Itinerari

A Fiuggi pedalando nel verde, ospiti dell’Ambasciatori Place Hotel

Per riconciliarsi con la natura non c’è niente di meglio di una bella pedalata nei boschi, magari seguendo un corso d’acqua, e su strade a bassa intensità di traffico motorizzato per ritemprare il corpo e la mente assaporando con lo sguardo le molteplici sfumature di verde delle colline e delle montagne tutt’intorno. Sperimentare queste sensazioni è facile a Fiuggi, rinomata località termale, dove la tranquillità del luogo si sposa con la presenza di percorsi ciclistici per tutti i gusti: saliscendi d’asfalto per bici da corsa, sterrato nei boschi per gravel e mountain bike, discese tecniche per gli amanti del downhill. Ma anche percorsi per famiglie come la ciclabile Paliano-Fiuggi ricavata sul tracciato della vecchia ferrovia, con pendenze non impegnative e magnifici scorci panoramici sulla Valle del Sacco.


Per arrivare con la propria bici montata al seguito si può partire comodamente in treno da Roma: i Regionali sono abbastanza frequenti e in un’ora si giunge a destinazione, alla stazione di Anagni-Fiuggi. Qui mi viene a prendere la navetta dell’Ambasciatori Place Hotel, struttura di 86 camere recentemente ristrutturata e specializzata nell’accoglienza di ospiti-pedalatori, che ho scelto come base per scoprire i dintorni fiuggini in bicicletta. In venti minuti arriviamo a destinazione e lascio la mia bici nella Bike Room attrezzata di tutto punto, videosorvegliata e chiusa da una porta blindata. Ho deciso di fare un giro diverso dal solito, seguendo i sentieri meno battuti, e mi affido ai consigli della guida di mtb Livio Salvatori, bike manager della struttura, che mi ha preparato un bel percorso per arrivare alla Certosa di Trisulti pedalando prevalentemente in mezzo al verde.

Bike Room

L’hotel dispone di 10 e-mtb della Lombardo, con motore Bosch, con cui è possibile affrontare praticamente qualsiasi tipo di terreno e dislivello: sono bici a pedalata assistita che consentono a una persona mediamente allenata di percorrere anche 70 chilometri in una giornata, mitigando la fatica e massimizzando il piacere dell’esperienza in sella. Gli ospiti-ciclisti possono comunque portare con sé la propria bici o prenotarla per il soggiorno, scegliendo tipologia e taglia: la Bike Room non è solo un luogo sicuro dove parcheggiare 30 mezzi, ma anche un’officina attrezzata con utensili e cavalletti professionali per la manutenzione da parte del personale specializzato.

Pedalando nei boschi verso la Certosa di Trisulti



Scarica la traccia GPS (.gpx e .kml)

Poche pedalate e abbandoniamo subito l’asfalto: ci dirigiamo verso il lago di Canterno seguendo carrarecce e sentieri dove l’unico suono che ascoltiamo e quello delle cicale e dei nostri pneumatici sullo sterrato. Bisogna fare attenzione a non farsi “accarezzare” gambe e braccia da qualche rovo e mantenere una posizione rilassata per assecondare le asperità del terreno: la e-mtb è biammortizzata e l’operazione risulta abbastanza facile e immediata.

Grazie alla traccia di Livio, che mentre pedaliamo mi illustra i dintorni di Fiuggi raccontando aneddoti, raggiungiamo il lago di Canterno e lo costeggiamo da una prospettiva insolita, addentrandoci nella boscaglia e risalendo verso il borgo fortificato di Fumone per tratturi e sentieri seminascosti nella vegetazione. Nei punti più scoscesi seguo le traiettorie della mia guida e non incontro particolari difficoltà. L’ultimo tratto di salita su asfalto verso quello che fu il luogo di prigionia di Papa Celestino V è abbastanza tosto, anche perché il sole è ormai alto sull’orizzonte: riempiamo le borracce, ci rifocilliamo con uno spuntino leggero e affrontiamo una discesa abbastanza tecnica sullo sconnesso per tagliare verso la Valle dei Santi.

Prendiamo la strada provinciale per Collepardo, dove è possibile fare una breve deviazione per visitare le famose grotte utilizzate anche come rifugio in tempo di guerra, ma poi entriamo nella vallata e seguiamo il corso del torrente Cosa nella zona carsica di Capo Fiume, salendo e disegnando una ciclabile naturale in mezzo al bosco.

Cascate e ponticelli, silenzio e frescura: regna una sensazione di pace, la fatica della pedalata è ampiamente ripagata. L’acqua che sgorga dalla fontanella accanto alla Certosa di Trisulti, a 825 metri di altitudine, è freschissima: beviamo a sazietà.

Chi arriva fin quassù può visitare gratuitamente la struttura che fa parte del Polo Museale del Lazio: da non perdere l’antica farmacia affrescata e l’orto botanico con le piante officinali.

La discesa su asfalto verso Collepardo scivola via veloce: le gambe girano bene, i tornanti sono ampi e la presenza di automobili è pressoché nulla. Due scatti al borgo e breve sosta tecnica per ripararci da una bomba d’acqua che ci sorprende mentre sorseggiamo un caffè al bar. Ci rimettiamo in sella mentre cadono le ultime gocce di pioggia e ci dirigiamo verso Vico nel Lazio dove accanto alla ciclabile ben tenuta e adatta alle bici da corsa c’è anche una strada bianca per chi pedala mezzi con coperture più generose e predilige lo sterrato.

Una breve sosta con foto davanti alla porta del borgo sovrastata dallo stemma del patrono San Giorgio ed è già ora di ripartire: c’è da affrontare ancora un po’ di strada prima di rientrare a Fiuggi. Tagliamo i tornanti sotto Guarcino e risaliamo verso Trivigliano, poi prendiamo la provinciale: verso le 20 facciamo ritorno all’Ambasciatori Place Hotel, dopo un giro di 9 ore di cui 6 in sella, stanchi ma felici.

Una cena sostanziosa è quello che ci vuole dopo 70 chilometri di pedalata: il ristorante dell’hotel propone un menù del giorno con buffet di antipasti – verdure, affettati e latticini locali – due primi (agnolotti di brasato al tartufo e risotto al Cesanese del Piglio); come secondo un maialino lattonzolo in salsa di prosecco con patate duchessa di contorno, un piatto delicato che gusto assieme a un buon bicchiere di rosso di zona, il Cesanese del Piglio che qui va per la maggiore. Per chiudere frutta fresca e buffet di dolci fatti in casa.

Dopo aver recuperato le forze, grazie a un buon sonno ristoratore e a un’ottima colazione con prodotti freschi e un caffè nero, sono pronto per affrontare il secondo giorno in sella, sempre in compagnia di Livio con cui abbiamo studiato una traccia ad anello di circa 40 chilometri su asfalto che ci farà salire agli Altipiani di Arcinazzo, valicare il Passo della Sella e attraversare il borgo di Guarcino prima di rientrare per ora di pranzo all’hotel. Andiamo nella Bike Room dove avevo parcheggiato la mia bici – una solida gravel in acciaio con monocorona da 36 denti e pacco pignoni 10-42 a undici velocità – e siamo pronti per partire.

La salita verso Arcinazzo, dai 452 metri s.l.m. di Fiuggi bassa, è graduale ma costante, tra il 5 e l’8 per cento di pendenza: il Passo della Sella (931 metri s.l.m.) si raggiunge abbastanza facilmente, poi facciamo qualche drittone dove far sciogliere un po’ le gambe e incontriamo il ciclista professionista Valerio Agnoli, compagno di squadra di Vincenzo Nibali nella Bahrein-Merida, mentre si sta allenando nei dintorni di casa sua: lui chiama queste strade “il mio Luna Park naturale” e l’espressione rende molto bene l’idea del perché sia così gradevole pedalarci.

Affrontiamo la discesa verso Guarcino – cittadina medievale famosa per la disfida del Malpensa – e una buona fetta di cocomero ci fornisce la giusta idratazione per poter proseguire sulla via del ritorno. La mia esperienza a pedali in terra fiuggina si è conclusa con 110 chilometri pedalati in due giorni: ringrazio Livio per come mi ha guidato e per le bellezze che mi ha fatto scoprire (per organizzare un tour in bici a Fiuggi e nei dintorni è possibile contattarlo scrivendo a [email protected]).

Ora è giunto il momento di coccolarsi con una mezza giornata nel centro benessere dell’Ambasciatori Place Hotel, la Wellness Tangerine Spa: un’esperienza sensoriale dove l’acqua è il filo conduttore che dona vitalità al corpo e allo spirito. La grande piscina a 34° con idromassaggio e cascatelle, le docce emozionali aromatiche, la sauna, il bagno turco e la zona fredda con il ghiaccio per tonificare la muscolatura: un momento privato di cui non ci sono foto perché la privacy degli ospiti è sacra e non è consentito l’ingresso di alcun apparecchio elettronico negli ambienti dedicati al rituale del sé.

Nel primo pomeriggio appunto lo stomaco con un light lunch in terrazza: piatto unico con passata di fagioli cannellini e gamberoni conditi con un filo d’olio ciociaro, verdure di stagione grigliate, spiedino di frutta fresca e una mousse di pesca delicata e leggera al palato. Niente alcolici ma solo dell’acqua Fiuggi, digestiva e disintossicante.

Prima di andare via è d’obbligo riportare a casa una specialità del posto: faccio pochi passi e vado a prendere gli amaretti morbidi della Pasticceria Caponi (Via Prenestina, 16), che li produce qui dal 1909. Il soggiorno termina nel tardo pomeriggio, con la navetta dell’Ambasciatori Place Hotel che mi accompagna alla stazione di Anagni-Fiuggi: il treno che mi riporta verso Roma corre via veloce, mentre a Fiuggi il tempo continua a scorrere senza fretta. Come una pedalata rilassante in mezzo al verde, come l’acqua di fonte che sgorga dalle montagne e scende in mezzo ai boschi.

Commenti

  1. Avatar riccardo ha detto:

    dislivello della traccia da 70 km del primo giorno?

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