Stupor Bowl: negli States l’alleycat si fa ubriachi
Gli americani, si sa, amano gli eccessi, e anche gli appassionati di ciclismo sono soliti radunarsi per eventi davvero poco conformisti. Se già i ciclisti di Brooklyn ci avevano stupito con il “Bicycle Fetish Day“, i bike messenger di Minneapolis, nello stato del Minnesota, non vogliono essere da meno e per questo organizzano periodicamente “The Stupor Bowl“, un’alleycat invernale da fare rigorosamente ubriachi.
L’alleycat (letteralmente “gatti randagi“) è una corsa su bici fixed nata negli ambienti dei bike messenger come evocazione del lavoro quotidiano di pony express a pedali. Non ci sono delle regole fisse, solitamente l’obiettivo è arrivare primi al traguardo, reso noto poco prima della partenza, passando per alcuni checkpoints e seguendo un itinerario a piacere, ovviamente il più veloce possibile.
Il nome della manifestazione di Minneapolis, Stupor Bowl (stupor, “stato confusionale, torpore“), richiama espressamente il Super Bowl, l’incontro di football americano che assegna il titolo di campione della National Football League. Si tiene infatti il sabato precedente la partita, che si gioca l’ultima domenica di gennaio o la prima di febbraio, spesso sotto la neve, al freddo e sbronzi: una roba per soli temerari, insomma. Eppure la componente alcoolica della gara è stata introdotta soltanto nel 2002, quando lo Stupor Bowl era giunto alla sua quinta edizione. La prima, nel 1998, è stata lanciata dal ciclista e bike messenger Chad Selberg, che fin dall’inizio ha avuto la brillante idea di fissare i nove checkpoints del percorso in altrettanti bar della città, così che i partecipanti potessero approfittarne per un bicchierino al volo.
The Stupor Bowl è una corsa perfettamente in regola, non c’è nulla di illegale nell’andare in bici un po’ alticci, almeno in questa occasione. Diciamo pure che i bike messenger di Minneapolis ci tengono a non pubblicizzare eccessivamente l’alleycat, tanto che un portavoce del Dipartimento di Polizia di Minneapolis, recentemente intervistato circa il numero di incidenti durante l’ultima edizione a cui hanno partecipato 356 ciclisti, ha dichiarato di non essere nemmeno a conoscenza dell’evento.