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Il creativo italiano che è andato a Barcellona a realizzare biciclette

Il creativo italiano che è andato a Barcellona a realizzare biciclette

Il suo sogno: trasformare un disegno, frutto della sua creatività e della sua perizia tecnica, in un prodotto vero, funzionale e funzionante, insolito, bello e unico. Michele Di Gaetano, 34 anni, l’ha realizzato in una bici, Kekosa. E ha creato a Barcellona un’attività artigianale di produzione, con una rete di fornitori e collaboratori che lo aiuta e supporta.

Gli inizi

«La mia famiglia è siciliana, sono nato a Palermo, ma ho sempre vissuto a Chivasso, in provincia di Torino. Lì mi sono diplomato, come perito meccanico, all’istituto industriale. Era il 2009, anni tosti, in cui non era facile trovare lavoro. Mi sono rimboccato le maniche, come tanti ragazzi della mia età». Il pomeriggio e sera Michele consegna pizze, la mattina continua a studiare, frequenta un corso di disegno. E comincia a pensare a un oggetto da produrre in autonomia. Un oggetto uscito dalla sua mente e dalle sue mani.

Michele Di Gaetano Kekosa Bike
Michele Di Gaetano – Kekosa Bike

Le due ruote, l’idea alla base di Kekosa

«Ho disegnato una bici, per vari motivi. Avevo passato anni a disegnare per case automobilistiche. Era ora di fare qualcosa per me, qualcosa che mi piacesse. Poi, volevo realizzare un sogno tutto mio».

In una bicicletta, Michele può mettere il suo gusto personale, ma sempre in un’ottica di sviluppo produttivo. «Voglio fare qualcosa di totalmente diverso, originale. Ma anche funzionale. Una custom bike, con un design lineare di base, personalizzabile». Michele ci lavora dal 2018 al 2022. Quattro anni tra disegno e prototipazione.

La bici come sfida

Michele usa la bici da quando è piccolo. «È davvero un mezzo green e mi consente di affrontare una sfida con il mondo dello stile, che lavora con linee già collaudate, puntando anche su una componente etica. Bisogna cambiare una mentalità ormai superata. Sono stanco di sentire che chi va il Lamborghini è figo, mentre chi usa la bici è sfigato».

Il designer si rivolge a clienti che fanno scelte di gusto e cercano un prodotto che non sia solo apparenza. La sua bici la può usare chiunque, è comoda e funzionale. «Non sono bravo con il marketing e le parole. Sono un disegnatore. Ma richiamo l’attenzione di chi mi segue sull’essenzialità della mia bici, sui materiali e i componenti, che riducono al minimo anche il bisogno di manutenzione».

I segreti del mezzo

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Il telaio è in acciaio inossidabile, con un trattamento elettrolitico per rimuovere le imperfezioni superficiali. I colori inox trattato o nero. «Non ho avuto particolari problemi tecnici nella realizzazione. La bici è robusta e richiede a malapena il gonfiaggio delle ruote, ogni 3 o 4 mesi. Nella versione senza marce, c’è solo un freno davanti e dietro si frena col sistema contropedale, ma è personalizzabile. La mia idea è “sporcare” meno possibile la linea del telaio, facendo scorrere i freni al suo interno».

Altri dettagli: ruote da 20 pollici, sellini e manopole Brooks.

Il nome, Kekosa

Michele si trasferisce a Barcellona nel 2015, dopo avere ricevuto una risposta positiva all’invio del suo curriculum da un’azienda nell’automotive. Poi lavora anche per un’altra azienda, successivamente. «Avevo solo 25 anni. Mi sono trovato in una città molto creativa, dove passa tanta gente, ricca di stimoli, occasioni di confronto. Disegnavo a casa, poi ho trovato nominativi per la produzione del telaio. Ora lavoro con queste persone, nella loro officina, Maria 11, nella via omonima nel quartiere Vila de Gracia. Abbiamo 3 brand, io sviluppo il mio, Kekosa Bike, bicicletas urbanas».

KEKOSA bike Barcellona crediti KEKOSA
Officina Maria 11, crediti KEKOSA BIKE

Il nome nasce dal modo in cui la gente del posto si rivolgeva al giovane designer. «Kekosa, mi chiedevano cercando di parlare nella mia lingua, riguardo la bici e quello che facevo. Mi è sembrato di buon auspicio e l’ho usato per battezzarla».

Presente…

A oggi, Michele ha realizzato due prototipi e venduto 10 bici, a Barcellona e Valencia. Una costa dai 600 ai 1000 euro, a seconda delle scelte di personalizzazione. Per far conoscere i suoi pezzi unici e il suo lavoro, espone nelle fiere e negli eventi dedicati agli appassionati. Il suo obiettivo è sviluppare i volumi della produzione, conservando la cura artigianale. Non pensa a soci industriali, ma non esclude questa possibilità.

… e futuro

«Continuo a disegnare, anche altro, sempre con l’idea di migliorare il mondo. Ora sto lavorando su generatori per torri eoliche».

Per ora, non c’è in programma un rientro in Italia. «Mi manca, ma sto bene qui. Mi è costato parecchio impegno farmi un giro di persone con cui collaboro e che apprezzano il mio lavoro. A chi non mi conosce, agli italiani, moltissimi, che vengono a Barcellona, un invito: venite a vedere le mie bici. In futuro, penso di produrne anche un modello elettrificato. Se non potete essere qui fisicamente, seguitemi sui social».

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