Viaggiare

Diario di viaggio in Patagonia: da El Calafate a Ushuaia in bici

Diario di viaggio in Patagonia: da El Calafate a Ushuaia in bici

Un viaggio speciale, verso la fine del mondo: la Patagonia in bici – di Graziano Majavacchi

L’inizio di un sogno: le letture giovanili e la chiamata della Patagonia

Le letture giovanili di Chatwin e Sepulveda avevano solleticato la mia curiosità per queste terre cosi lontane, rimasta poi per decenni  in “stand-by”. Dopo l’epidemia Covid, eccola ancora lì, intatta e prepotente (la curiosità) a scavarmi dentro, come un tarlo.

Preparazione per l’avventura: convincere mia figlia e partire per l’Argentina

Per farla breve, convinta Martina, la mia primogenita a farmi da badante “viaggiante” eccomi in volo con lei (e MTB al seguito), a metà febbraio ’24, in rotta verso l’Argentina, destinazione finale El Calafate. Un “frullato” di paura ed eccitazione, esitazioni e tentennamenti, paura che il mio “ritmo geriatrico” in bici non sia sufficiente, voglia di tornare a casa……insomma roba da torcere forte nervi e budella!

Patagonia Diario dall'Argentina Graziano Majavacchi
Patagonia in bici: verso la fine del mondo

L’incontro con il gruppo di ciclisti: Mariano Lorefice e i pedalatori

Dopo qualche giorno trascorso come “turisti fai da te”, abbiamo intercettato la comitiva degli 8 pedalatori capitanata dalla guida Mariano Lorefice, che era già partita in bici da Punta Arenas. Siamo a Porvenir, quattro case sparse dal vento sulle sponde dalle acque increspate del lago Fagnano.

Il viaggio attraverso paesaggi mozzafiato: tra montagne, laghi e guanacos

Appena iniziamo a pedalare, ecco che tutti i dubbi e le incertezze scompaiono: in sella alla bici, il contatto con i ragazzi del gruppo, quattro battute e, in pochi minuti, ogni nodo mentale e fisico viene spazzato via!

Guanacos in Argentina Majavacchi

Pedaliamo dentro un paesaggio quasi lunare, senza tempo, lungo interminabili rettilinei e sopra qualche strappo che sovrasta l’oceano; la traiettoria del nostro percorso svela un territorio infinito, cespugli bassi e vette altissime in lontananza. Garitte di legno e sbarre, posti di frontiera improbabili, laghi infiniti, rapaci in volo, pecore e mucche al pascolo, guanacos e cani randagi e, all’orizzonte… niente!

Nuvole spesse di polvere sugli sterrati sollevate dal passaggio di qualche camion, cartelli stradali con la scritta “Ruta la Fin del Mundo” leggermente inquietanti e noi, sparsi lungo il sentiero, a spingere sui pedali senza tregua (per fortuna, spesso col vento forte alle nostre spalle).

Le sfide del viaggio: il vento della Patagonia e le zuppe misteriose

E poi il gusto “misterioso” delle zuppe di Mariano a rifocillarci durante le tappe, quando ci fermavamo in mezzo al nulla. Per ripararci dalle raffiche del vento, si pranzava (si fa per dire), tutti raggruppati dietro il pulmino della nostra guida.

Verso passo Garibaldi Argentina, Graziano Majavacchi

Esperienze indimenticabili: campeggio, cavalli selvaggi e laghi cristallini

Non ci siamo fatti mancare proprio niente: serata e nottata bagnata in campeggio lungo il lago Yehuin, mandrie di cavalli al galoppo, bagni nell’oceano e nei laghi, asado e medialunas, alberghetti perduti nella pampa patagonica, piccoli posti di ristoro, risate, prese in giro, una sana voglia di scoprire posti nuovi.

L’arrivo a Ushuaia: 500 km in 5 giorni

Arrivo a Ushuaia Patagonia in bici - Argentina, Graziano Majavacchi
Patagonia in bici: l’arrivo a Ushuaia

Dopo aver attraversato Paso San Sebastián, Rio Grande, lago Yehuin, Tolhuin, e poi il passaggio finale sul passo Garibaldi, nascosto dalle nuvole basse e dalla nebbia, dentro una pioggia fine e gelata che penetrava nelle ossa e con il vento che ti faceva cadere, siamo finalmente arrivati a Ushuaia, il nostro capolinea ed ultimo avamposto abitato prima delle gelide acque che circondano queste perdute lande.

Riflessioni finali: la magia di percorrere la Patagonia in bici

500 chilometri percorsi in 5 giorni in ogni condizione di tempo; per me e mia figlia (neofita della bici), una piccola/grande sfida vissuta insieme che rimarrà per sempre dentro di me.

A tutti i miei preziosi compagni di viaggio (per loro 1000 km percorsi in 10 giorni), Luigi, Rolf, Miguel, Roberto, Luca, Matteo, Novella e Fabrizio (che, con una spalla “scassata” da una caduta, aiutava tutti, senza mai un lamento), va un grande, sentito abbraccio e un grazie grosso come tutta la Patagonia intera.

E un pensiero va a quelli che pedalavano tra quelle sperdute lande in solitaria ed in autosufficienza, come cavalieri solitari, forse alla ricerca di qualcosa che spero possano trovare, un giorno!

La passione per la bici è pura magia, a tutte le latitudini, e lascia sempre un buon sapore…

Ciao Mariano, ciao ragazzi, spero di vedervi presto, da qualche parte!

[Graziano Majavacchi]

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