NO BICI

NO BICI

no biciLo confesso, ogni volta che mi capita tra le mani un libro che parla di biciclette mi subentra un senso di nausea diffusa, certo di trovarmi davanti all’ennesimo ammasso di fogli imbrattati di cui avrei voluto volentieri fare a meno.

Non sono un patito della tecnica e ho imparato da bambino a regolare il cambio, i racconti di viaggio mi inducono sonnolenza, le imprese di Coppi, Bartali, Merckx, Pantani e compagnia pedalante non le posso più sentire, non me ne frega niente dell’evoluzione del marchio storico della Bianchi dal 1885 ad oggi, per non parlare poi delle meravigliose escursioni della rock star di turno che racconta quanto sia magnifico gironzolare per Tokyo in sella alla propria bici da tournée.

Ho accolto il “NO BICI” di Alberto Fiorillo con lo stesso scetticismo di sempre, mitigato solo dall’aspetto della copertina che richiama apertamente quella del No Logo di Naomi Klein, libro a me molto caro. Ben presto sono però rimasto meravigliato: l’autore parte con una strampalata e divertente ode all’ascensore, mezzo di trasporto in qualche modo perfetto, simbolo innegabile della condivisione degli spazi e del veicolo, ma ingiustamente trascurato dalla letteratura e dal cinema. Dall’ascensore si passa alla bicicletta e alla presa in giro di tutte le tipologie di ciclista in circolazione, per poi finire a parlare di automobile e di mobilità.

Fiorillo si lancia qui in una critica spietata di un modello di mobilità urbana inefficiente e obsoleta che mette al centro della città l’automobile, avanzando però anche proposte serie e fattive per la rivitalizzazione e riappropriazione da parte delle persone dei centri urbani. Gli strumenti utilizzati sono un’enorme quantità di dati scientifici (purtroppo spesso manchevoli di riferimenti alle fonti), elementi storici e tanta, tantissima ironia che rende la lettura divertente, interessante e mai noiosa.

Perché i limiti di velocità sono quelli che conosciamo? Perché si genera il traffico? Quali sono i maggiori pericoli per i ciclisti urbani? Sono tutte domande a cui l’autore prova e riesce a dare risposta, trovando spazio per menzionare anche il movimento #salvaiciclisti che viene presentato come il segnale che prima o poi anche le strade italiane cambieranno per diventare più europee.

Il grande pregio di “NO BICI” è indubbiamente la capacità di insinuare il dubbio che un nuovo modello di mobilità sia possibile, ma senza mai sfociare in fastidiosi integralismi. Ecco quindi un libro che strappa sorrisi e risate di continuo intervallando spunti di riflessione mai scontati, nemmeno per i più accaniti fanatici della bicicletta.

Insomma, promosso.

Alberto Fiorillo, NO BICI, Ediciclo Editore, 14 euri

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