemi se volete.

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