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Professione Bike Manager: intervista a Paolo Gioia

Il crescente interesse per la bicicletta e la grande richiesta turistica di esperienze che includono l’esplorazione del territorio in sella hanno reso sempre più centrale la figura professionale del Bike Manager. Si tratta di un profilo lavorativo qualificato che – oltre ad accogliere ed accompagnare le persone in bicicletta – si occupa anche della promozione dei pacchetti di viaggio e della valorizzazione del territorio in cui opera.

Il Bike Manager è insomma un professionista con elevate doti strategiche e comprensione delle dinamiche tecniche della ciclabilità che sappia creare l’offerta cicloturistica, stabilendo la forma degli itinerari cicloturistici, si occupi della loro mappatura, stabilisca i servizi e prodotti da offrire al pubblico, ne individui il target ideale e proceda alla sua promozione e commercializzazione.

Per capire in concreto che cosa fa il Bike Manager e quali prospettive offre il settore abbiamo intervistato Paolo Gioia, che ha deciso di abbracciare questa professione mettendosi in proprio con il progetto “Ghiaia gravel”.

Paolo Gioia, Bike Manager "Ghiaia gravel"
Paolo Gioia, Bike Manager “Ghiaia gravel”

Ciao Paolo, chi sei e cosa fai?

Sono un cinquantenne, che ha sempre lavorato nel campo della grafica come art director, soprattutto nel settore editoriale. Sono sempre stato uno sportivo: oltre alla bicicletta, rugby, arrampicata, trekking e altro. Da un po’ di anni desideravo cambiare professione, facevo sempre più fatica nel passare le giornate al computer, desideravo un lavoro in ambiente outdoor, che mi permettesse di passare molto tempo all’aria aperta e, per una serie di circostanze causate dalla pandemia, essere libero professionista nel mondo dell’editoria è diventato sempre più difficile e ho fatto il passo. Dallo scorso aprile ho dato vita al progetto “Ghiaia gravel” e mi occupo di fare la guida cicloturistica.

In cosa consiste il tuo lavoro di Bike Manager?

“Ghiaia gravel” propone viaggi e tour, di gruppo o per singoli, di cicloturismo sia con le mountain bike sia con le gravel. Di solito due o tre volte la settimana esco in bici e vado a testare nuovi itinerari da proporre, oppure lavoro da casa alla parte di marketing e alla creazione del materiale informativo.

Quali passi hai fatto per avviare la tua attività come Bike Manager?

Inizialmente, come tanti, ho cercato un po’ sul web, cercando di capire che figure esistevano e se c’era la possibilità di inserirsi nel mercato. Ho cercato di capire anche che competenze doveva avere una guida cicloturistica e ho fatto il primo corso di meccanica da BikeItalia per perfezionare un po’ questo aspetto. Il corso mi ha soddisfatto e mi ha fatto decidere di fare anche il corso di Bike Manager per verificare con il team di Bikeitalia se esisteva davvero la possibilità di far diventare il mio progetto un lavoro. Durante il corso sono riuscito a mettere a fuoco ulteriormente il mio progetto, ma sono anche emerse le problematiche burocratiche che non conoscevo. Ci ho messo qualche mese per trovare il bandolo della matassa, preparare il sito e il materiale informativo, nel frattempo sono anche diventato Guida di Mountain Bike ed ad aprile 2021 ho iniziato la mia attività.

Quali pensi che siano le competenze e le abilità che un Bike Manager debba possedere?

Innanzitutto le attività nel mondo bike sono tante, bisogna definire il proprio progetto e concentrarsi per sviluppare le competenze che ci riguardano. Nel mio campo, quello della guida cicloturistica che ha la sede a Milano e non in una zona turistica, e che propone itinerari nella natura e non cittadini, la maggior competenza che sto sviluppando sta nel fornire tour che appaghino i clienti, sia per la bellezza del percorso sia per l’affidabilità di chi li conduce. In questo modo sono riuscito a fidelizzare diversi clienti, e a proporre loro in seguito tour o viaggi adatti alle loro specificità tour che non avrebbero mai intrapreso da soli.

Quali sono, secondo te, gli sviluppi futuri del cicloturismo e quali le attività più promettenti?

Il cicloturismo secondo me è un’attività in crescita, dalla semplice gita, al percorso enduro di alta difficoltà, al viaggio comodo o in tenda. Io credo che in Italia ci sia tanto spazio per il noleggio, mentre purtroppo sono ancora poche le strutture. Io, ad esempio, lavoro tanto sul fiume Ticino, molta gente che vorrebbe provare a fare dei tour ma non è provvista della bici adatta mi chiede se noleggio. Nella tratta che va da Pavia a Turbigo c’è solo un negozio che fa questo servizio, con cui riesco a collaborare per dare un’opzione in più ai miei clienti.

Cosa consiglieresti a una persona che volesse avviare un’attività come Bike Manager?

Di fare un po’ di ricerche e farsi un’idea di che cosa si vuole fare. Poi seguire qualche corso valido per approfondire gli argomenti di cui non si ha abbastanza conoscenza e alla fine, una volta acquisite le competenze necessarie, buttarsi.

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