Sulle orme del ‘Che’

“Ma perché hai girato?”

“Quando allo zingaro gli gira, gira”

È una delle frasi storiche di Amici Miei di Monicelli e che meglio di qualunque altra possono spiegare il motivo per cui in questo momento ci troviamo a Santa Cruz de la Sierra, una ricca metropoli circondata dalla jungla nella parte orientale della Bolivia.

attraversamento

Il piano originario era di attraversare il paese seguendo una traiettoria sud-nord, da Potosi al Lago Titicaca senza troppe deviazioni: più o meno quello che fanno tutti i turisti che visitano la Bolivia.

È che dopo qualche settimana trascorsa al freddo e con diverse scocciature causate dall’altitudine, abbiamo incontrato diversi ciclisti provenienti in direzione contraria che ci avvertivano: pedalare la strada da Potosi a La Paz non vale assolutamente la pena. Nel frattempo, sempre più persone ci parlavano di una zona del paese, ricchissima di acqua, dove la temperatura media è di 26°, la vegetazione è rigogliosa e le montagne sono verdi. Abbiamo modificato il piano iniziale, ma che importa?

traffico

In cambio abbiamo conosciuto la città di Sucre e la fiera di Tarabuco che probabilmente non è cambiata negli ultimi 500 anni e abbiamo diviso giorni di viaggio con Yves e Katja, una coppia di ciclisti canadesi di oltre 50 anni, partiti 9 mesi prima dal Messico e con un sacco di storie da raccontare.

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Lungo la strada abbiamo scoperto come si trebbia il grano e come si cattura un maialino.

trebbiatura

A guardare la nostra mappa, la strada che porta a Santa Cruz doveva essere una specie di sogno proibito di ogni ciclista: dagli oltre 4.000 metri di altitudine di Potosi si arriva ai 425 metri di Santa Cruz. Quello che la nostra mappa non mostra sono le infinite cordigliere che bisogna attraversare per arrivare a destinazione e soprattutto le condizioni della strada, capace di allentare qualunque vite delle nostre biciclette.

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Sulla strada verso Vallegrande abbiamo accettato un passaggio dall’unico camion passato di lì negli ultimi tre giorni: contadini che trasportavano patate e che cercavano qualcuno con cui condividere le spese di viaggio. Ci hanno lasciato al termine di una salita di 30 km, all’incrocio con la mulattiera che porta a La Higuera, il luogo dove nel 1967 morì Ernesto Che Guevara. I contadini con cui abbiamo viaggiato, pur essendo della zona, non sapevano esattamente chi fosse il Che.

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La Higuera è un paesino minuscolo, circondato da una foresta rigogliosissima e con un’economia che si basa principalmente sulla commemorazione del Che e dei suoi 37 compagni caduti nel tentativo di rivoluzione. Nell’unica pensione del paesino dotata di acqua calda facciamo la conoscenza di Michael, una guida turistica di origine tedesco-argentina. Trascorriamo una bella serata con lui e con la sua unica cliente a parlare della probabile depressione del Che nel periodo precedente la sua cattura e dei suoi errori militari.

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Tra un bicchiere di vino e l’atro Michael ci confessa che a breve riceverà un gruppo di ciclisti norvegesi che gli hanno chiesto un tour esclusivo e per cui lui non si sente pronto: ci rivolge mille domande sul territorio e su cosa possa servire ai ciclisti. Chiudiamo la serata con un patto: all’indomani carichiamo le nostre biciclette e bagagli sul tetto della sua jeep che ci porterà fino a Samaipata dopo aver visitato i luoghi clou della Ruta del Che, in cambio noi gli paghiamo la benzina e lo aiutiamo a progettare il tour per i suoi clienti.

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Arriviamo a Samaipata dopo una giornata intera trascorsa a sentir parlare di guerriglia e tentativi di rivoluzione. In alcuni momenti l’emozione è decisamente forte.

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Samaipata è il luogo ideale per fermarsi, riposare un po’ e dedicarsi alla manutenzione delle biciclette che sembra non abbiano apprezzato particolarmente gli ultimi giorni. Da qui perlomeno ricomincia l’asfalto e la strada è davvero tutta discesa fino Santa Cruz.

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Ci fermiamo a pernottare in una fattoria biologica gestita da una famiglia di giovani hippie che offrono alloggio ad alcuni ragazzi alle prese con le prime esperienze psichedeliche.
Domani si riparte, in autobus, verso il Lago Titicaca.

Note tecniche:
Distanza percorsa fino a questo momento: 2.933 km
Altimetria totale: 30.111 mt

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