Ferrara – Chioggia – Vicenza in bicicletta

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1° giorno Ferrara – Polesella (48 km)

Dopo un breve giro per Ferrara (che meriterebbe ben altra sosta..), raggiungo, attraverso pochi km di statale trafficata (n. 16, la famosa Adriatica), Pontelagoscuro, punto di accesso alla ciclovia del Po, che imbocco sul lato destro dell’argine..
Indicazioni non proprio sicure, fino alla ciclabile vera e propria, indicata con “Destra Po”, lungo il confine regionale tra Emilia e Veneto.

Poco prima dell’inizio della ciclabile, incontro un bel circolo canottieri, anche bar e ristorante.
Percorso (ovviamente) piano, lungo il corso del grande fiume da una parte, e la distesa padana dall’altra.
Si viaggia sull’argine, in posizione sopraelevata rispetto al letto del fiume, le zone ombrose non sono frequenti (unico verde: i pioppeti che si vedono sulle golene, ma irraggiungibili dalla pista). Sulla strada, tutta asfaltata, sono segnalate le uscite per le piccole frazioni (chiamarle paesetti sarebbe un eufemismo!) che si incontrano: Borgo, Sabbioni, Fossadalbero, Zocca.

Arrivo in serata all’uscita dalla ciclovia per Ro (lato emiliano) e Polesella (Veneto).
Presso l’uscita e sotto un grande ponte, c’è un bar ristoro e, accanto, una volenterosa ricostruzione del “Mulino del Po” (romanzo di R. Bacchelli), peraltro non visitabile.
Convinto di abbreviare la strada, decido di salire la rampa di scale che porta sul ponte, evitando la strada, e di puntare verso Polesella (argine sinistro, regione Veneto).
Attenzione a verificare per tempo la presenza di bar, trattorie e alberghi, si rischia di rimanere “a bocca asciutta”, dato che la zona è scarsamente popolata e poco incline alla ricezione turistica!

E’ anche da rilevare il carattere riservato (eufemismo) della gente del posto, non molto estroversa alla prima accoglienza (almeno per un romano “caciarone”…) ma sempre gentile e disponibile
Raccolgo indicazioni (controverse) sul posto e raggiungo, ormai sul far della notte, fortunosamente un agriturismo (insegna senza alcuna illuminazione!!) chiamato Quadri, presso Guarda Veneta, in cui mi viene offerto alloggio e una cena per pura cortesia della proprietaria, dato che la “struttura turistica” funzionerebbe sono nel week end e non di mercoledì!
Mi viene inoltre richiesto con gentilezza di “non rovinare” la stanza (da 4 letti) perchè già pronta per i prossimi ospiti.

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2° giorno Polesella – Porto Tolle (78 km)

Ritorno sulla pista Destra Po (che preferisco all’argine sinistro dato che è ad uso esclusivo delle bici): paesaggio immutato, si seguono le molteplici anse del fiume, osservando le ampie zone di secca, emerse per la lunga siccità.
Supero le uscite di Guarda Ferrarese, Alberone, Cologna, Berra. A Serravalle il Po si divide per la prima volta (più avanti sono numerosi i rami del fiume): procedo verso sud, lungo il Po di Goro, lungo il suo argine destro, fino ad Ariano nel Polesine, dove passo il ponte attraverso il fiume fino all’altra sponda.

Proseguo sull’argine sinistro del Po di Goro, fino alla località, indicata sulla ciclovia, di S. Basilio, chiesetta (chiusa) e piccolo borgo, con resti archeologici, ma soprattutto un ottimo ristorante (a giudicare dall’invitante profumo che si respira, dato che la mia dieta da ciclista non mi consente a mezzogiorno di superare il panino!).
Arrivati a Rivà si procede , passando sotto il ponte della s.s. 309 (Romea), si supera ancora località Cà Vendramin; si passa il ponte sopra il Po di Gnocca (è un po’ complicato perché il Po si divide in molti canali, è difficile seguire senza la cartina) e si prosegue lungo l’argine destro del Po di Venezia (corso principale del fiume), fino ad avvistare finalmente Porto Tolle (più precisamente località Cà Tiepolo, in quanto Porto Tolle è denominata la zona in senso più ampio), modesto borghetto che al visitatore, abituato ai paesaggi isolati e un po’ depressi del lungo fiume, appare un po’ come Las Vegas!

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3° giorno Porto Tolle (Cà Tiepolo) – Gorino – Porto Tolle (Cà Tiepolo) (56 km)

Dato il maltempo, decido di non proseguire nel percorso, ma di fare un giro nella zona, con l’obbiettivo di visitare la famosa Sacca degli Scardovari, perla imperdibile, tappa “doc”, a sentire i locali, del paesaggio lagunare.
Imbocco quella che sembra la strada più diretta per la mia destinazione, ma all’oasi naturalistica di Cà Mello sbaglio strada (la prima di una serie nutrita di errori, causa la scarsa segnaletica per le biciclette e anche la tipologia di territorio solcato da un’infinita serie di canali e stradine!!): invece di proseguire per una sterrata, imbocco un lungo rettilineo che mi porta verso Po di Gnocca, che a quel punto costeggio sull’argine sinistro, fino a S. Giulia (abbandonando il progetto iniziale di vedere la famosa Sacca).
Qui attraverso il noto ponte di barche e dopo pochi km raggiungo Gorino, altro ponte di barche (sul Po di Goro) del tutto simile al precedente.
Ritorno stavolta col vento a favore e lungo tutto l’argine sinistro del Po di Gnocca, risparmiando strada e energie!

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4° giorno Porto Tolle (Cà Tiepolo) – Porto Levante – Chioggia (68 km)

Lascio alle spalle Cà Tiepolo, in fondo al paese passo il ponte sopra il Po di Venezia, scendo da uno scalone sull’argine sinistro dello stesso e risalgo il corso, fino a Cà Venier, dove attraverso il ponte sul Po di Maistra.
Risalgo tale corso sul suo argine sinistro e procedo sulla strada (aperta anche alle auto ma pochissimo trafficata), supero Cà Pisani e proseguendo, la fattoria Scanerello.
Il paesaggio è sempre più lagunare, la strada (molto bella) si snoda quasi completamente in mezzo all’acqua, fino a Porto Levante.
Raggiunto questo avanposto di terra sporto sul mare, fortunosamente ottengo un passaggio da un barchino che porta i turisti nell’isolotto antistante, e raggiungo l’altra riva del Po di Levante (l’ennesimo!).

Si prosegue per pochi km su una statale un po’ trafficata, poi si gira a destra su una strada aperta anche alle auto, ma praticamente non frequentata, fino all’incrocio con la statale per Casoni.
Qui si piega a sinistra seguendo le indicazioni per Chioggia (accanto alla statale corre una ciclabile sterrata, forse preferibile).
Dopo 3-4 km si raggiunge la s.s. 309 (Romea): è inevitabile farla fino a Chioggia.

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5° e 6° giorno Chioggia (riposo)

7° giorno Chioggia – Padova (80 km)

Dopo aver ammirato le meraviglie di Chioggia, si riprende il cammino.
Esco da Chioggia, seguendo le indicazioni per Brondolo, frazione da cui si prende la ciclabile che costeggia prima il fiume Brenta (argine sinistro) e poi, passati sull’altra riva presso località Cà Pasqua, il fiume Bacchiglione (argine sinistro) da dove si prosegue verso Cà Bianca, Brenta dell’Abbà, Correzzola, Pontelongo (attenzione è molto facile perdersi!!), Bovolenta, Pontemanco.
A Pontemanco si gira a sinistra verso Due Carrare, dove si incontra un bel mulino antico con tanto di macine a vista.
Si prosegue per Battaglia Terme, da dove, presso un’antica villa nobiliare, si imbocca la ciclabile rettilinea per Padova (circa 10-12 km).

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8° giorno Padova (riposo)

9° giorno Padova – Vicenza (69 km)

Regola aurea: seguire il corso del fiume Bacchiglione e non abbandonarlo mai!
Per errore seguo per un pezzo il fiume Brenta e mi ritrovo completamente fuori zona (20 km persi!)
Ripresa la retta via, c’è un bel tratto di strada sterrata (ma riesco a farla con copertoni da 26, bici da corsa), che passa per Selvazzano, Saccolongo, (da qui in poi è asfaltata) Cervarese, Montegalda, Montegaldella, Longare, Longara, Vicenza.

N.B. le percorrenze indicate sono comprensive dei numerosi errori di percorso, come evidenziato nel diario (forse il 20% in più!)
Si raccomanda l’utilizzo di guide per ridurre i disagi.

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