La bici elettrica del futuro sarà sempre più tecnologica, e sempre più integrata con gli altri gingilli tecnologici che ci portiamo dietro (smartphone in primis). La Visiobike in questo senso si porta già un bel po’ avanti. Andiamo a conoscerla meglio.
Visiobike è una bici elettrica altamente tecnologica, sviluppata nel Regno Unito da un team di designer e ingegneri croati, guidato da Marko Matenda. Ha un telaio in fibra di carbonio e componenti di altissima qualità. Le funzionalità della bici possono essere gestite tramite il proprio smartphone, su cui caricare la app dedicata (per iOs e Android). La app può mostrare una serie di informazioni, settabili scorrendo verso destra o sinistra: il pannello principale è quello in cui è presente l’indicatore di velocità e quelli di carica della batteria; gli altri pannelli possono mostrare un navigatore gps basato su Google Maps, oppure le immagini riprese in diretta da una videocamera montata sulla sella, per tenere sotto controllo cosa accade dietro di sé e prevenire incidenti; in caso di forti decelerazioni (causate da impatti), il software salva automaticamente gli ultimi tre minuti di riprese, in modo da poter più facilmente ricostruire gli eventi che hanno condotto all’incidente e quindi le responsabilità di chi è coinvolto. Inoltre, la app chiede al ciclista se sta bene o ha bisogno di aiuto; se il ciclista non conferma di stare bene entro 60 secondi, un messaggio di aiuto viene mandato automaticamente a dei servizi di emergenza e a una persona di fiducia.
Un ulteriore pannello infine permette di bloccare e sbloccare la bici: quando si vuole parcheggiare Visiobike, la si blocca facilmente premendo un pulsante; a questo punto le ruote sono bloccate, e l’unico modo per rubare la bici è sollevarla; se questo accade però, i sensori all’interno della bici elettrica lo percepiscono, e avvertono immediatamente lo smartphone dell’utente, che può anche tenere sempre sotto controllo la posizione della bici tramite il gps integrato. Per sbloccare le ruote, è necessario inserire un codice pin; i ragazzi di Visiobike hanno talmente tanta fiducia in questo sistema che offrono un anno di garanzia gratuita contro il furto.
Lo smartphone si connette all’elettronica della bici elettrica Visiobike tramite Bluetooth. Il firmware della bici sarà aggiornabile Over the Air (OTA) in futuro – ad esempio per garantire l’integrazione con i Google Glass.
Passando ai più consueti dati sulla parte elettrica della bici, possiamo notare che Visiobike è in realtà più un ciclomotore che una bici elettrica, agli occhi delle leggi europee: il motore infatti assiste la pedalata fino ai 45 km/h; la batteria garantisce a detta dei ragazzi di Visiobike un’autonomia di 120km – sicuramente però a velocità molto più basse dei 45km/h appena citati. E’ disponibile comunque anche una versione da 250W w 25 km/h di velocità massima. Motore e batteria sono compatti e integrati nel telaio in un modo che ricorda le mtb elettriche Rotwild viste recentemente a Riva del Garda. La bici è dotata di un sensore di sforzo per garantire una pedalata più naturale possibile. La selezione del rapporto è affidata a un cambio Nuvinci a variazione continua e completamente automatico.
Ecco un video di presentazione della Visiobike:
Al momento, è stato prodotto solo un prototipo funzionante della Visiobike. Come succede sempre più spesso, è stato dato il via ieri a una campagna di crowdfunding per finanziare la produzione in serie della bici. Chi fosse interessato, può aiutare il team a raggiungere i 180mila euro necessari facendo offerte che vanno dai 5 ai 20mila euro sulla pagina Indiegogo del progetto. La campagna si concluderà il 7 luglio 2014.
Pur essendo una bici bellissima, ad un prezzo di 3900 euro per la versione base (che salgono a 4450 per la versione completa di tutti gli accessori presentati) non si può dire che la Visiobike sia molto competittiva sul mercato. A meno della metà si possono già oggi comprare delle validissime bici da città. Il progetto Visiobike è comunque molto interessante, e tecnologie di questo tipo saranno probabilmente molto diffuso anche fra le bici elettriche di fascia media nel giro di 5-10 anni. Per ora, solo i più fortunati possono permettersele.
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