Quello che colpisce della Grizl, la nuova gravel della Canyon, è il suo essere votata al viaggio nonostante si tratti di una bici in carbonio di poco sopra i 9 chili di peso, con coperture generose da 45 mm e una geometria che la rende divertente sullo sterrato ma anche molto affidabile su asfalto. Ho avuto modo di testarla in diverse situazioni e queste di seguito sono le impressioni che ne ho ricavato.
Il modello che abbiamo testato
La Grizl della Canyon è la nuova gamma di bici gravel che va ad affiancarsi al modello precedente, la Grail. La Grizl comprende diversi modelli con si differenziano per montaggio e componentistica: quella che ho provato è il modello CF SL 8 montata con il gruppo Shimano GRX 800 2×11 (corone 48/31, pacco pignoni 11-34), freni a disco idraulici, gomme Schwalbe G-One Bite da 45 mm, ruote complete in alluminio DT Swiss G1800 Spline db (progettate appositamente per il gravel con cerchi tubeless-ready e canale interno da 24 mm) più una serie di caratteristiche peculiari che andremo ad elencare nel corso della recensione. Il peso della bici, in taglia M, era di 9,3 chili senza pedali [per testarla ho utilizzato un paio di Shimano double face con attacchi SPD].
Il prezzo al pubblico del modello testato da Bikeitalia (Canyon Grizl CF SL 8) è di 2.799 euro.
Una gravel (anche) per viaggiare
La Grizl si presenta con geometrie non esasperate che assecondano le lunghe pedalate senza affaticare e con 3 portaborraccia sul telaio (il terzo portaborraccia, sotto l’obliquo, è assente soltanto sul modello superleggero SLX, ndr), oltreché tre filettature per parte sulla forcella in carbonio su cui è possibile trasportare ulteriori bagagli (con carico massimo di 3 kg, ndr). Inoltre sul tubo superiore sono presenti due filettature dove installare una borsetta appositamente realizzata dal marchio specializzato in bikepacking Apidura, che per questo modello ha creato un set di borse dedicato che la caratterizzano come mezzo tuttofare adatto a viaggi avventurosi anche lontano dall’asfalto e su fondo sconnesso.
Canyon Grizl SL 8: il test
Unboxing e montaggio
Canyon è un marchio che vende direttamente al pubblico, quindi la bici arriva a casa imballata e montata all’80% con il cambio già regolato e tutte le istruzioni per procedere in autonomia al completamento del montaggio: oltre alle istruzioni viene fornito un kit completo di chiave dinamometrica per serrare correttamente le viti, indispensabile quando si ha a che fare con una bici in carbonio.
Posizione in sella
La bici in prova era una taglia M, indicata sul sito della Canyon come adatta a persone con un altezza compresa tra 178 e 184 cm: in effetti io (185 cm) dopo aver regolato l’arretramento del reggisella e impostato la mia altezza di sella ho trovato un buon comfort pedalando con gli attacchi SPD anche su percorsi misti di 70 chilometri senza avere problemi.
Come va?
La Canyon Grizl nonostante la vocazione fuoristradistica è performante anche sull’asfalto: i copertoni microtassellati della Schwalbe G-One Bite gonfiati al massimo (5 bar) mantengono un ottimo grip ma anche una buona scorrevolezza sulla strada asfaltata, tanto che spingendo in pianura con il 48×11 si superano agevolmente i 40 km/h e si mantiene una buona velocità di crociera anche in assetto bikepacking da viaggio (quindi con un bagaglio aggiuntivo di 5/6 chili rispetto alla sola bici, ndr). Il passaggio cavi è interno e questo rende la bici molto pulita.
Su sterrato è meglio abbassare un po’ la pressione delle gomme (nel mio caso 4 bar all’anteriore e 4,5 al posteriore) per migliorare l’aderenza sul fondo sconnesso e affrontare in scioltezza le discese accidentate: la bici risponde bene e disegna traiettorie precise, dosando la frenata e bilanciando a dovere il peso e il baricentro è molto divertente da pedalare.
Il cambio 2×11 Shimano GRX 800 è adeguato per affrontare i dislivelli senza problemi: con il rapporto più agile (31×34) le salite si affrontano senza esitazioni, spingendo il 48×11 in pianura si macinano chilometri e in discesa la sensazione (dovuta alla risposta del telaio full carbon) è quella di pedalare su una bici da corsa, nonostante le gomme da 45 mm.
Componentistica e peculiarità
Un punto di forza della componentistica della bici gravel Grizl Canyon è certamente il tubo reggisella proprietario in carbonio che ammortizza le asperità del terreno e aumenta il comfort in sella: il serraggio si effettua sulla parte posteriore del telaio, rigorosamente con chiave dinamometrica impostata a 5Nm. La sella in dotazione, una Fizik Argo Terra dal taglio sportivo e con canale centrale di scarico, con un buon fondello risulta abbastanza comoda ma senza non l’ho trovata ideale per me: per la mia anatomia prediligo un altro tipo di conformazione di sella, d’altra parte è un fatto molto soggettivo.
Buon comfort generale
Il manubrio è comodo: i comandi del GRX 800 hanno un’ampia superficie d’appoggio e anche senza guantini il palmo della mano ha una presa sicura. La cambiata è silenziosa, rapida e precisa. I freni a disco idraulici sono affidabili e potenti: all’inizio bisogna abituarsi, perché la risposta è immediata. In presa bassa si riesce a frenare agevolmente. Il meccanismo della ruota libera posteriore, quando non si pedala, ha un suono caratteristico penetrante a cui bisogna fare l’abitudine, soprattutto se di solito si pedalano bici più “silenziose”.
Concludendo
La Canyon Grizl è una bici gravel adatta a tutti i terreni e con tanti punti di ancoraggio sul telaio per poter modulare i propri bagagli in modalità bikepacking e portare con sé tutto ciò che è necessario per un’uscita di una giornata o per un viaggio più lungo, senza rinunciare né al comfort né alla prestazione. Per essere una bici gravel in carbonio con queste specifiche e caratteristiche il prezzo è interessante. La sua versatilità la rende adatta per diversi usi, dall’asfalto allo sterrato: la sua vocazione è il viaggio a contatto con la natura, ma non sfigura neanche nella giungla d’asfalto urbana.
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