Prima di partire per Berlino avevo immaginato di scrivere al mio rientro un articolo con le informazioni utili per chi volesse girarla pedalando. Ma appena scesa dall’autobus ho notato che non c’è bisogno di sapere molto e che città e bicicletta sono parte indissolubile l’una dell’altra: Berlino si muove su due ruote ed è costruita a misura di bici.
E quella a scatto fisso esposta nella vetrina di Lacoste è stata un primo assaggio di ciò che avrei visto nel corso del weekend.
Passando davanti alle fermate della metropolitana vedo rastrelliere ovunque, ne esistono di tutti i tipi e fanno parte a tutti gli effetti dell’arredo urbano: musei, università, centri commerciali, stazioni, locali e ristoranti riservano per i loro clienti un comodo parcheggio bici. E come dimostrano i continui lavori di installazione il loro numero è in costante aumento.
Il mio albergo, come molti altri di Berlino, mette a disposizione degli ospiti biciclette per visitare la città. Ma i noleggi esistono ad ogni angolo della strada per un costo compreso tra gli 8 ed i 12 euro giornalieri a seconda dei giorni di utilizzo. Se si vuole pedalare solo qualche ora, una valida alternativa è l’efficiente servizio di bike sharing, Call a bike, che consente di prendere una bici in prestito per brevi tratti e riconsegnarla in una delle stazioni di deposito.
Completamente piatta, Berlino è perfetta per andare in bicicletta. Studenti, lavoratori, giovani e anziani senza distinzioni di classi sociali la usano per i loro spostamenti quotidiani. Si pensi che ogni giorno i ciclisti urbani sono circa 400 mila, e al momento la città ha più di 160 chilometri di piste ciclabili.
Il sito BBBike consente di tracciare gli itinerari utilizzando solo questi percorsi. Le ciclabili sono segnalate in vari modi: dipinte di bianco sul lato destro della strada, di rosso sui larghi marciapiedi che si condividono con i pedoni, o in maniera ancora più riconoscibile con diversi tipi di pavimentazione.
La segnaletica stradale, sia orizzontale che verticale, non lascia spazio alle incertezze. I marciapiedi hanno tutti l’accesso alle biciclette e ai disabili che si muovono in completa autonomia. Tutti i semafori, oltre al sensore per i non vedenti, sono dotati di un segnale luminoso riservato ai ciclisti posizionato alla loro altezza.
Proseguo nella mia scoperta della città tra Posdamer Platz e la porta di Brandeburgo e dopo poco mi accorgo che non sono l’unica turista in bicicletta. In città esistono infatti due tour operator Berlin on bike e Fat tire bike tours Berlin, che organizzano ciclovisite guidate in lingua inglese passando per i principali monumenti.
Le bici possono essere trasportate a qualunque ora a bordo della linea metropolitana U-Bahn e S-Bahn pagando un supplemento, ma non sugli autobus.
Ovviamente a Berlino non pedalano solo i turisti e anche gli abitanti hanno trovato modi semplici di fare a meno dell’automobile. Per fare la spesa? Cestini anteriori e posteriori. Piove? Borse Ortlieb impermeabili per mantenere asciutti i vestiti di ricambio. Per portare i bambini a scuola? Seggiolini posteriori, carrellini per i piccoli, biciclette “cammellino”, e per i bambini più autonomi una normale bici da legare alla rastrelliera della propria scuola.
Per chi è pigro esistono anche due tipologie di taxi a pedali che con i loro pannelli montati sul telaio oltre a mezzo di trasporto sono un modo innovativo ed ecologico di fare pubblicità per le strade.
Anche i preztel, tipico pane della gastronomica tedesca, sono venduti in bicicletta e i berlinesi non rinunciano ad un boccone e ad una birra neppure mentre pedalano, grazie al servizio BeerBike. Dodici bevitori…ehm pedalatori seduti al bancone fanno girare un albero centrale che permette al bizzarro mezzo di muoversi nel traffico cittadino con una sola limitazione: che l’autista rimanga sobrio.
Per chi si trova in città la domenica, suggerisco il mercatino delle pulci Flohmarkt vicino Arkonaplaz dove troverete una marea di cianfrusaglie, biciclette di seconda mano, accessori stravaganti, pezzi di ricambio e borse di materiale riciclato fatte di camere d’aria.
Ma all’improvviso, come il rintocco della mezzanotte, un tir parcheggiato sulla pista ciclabile mi ha riportato alla realtà, ricordandomi che il mio soggiorno a Berlino era quasi terminato e lasciandomi solo il tempo di legare la bicicletta alla rastrelliera dell’hotel ed andare in aeroporto.
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