Era da anni che avevo nel cassetto un progetto di un “viaggio” in bici da fare anche in solitaria, tutte le volte lo tiravo fuori dal cassetto lo aggiornavo e – ahimè! – lo riponevo nello stesso posto.
Poi è arrivato il Covid-19 e per due anni è rimasto lì. Arriva l’autunno del 2021, di solito è l’autunno che mi dà l’ispirazione dei nuovi progetti; vuoi per il clima malinconico di Leopardiana memoria, vuoi per il ripasso mentale di quello che hai fatto durante l’anno, i pensieri si mettono in moto autonomamente e lo sguardo si ferma sulla mappa sul nome “Matera”, mi illumino e penso che il mio “viaggio” debba portarmi a Matera.
Da qui in poi è un turbine di percorsi e idee, nel giro di poche settimane traccio percorsi e tappe, rivisti e modificati millemila volte. Siamo a Gennaio 2022, la determinazione aumenta, la forza di volontà e la voglia di mettersi in discussione fanno la differenza, insomma la testa. È tempo di pensare ad allestire la bici che fortunatamente ho (sequestrata a mio figlio Ric) che ringrazio, poche modifiche ed è pronta per il “viaggio”.
Qualche contrarietà in famiglia per il fatto di affrontare il “viaggio” da solo e allora mi attivo per cercare un compagno di viaggio ideale, cosa non semplice. Premetto che non credo al destino, fato, o dir si voglia, (avrò tempo di ricredermi) ma delle volte certi episodi non accadono mai per caso.
Nella prima decade di Febbraio ritrovo per caso Claudio, un vecchio amico di bici e non solo, e chiacchierando tra un prosecco e un po’ di patatine mi racconta che gli piacerebbe fare un cicloviaggio da Torino a Manchester per fare una sorpresa al figlio che vive in quella terra umida e piovosa, dopo averlo ascoltato con poco entusiasmo per la mèta, gli mostro il mio progetto più per vezzo che altro, e noto in lui una espressione di interesse in quello che gli mostro, destinazione e percorsi interessanti e soprattutto zona geografica non piovosa, e chi va in bici sa quanto sia insopportabile la pioggia mentre pedali.
Claudio sposa il mio progetto con entusiasmo, lui ha una gravel (anche lui presa a prestito da un parente) con robusto telaio in alluminio che allestiamo per il cicloviaggio e subito dopo stiliamo un programma di avvicinamento da fare con le bici in assetto da viaggio. Anche se entrambi pedaliamo regolarmente durante l’anno con la bici da corsa, il test ci serve per verificare la reazione del nostro fisico dopo enne giorni di pedalate con distanze di 120/140 Km e durata di 7/8 ore al giorno, con una zavorra di circa 13-14 Kg. Percorriamo all’incirca 700 km per verificare le reazioni del ns. fisico che giudichiamo positive, considerate la nostra veneranda età di 67 anni per Claudio e 64 per me.
Data prevista per la partenza Mercoledì 8 Giugno 2022, Claudio mi propone di partire Martedì 7 ma per questioni di numeri preferisco la prima data. Il numero 8 per me rappresenta il simbolo dell’infinito e l’idea dell’infinito relazionato a questo “viaggio” mi affascina. Le prime tappe le beviamo come acqua e in un baleno siamo già sulla Riviera Adriatica, qui il ritmo rallenta, vuoi per gli attraversamenti dei già popolati comuni della riviera, vuoi per l’uso delle ciclopiste molto frequentate dai locali e villeggianti, tuttavia con altre due tappe siamo a Vasto nel sud dell’Abruzzo al confine con il Molise.
Qui comincia a sentirsi un po’ di stanchezza, unitamente al caldo subìto durate il giorno, sale anche la tensione fra noi, mai niente di grave questione di “traccia gps”, che superiamo con poche battute e ampi sorrisi, tra persone adulte ci si capisce. A Vasto facciamo il punto del “viaggio” dobbiamo valutare se allungare di un giorno il nostro viaggio e fare il periplo del Gargano o tirare dritto per Foggia-Matera risparmiando qualche giorno, quindi Gargano sì o Gargano no?
Claudio sulle prime non è molto convinto, ma dopo la descrizione dei paesaggi che avremmo perso facendo il litorale, a noi ben noti, decidiamo di fare il giro del Gargano, consapevoli della durezza del percorso per temperature e dislivelli. Partiamo alla volta di Rodi, tappa di 104 km e poco dislivello, tuttavia fra le più dure per tipologia di strada e temperatura, metà su SS16 e l’altra metà su una strada secondaria che costeggia il lago di Lesina, senza traffico, ma anche senza nessuno insediamento umano, se non fosse stato per la presenza rassicurante del lago al nostro fianco avrei detto che eravamo in un deserto.
Finalmente a Torre Mileto, dove facciamo un bagno ristoratore e uno spuntino. Dopo circa un’ora di pedalata siamo a Rodi Garganico dove pernottiamo. Il giorno seguente puntiamo il timone su Peschici, Vieste e infine Mattinata dove smettiamo di pedalare per sostare la notte, in una splendida location a 10 metri dal mare… spettacolo!. Tappa faticosa per pendenze e temperature ma resa spettacolare dai panorami mozzafiato che questa fantastica terra offre a chi l’attraversa.
Il giorno successivo attraversiamo il Tavoliere delle Puglie e le Saline di Margherita di Savoia (nome dato in onore della 1ª Regina dell’Italia unita) attraversiamo Barletta, non senza difficoltà e giungiamo a Corato sfiniti, tra mille peripezie tra strade, superstrade, complanari, e ciclovie, un vero inferno, tanto è che percorriamo circa 30 km in più rispetto alla traccia gpx.
Questa è l’ultima notte prima di giungere a Matera, confesso che ho dormito poco nonostante la stanchezza accumulata dai giorni precedenti, l’eccitazione di coronare e portare a termine il “viaggio” mi dà una forza che non sapevo avere.
Partiamo alla volta di Altamura-Matera con qualche difficoltà a trovare la giusta strada per Altamura, che comunque troviamo: 46 km tutti in leggera pendenza, sotto un sole cocente e nessuna stazione di servizio, bar o qualsiasi altra struttura per rifocillarci e rinfrescarci il giusto. Altamura centro cittadino caotico e traffico impossibile, pausa pranzo con la famosa focaccia e poi a vele spiegate in direzione Matera.
Yeeeelaaaaa arrivati a Matera, non ho pianto dalla gioia per puro pudore, la mia frequenza cardiaca era a mille non per la fatica ma per la gioia indescrivibile che in quel momento provavo.
Tutte le tensioni si attenuano, la fatica si trasforma in gioia, Matera è nostra, conquistata con fatica e sudore. Alla sera ci godiamo quella splendida città che è Matera con i sui Sassi, le scale, il cibo e soprattutto la gente. Il giorno dopo ci dirigiamo sulla costa Adriatica ed a esattamente a Bisceglie, il mio paese natio (un po’ come Ulisse che ritorna in patria) dove il giorno dopo prendiamo il treno per il rientro a Torino, stanchi ma felici.
Che cosa mi resta di questa avventura? Un ricordo indelebile dei posti visti da un’altra prospettiva, guardati in bici sembrano posti nuovi mai visti prima, la sensazione di libertà che si prova ad attraversare certi luoghi in bici è ineguagliabile.
Sono dell’idea che fare un cicloviaggio in due o più persone non è mai facile e inevitabilmente vuoi per la stanchezza, vuoi per la convivenza forzata e altri fattori personali, si diventa facilmente irritabili e scontrosi, e, si esterna la parte più brutta del nostro carattere. È proprio in questi momenti difficili e più impegnativi in cui sarebbe stato molto più facile mollare tutto, abbiamo trovato quell’unità di intenti nel raggiungere il nostro obiettivo. Situazione che ci ha permesso di solidificare e rafforzare la nostra amicizia e voglia di intraprendere nuove sfide. Grazie Claudio per avermi sopportato e supportato.
Un po’ di numeri del “viaggio”
- Tappe in totale: 10+1
- Km percorsi fino a Matera: 1240+71
- Media giornaliera Km percorsi: 124km/g
- Ascesa totale: D+ 7302m
- Tappa più lunga: Rivalta-Stradella 188km
- Tappa più corta: Corato-Matera 74km
- Tappa con ascesa maggiore: Vieste-Mattinata 1418D+
- Tappa con meno ascesa: Faenza-Senigallia 317D+
Per l’intero viaggio non ci sono stati imprevisti da segnalare fatta eccezione per una foratura dell’ultimo giorno, durante il trasferimento da Matera a Bisceglie. Per concludere cito una definizione di Gillian Klempner Willman sul viaggio in bici: “Il viaggio arricchisce, insegna, è maestro di vita. La bicicletta è un’amica fedele che può condurti ovunque tu desideri. Viaggiare in bicicletta è un’emozione forte: dapprima le difficoltà e la fatica scoraggiano, deludono, inquietano… ma poi, chi ha spirito indomito non si fa sconfiggere dalla staticità e dalla routine, perché l’unica possibilità che ha di vivere realmente è quella di seguire la strada che gli indicano le emozioni”.
[Enzo Villani]