Guidare la bici da corsa o gravel su pavé e strade bianche

Quando si parla di pavé e di strade bianche, due sono le immagini che vengono subito alla mente. La prima rimanda alla foresta di Aremberg e agli altri 26 settori di pavé della Parigi-Roubaix, una delle classiche monumento più dure, tanto da essersi guadagnata l’appellativo de “L’inferno del nord”. La seconda riguarda le strade del Chianti e dell’Eroica, dove è rinato il movimento legato alle biciclette d’acciaio e al ciclismo vintage. Sia che vi ritroviate a percorrere le strade della Parigi-Roubaix, che decidiate di partecipare all’Eroica o che affrontiate sampietrini per il bike to work, in questo articolo vedremo come pedalare in modo efficace su terreni insidiosi.

Indice
Frequenza di pedalata
Spingere sui pedali
Stare rilassati
Spostare il peso sulla ruota posteriore
Attenzione alle mani
Evitare le curve strette
Giocare d’anticipo
Occhio ai cambi
Concludendo

Frequenza di pedalata


Pavé_1

Pedalare sui sampietrini e sul brecciolino è notevolmente diverso dal farlo sull’asfalto. I continui contraccolpi e il grip instabile rendono difficoltoso il mantenimento di un’andatura costante. E’ per questo che è bene tenere una frequenza di pedalata tra gli 80 e i 90 rpm, per avere il giusto spunto e poter proseguire nonostante la difficoltà del terreno. Tenere una frequenza più bassa può rendere difficili i rilanci e farci pedalare in modo poco efficiente, obbligando a sforzare sui pedali e quindi ad affaticarci prima del tempo. Pedalare a frequenze più alte può far slittare la ruota posteriore, facendoci perdere grip;

Spingere sui pedali


PAvé_2

Lo sanno bene i biker: quando il terreno è instabile si mette un rapporto corto e si spinge sui pedali. La stessa cosa va fatta anche sulla bici da corsa, quando si pedala su pavé e strade bianche. “Pestare sui pedali” aiuta a superare i tratti più sconnessi e a mantenere un ritmo quanto più lineare, anche se alla lunga può risultare faticoso;

Stare rilassati


Pavé_3

La bici da corsa, quando si pedala sul pavé, diventa una specie di “scuotiossa”. I colpi e le vibrazioni si trasmettono dalle ruote al telaio e da qui ai muscoli del ciclista. Restare rigidi in sella fà si che queste forze colpiscano duro sui muscoli, affaticandoli e portando anche a sviluppare dolori alla schiena o alle mani. E’ meglio invece cercare di restare rilassati, evitando di serrare troppo le mani sul manubrio, di incassare la testa tra le spalle e d’irrigidire quest’ultime e di non contrarre troppo i muscoli delle braccia. In questo modo i muscoli saranno più flessibili e in grado di assorbire le vibrazioni;

Spostare il peso sulla ruota posteriore


Paris-Roubaix

Pavé e strade bianche, soprattutto in condizioni umide, diventano il terreno più instabile sul quale si possa pedalare con una bici da corsa. Per questo è bene arretrare lievemente sulla sella, scaricando maggiormente il peso sulla ruota posteriore. Così facendo l’equilibrio delle forze scaricate sulla bici si attesta a circa il 60% sulla ruota posteriore e al 40% su quella anteriore. Maggiore è la forza che agisce sulla ruota posteriore e minori le possibilità che questa slitti o perda contatto con il terreno;

Attenzione alle mani


pavè

Quando si pedala su pavé e strade bianche, il controllo dello sterzo può diventare difficile, per via degli scossoni e dell’impossibilità di mantenere una traiettoria lineare. Per questo le mani non vanno tenute sui paramani, perché diventano il punto di contatto più instabile. Infatti i sobbalzi del pavé possono far staccare le mani dai paramani e per questo costringerci a impiegare più forza del necessario per mantenere il controllo della bici. E’ meglio posizionare le mani sulla parte centrale e orizzontale della piega o sulle due curve (i drop), magari tenendo un dito sulle leve freno, per essere pronti ad azionarle in caso di necessità;

Evitare le curve strette


pavè

Sul tracciato della Parigi-Roubaix, quando piove, la parte esterna dei settori in pavé diventa un acquitrino che si trasforma poi in una trappola per ciclisti. Infatti si va a formare del fango scivoloso, che può portare a una caduta. Meglio evitare dunque, sia sul pavé ma anche sull’insidioso brecciolino, di affrontare delle curve troppo strette, per non andare incontro a terreno scivoloso o molto instabile. Meglio tenere una linea più centrale;

Giocare d’anticipo


Pavé_7

Quando si deve affrontare un tracciato che prevede dei settori di brecciolino o pavé, è bene giocare d’anticipo, preparandosi per tempo. Per prima cosa è meglio studiare il percorso, individuando i settori “incriminati” e valutare quanti sono, la lunghezza di ciascuno, il dislivello e le condizioni del terreno. Dopodiché segnare una piccola legenda da applicare sullo stem per ricordarsi di tutti i settori. Si deve proseguire poi in questo studio del tracciato con il setup della bici da corsa, adattandola al percorso e alle condizioni che si troveranno;

Occhio ai cambi


Pavé_8

E’ molto importante scegliere il rapporto di pedalata prima di entrare nel settore di pavé o di strada bianca e non dopo. Questo aspetto è molto importante quando si affronta uno strappo, come un muro delle Fiandre o una salita collinare a Giaiole. Si deve decidere a priori che rapporto utilizzare e selezionarlo quando il settore sta per cominciare. Dopodiché si deve affrontare lo strappo tutto d’un fiato, senza toccare i cambi. Infatti cambiare in quelle condizioni stressa notevolmente la trasmissione, può far cadere la catena e fa perdere il ritmo di pedalata, impedendovi di proseguire.

Concludendo


Abbiamo visto come pedalare con intelligenza sui tratti sconnessi, come il famigerato pavé della corsa francese o le strade bianche dell’Eroica. Si tratta di situazioni decisamente più faticose rispetto al tradizionale asfalto da stradino o allo sterrato, ma sono in grado di regalare emozioni e sensazioni uniche nel loro genere, mescolando fatica, sudore e quell’epica perduta, che rimanda alle immagini in bianco e nero di uomini seduti su bici in acciaio con cambi al telaio, cinghiette ai piedi e tubolari legati in vita.

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Commenti

Un commento a "Guidare la bici da corsa o gravel su pavé e strade bianche"

  1. italo portesan ha detto:

    Salve, tutto giusto ed abbastanza esauriente. Bell’articolo. Io aggiungerei di andare sul pavè ad una velocità superiore ai 25 almeno in modo da “galleggiare”. Altro accorgimento è quello di tenere la pressione delle gomme più bassa del solito altrimenti si rimbalza e possibilmente con copertoncino di dimensioni maggiori (un 28 va bene).
    P.S. ho fatto 6 Parigi-Roubaix e 5 giri delle Friandre più innumerevoli altre corse nelle fiandre, oltre a due Eroica Limburgo, due GF Roma su bici d’epoca, Eroica a Gaiole e Strade Bianche. Quindi parlo per esperienza diretta

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