“Ciao mamma, torno in Puglia in bicicletta!”
“Anche quest’anno?”
“Si, anche quest’anno!”
Per l’estate appena trascorsa sognavo un viaggio lunghissimo, in terre straniere, pedalando su strade sconosciute.
Poi mi sono ricordata che io l’Italia non l’ho pedalata mica tutta e che qualche giorno di mare non fa mai male, e allora via che si torna verso casa, ma quest’anno ho cambiato costa.
Per il secondo anno di fila ho deciso di preparare la bici e tornare a casa in bicicletta per le vacanze estive. Ho studiato un itinerario lungo la costa tirrenica, 1.080 km con circa 9.000 metri di dislivello positivo da percorrere in 11 giorni. L’obiettivo? Arrivare in tempo in Puglia per trascorrere il Ferragosto in famiglia.
Partiamo dalle informazioni tecniche e dalle domande che mi sono state rivolte più spesso su Instagram.
La bicicletta: Scott Addict 10, una bici in carbonio pensata per le lunghe distanze, è stata la compagna di viaggio perfetta.
Il setup: ho scelto di viaggiare in bikepacking. Borsa sottosella, frame bag e borsa anteriore.
Se siete curiosi di sapere cosa ho portato con me più nel dettaglio, questo reel fa al caso vostro!
Ho viaggiato da sola, anche questa volta, solo io e la bicicletta e sono felice di averlo fatto. Pedalare in solitaria mi aiuta a pensare, riflettere ed immaginare, è terapeutico e quando mi sento sola mi fermo e scambio due chiacchiere con le persone che incontro sulla mia strada. Quando si viaggia non si è mai soli, pedalando si incrociano tante persone, si ascoltano tante storie, è uno scambio continuo.
Ho scelto di dormire per lo più in campeggio, avevo con me tenda e materassino.
E adesso parliamo del viaggio, 11 tappe alla scoperta delle meraviglie del nostro paese, che visto in bicicletta è ancora più bello!
Sono partita da Milano con un treno diretto a Parma, ho deciso di iniziare il viaggio in salita, sul Passo della Cisa.
Me ne avevano parlato in tanti di quella salita che separa l’Appennino Ligure da quello Toscano, una di quelle salite da fare almeno una volta nella vita e da inserire con orgoglio nel proprio “passaporto del ciclista”. E allora via di gambe, una pedalata dopo l’altra sono arrivata in cima, e anche questa volta, la fatica è stata ripagata dalla bellezza.
Il secondo giorno di viaggio è sempre il più difficile e il più emozionante. Il corpo che si abitua a stare tante ore sulla sella, la testa che si libera dai pensieri, gli occhi che si riempiono di meraviglia.
Dopo la Cisa, seguendo per un pò le tracce della via Francigena mi sono diretta verso il mare, ho fatto un bagno, mangiato una frittura di pesce buonissima e sono arrivata nella bella Lucca. Non ci ero mai stata, ci tornerò presto.
Avevo sempre sognato di pedalare in Toscana, sulle strade bianche, tra i cipressi.
Quando con Angelo Barney (amico e collega cicloattivista) abbiamo disegnato la traccia del mio viaggio, ricordo di aver insistito parecchio per inserire tra le tappe un giro in Toscana… Sono stata accontentata, il terzo giorno di viaggio mi sono ritrovata a pedalare sulla salita che porta a San Gimignano. La Toscana è proprio come l’avevo immaginata, gioie e dolori, fatica e bellezza.
Ho pedalato su strade silenziose e bellissime, ho sudato e faticato, sono salita ancora più su per visitare dei borghi incantevoli.
E poi discese di libertà, mani sui freni ma non troppo, su quelle strade ho capito di aver scelto la bici giusta, leggera in salita e sicura in discesa.
Il cicloturismo ti dà la libertà di decidere dove andare, di cambiare traccia, di uscire fuori rotta e improvvisare, è questa la vera magia (soprattutto se hai un Garmin che poi ti riporta sulla strada giusta).
Dopo un paio di giorni tra le colline toscane mi sono diretta ancora verso il mare, ho attraversato la Maremma e pedalato lungo il litorale laziale per arrivare in Campania.
La bicicletta ha un potere, ti fa vedere tutto senza filtri e quel giorno mi ha mostrato il lato brutto del nostro paese, quello delle strade di provincia rotte e abbandonate.
Ho pedalato in un giorno per più di 130 km tra Lazio e Campania, senza riuscire a darmi una spiegazione, senza trovare una soluzione.
Come posso continuare a promuovere l’utilizzo della bicicletta se non ci sono le strade per pedalare? Una risposta ancora non me la sono data, ma ci continuo a pensare. Viaggio anche per questo, per vivere quello che vivono gli altri, per capire meglio, per studiare.
Ho visitato Sperlonga portando la bici con me, l’abbiamo scoperta un vicolo alla volta. E dopo aver mangiato una tiella buonissima mi sono diretta verso Gaeta, in salita sui tornanti vista mare.
A Gaeta si percepisce prepotente la vicinanza alla Campania, ho sentito l’accento cambiare e ho visto turisti in fila per la mozzarella di bufala.
In bicicletta ti accorgi delle piccole cose, viaggi alla velocità giusta per notare tutte le sfumature, vedi il paesaggio cambiare km dopo km e ne diventi parte.
Il tempo quando si viaggia in bici scorre in maniera diversa. Le giornate sono lunghissime, si fanno mille incontri, si incrociano tante vite e arriva la sera che sembra di aver pedalato per mesi. Le reazioni delle persone al mio passaggio ancora oggi mi stupiscono e mi riempiono di felicità.
I vecchietti e i bambini che incontro nei paesini mi sorridono, salutano e mi dicono:
“Che coraggio, ci hai dato un argomento di cui parlare fino alla fine del mese!”.
Mi piace pensare che il mio viaggio sia d’esempio, che provochi una reazione positiva, che spinga le persone a pensare che esiste un altro modo di viaggiare. Un viaggiare gentile e silenzioso, che non lascia traccia, se non quella delle ruote sull’asfalto.
Dopo l’ultima notte in campeggio, ho salutato il mare e mi sono diretta verso l’entroterra, dove Campania e Puglia si incontrano, nella zona del Sannio.
Un territorio bellissimo e poco conosciuto, fatto di panorami mozzafiato e persone speciali. Io lo conosco bene, è la terra della mia nonna, ci sono stata tante volte da bambina, ma quelle strade le avevo percorse solo in macchina, in bicicletta, è stata tutta un’altra storia.
Pedalando tra le colline sono arrivata in Puglia e ad accogliermi, come ogni volta, è stato il vento che anche quest’anno ha reso gli ultimi km i più difficili di tutti. Il vento pugliese, quello che mescola i pensieri e per quanto ti sforzi sarà sempre il più forte.
Ho pedalato e passeggiato tra i vicoli dei paesi tutti bianchi, visto le famiglie riunirsi per fare la salsa e mangiato un dolce buonissimo che sapeva di casa.
Gli ultimi km sono stati pieni di emozioni, pedalavo e pensavo a quante cose belle ho visto, alle persone che ho incrociato sulla mia strada, alle albe e a tutti i tramonti.
Non sono mancate forature e momenti di sconforto, ma si viaggia anche per questo, per riempirsi gli occhi di meraviglia e ogni tanto cacciare qualche lacrima.
È stato un viaggio bellissimo.