Sono stato invitato con Matteo Dondè, uno dei maggiori esperti italiani di ciclabilità, a tenere un workshop sulla moderazione del traffico a Terni. Il workshop era parte del programma del Festarch_LAB, un piccolo festival di architettura che, nato come spin off del Festarch della rivista Abitare a Perugia, è presto riuscito a raggiungere una grande qualità. Grazie al lavoro del gruppo GATR (Giovani Architetti Terni) – il cui entusiasmo è secondo solo all’enorme ospitalità – il festival in pochi anni ha saputo rendersi autonomo e proporre una visione dell’architettura come laboratorio per la città, utilizzando un linguaggio comprensibile, con particolare attenzione ai possibili punti d’incontro tra cittadini ed esperti sul tema dello spazio pubblico.
L’incontro con i cittadini e le scuole
In questa cornice abbiamo proposto una sessione di lavori che affiancasse alla classica lezione frontale una progettazione scala uno a uno di una zona 30 e di un woonerf. Nei giorni di venerdì 13 e sabato 14 settembre abbiamo sperimentato la rimodulazione dello spazio in due strade di Città Giardino, classico quartiere verde di inizio secolo, riedificato dopo la guerra che ha fatto di Terni, città delle acciaierie, tabula rasa. Dell’idea originale ormai Città Giardino conserva solo il nome, le strade, come in tutte le nostre città, sono diventate terreno esclusivo delle auto, in movimento o in sosta, con conseguente perdita di qualità urbana, incidenti, rumore e tutte le ricadute ben note.
Quello che abbiamo fatto è stato rendere con un intervento a costo (quasi) zero via Montegrappa una zona 30, intervenendo principalmente sulla sosta e su arredo urbano di recupero e sperimentare in via Premuda una zona 10, un tratto aperto alle auto ma in cui date le bassissime velocità i bambini potessero giocare in mezzo alla strada in tutta sicurezza. L’intervento principale è stato quello di restringere la carreggiata al minimo consentito dalla normativa (più che sufficiente alla circolazione anche dei mezzi pesanti e di soccorso) per ridurre le velocità e ricavare spazio per i pedoni, sottraendolo di fatto alla doppia fila e alla sosta selvaggia.
Work in progress
Il risultato è stato sorprendente. Appena create le prime chicane spostando la sosta da in linea a “a pettine”, automaticamente gli automobilisti si sono adeguati al tracciato rallentando visibilmente la velocità. Lo spazio recuperato con il restringimento di carreggiata ha permesso di realizzare delle aiuole in prato dando maggiore respiro e qualità agli spazi. Gradatamente le persone hanno ripreso possesso della strada, non più trincerata fra due file ininterrotte di auto in sosta, per passeggiare o pedalare in tranquillità. Le auto, già rallentate dalla conformazione della carreggiata non hanno manifestato irritazione per la presenza di pedoni e ciclisti permettendo così a tutti gli utenti di convivere serenamente negli stessi spazi. L’allargamento dei golfi, gli angoli degli incroci, non solo ha drasticamente ridotto la velocità delle svolte, uno dei fattori di maggior pericolo, ma ha recuperato spazio tale da trasformare ogni incrocio in una piccola piazza, senza grande differenza fra marciapiede e strada. I bambini hanno preso immediatamente possesso del woonerf appena lo spazio è stato liberato dalle auto, disegnando i giochi sull’asfalto e ribattezzando Via Premuda “Strada dei bambini”. La sera i ragazzi del quartiere hanno approfittato dei nuovi spazi a disposizione per un improvvisato torneo di calcio balilla. Insomma, in poche ore la strada è tornata ad essere quello per cui era nata: uno spazio di relazione.
Bambini e ragazzi riprendono possesso della strada
Ma al di là del risultato, pur notevole, la cosa più interessante è stato il rapporto con i cittadini. Lavorare direttamente in strada ha permesso di incontrarsi (e scontrarsi) e poter spiegare le ragioni e la visione che stavao alla base di un progetto. Molti sono stati subito felici di veder realizzato un intervento che potesse garantire sicurezza e minori incidenti, alcuni sono stati contrari, altri ancora sebbene perplessi in un primo momento, hanno cambiato opinione al termine dell’illustrazione del progetto e soprattutto vedendo i risultati eclatanti a fine giornata. In ogni caso, favorevoli o contrari, tutti hanno dato l’impressione di riuscire ad adeguarsi rapidamente alla nuova situazione, tanto che molti, saputo che si trattava solo di una sperimentazione temporanea, si sono immediatamente attivati per creare un gruppo di pressione verso l’Amministrazione, per far sì che l’intervento potesse diventare permanente.
L’intervento visto dall’alto
E’ l’ennesima dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, che i cittadini sono pronti a quel cambiamento culturale che spesso viene tirato in ballo come scusa da parte di chi non ha il coraggio di mettersi al passo con il resto d’Europa. In un fine settimana, senza risorse, un gruppo motivato di cittadini, guidato con competenza, è riuscito a fare quello che spesso amministrazioni poco convinte non riescono a fare in un mandato intero.
Un appello a chi vuole vedere veramente un cambiamento: riprendetevi lo spazio, se avete bisogno di una mano noi ci siamo!
Confronto prima e dopo
Via Montegrappa prima dell’intervento
Via Montegrappa dopo l’intervento
In svizzera o austria (per dirne due che ho visto questi interventi fatti) è normale e fatto dalle amministrazioni. Invece in italia dobbiamo usare la parola “fenomenale, eccezionale”. Bravi! Spero che questa cultura si diffonda. Se lo stato langue, i cittadini agiscono.
Complimenti a Giuseppe e Matteo per l’ottima iniziativa! In questi giorni il dibattito sul tema è finalmente emerso al livello che merita (vista l’importanza della questione), ed il confronto sull’argomento, con la contrapposizione dei diversi punti di vista, è molto interessante ed arricchisce tutti.
A questo proposito, ne approfitto per invitare alla lettura di un articolo nel quale rispondo puntualmente, con le mie personalissime opinioni, alle obiezioni di un cittadino nettamente contrario all’introduzione delle zone 30 in città.
Qui il link:
http://www.marcodemitri.it/zona-30-limitare-velocita-auto-citta/