La ciclabile di Viale Tunisia: replica del Comune di Milano

La ciclabile di Viale Tunisia: replica del Comune di Milano

L’articolo che abbiamo pubblicato ieri sulla nostra testata firmato da Simone Dini, ha portato il Comune di Milano a invocare il diritto di replica che volentieri concediamo.

Di seguito riportiamo la risposta inviataci da parte del Direttore del progetto Ciclabilità del Comune di Milano, Fabio Lopez Nunes.

 


 

Fermo restando il diritto alla opinione, il progetto è incernierato (forse per la prima volta a Milano) in un concetto di rete il più possibile continua e il più possibile senza soluzione di continuità tra Isola Garibaldi, corso Buenos Aires e poi anche verso Città Studi.

Sul fatto che si realizzi una pista in struttura piuttosto che una pista in sola segnaletica, secondo l’idea della mobilità nuova, occorre considerare che le attuali normative impongono tali limiti da rendere una ipotesi di questo tipo poco o nulla praticabile in viale Tunisia. Il risultato, a normativa vigente, sarebbe probabilmente ritenuto ancora peggiore da chi ha scritto. L’amministrazione sta lavorando con convinzione presso il Ministero per le Infrastrutture e Trasporti per ottenere un cambiamento, e forse qualche speranza c’è ma le resistenze sono ancora moltissime. E in assenza di regole che ammettano determinate soluzioni simili a quelle delle corsie tratteggiate come a Bruxelles o in altre città, non sono ipotesi percorribili.

L’autore sa perfettamente che le regole vigenti in Germania sono molto diverse da quelle italiane, e qui non si possono utilizzare; inoltre a Monaco si è iniziato a lavorare sulla ciclabilità molti anni fa, qui si è iniziato da poco. Occorre qui misurarsi su un parco veicoli circolante ancora molto più vasto (doppio più o meno) rispetto a quello del capoluogo bavarese. Ci si arriverà ai loro numeri, ma occorre operare con il principio di gradualità e adeguatezza.

Sul dibattito se la pista debba essere protetta e in struttura oppure no, le opinioni sono molto differenziate e vanno rispettate tutte. L’amministrazione ha ritenuto nel caso di specie, in funzione del traffico, sosta irregolare e delle sezioni esistenti , di realizzare un’opera in struttura. Altresì il progetto, per ragioni di equilibrio fra le diverse utenze della via e del quartiere ha mantenuto la possibilità di proteggere la corsia riservata al tram e di minimizzare l’alienazione di sosta legittima esistente.

Gli obiettivi del progetto

 Realizzare due piste ciclabili protette mono direzionali che mettano in relazione il cosiddetto centro direzionale Garibaldi-Repubblica con Corso Buenos Aires e il percorso che conduce verso Città Studi;
 Riorganizzare la sosta dei veicoli dove consentita e impedirla dove già ora non è consentita
 Mettere a norma di accessibilità le fermate del tram
 adeguare gli impianti semaforici alle necessità derivanti
 completare i lavori di attrezzatura delle adiacenti zone “30”

La situazione ex ante

L’asse Tunisia – Ferdinando di Savoia, largo circa 25 metri costanti, può essere rappresentato in tre sezioni con caratteristiche diverse fra loro:
1. tratto di via F. Di Savoia, con larghi marciapiedi da 4,2 metri e una carreggiata unica di circa 14 metri e parcamento disordinato
2. Il tratto fra via Pisani e via Lazzaretto con ampi marciapiedi e sosta in linea; il tratto fra Pisani e Franchetti la via è a senso unico ed è prevista sosta blu a pettine
3. Il tratto fra Lazzaretto e Buenos Aires con carreggiata centrale tramviaria riservata (in segnaletica) e divieto di sosta da entrambe i lati, con marciapiedi leggermente più ristretti; le isole salvagente per le fermate del tram sono di larghezza e altezza non conformi agli standard attuali e sono privi dell’abbattimento barriere.

La situazione ex post

L’intervento realizza:
 due piste ciclabili di circa 800 metri cad, per un totale di mt. 1.600 – monodirezionali previo risagomatura della sezione; le piste sono protette e poste mediamente ad un piano intermedio fra marciapiede e carreggiata;
 riorganizzazione della sosta laddove preesistente; tale riorganizzazione sacrifica circa 60 posti prevalentemente “blu”; la riorganizzazione mira non solo a ricavare lo spazio per la pista ciclabile ma soprattutto a garantire i franchi di sicurezza visuale nelle intersezioni;
 “castellane” d’ingresso alle zone “30” che migliorano la sicurezza stradale e impongono il rispetto dei limiti di velocità
 Ridisegna le fermate del tram mettendole a norma di accessibilità
 Ripavimenta l’intera tratta stradale e riorganizza gli impianti semaforici.

La rete di ciclabilità

L’intervento si caratterizza per un tassello fondamentale di un sistema rete che, una volta completato (e non ci manca molto) consente di muoversi in sicurezza con i due pedali dalla Stazione di Porta Garibaldi e i quartieri circostanti (compreso Corso Como e l’area dell’Isola già ben innervata di percorsi) fino a Corso Buenos Aires e da lì verso Città Studi:
Rete ciclabile Milano

L’offerta innerva il quartiere di una rete sostanzialmente continua atta a proteggere la componente ciclistica della mobilità ed è il primo esempio realizzato a Milano. A seguito di questo intervento vi saranno, già finanziati, gli ulteriori interventi in via Cadamosto, piazza Lavater, via Paracelso, via Donatello fino a piazza Piola da un lato e dall’altro gli ulteriori interventi previsti lungo il viale della Liberazione (lato nord), il Parco Biblioteca degli Alberi e la zona residenziale di Corso Como-XXV Aprile a completare l’opera, per un tracciamento complessivo di quattro chilometri di percorso, che, sommato agli interventi secanti esistenti e previsti, supererà i 20 km di rete fra Città Studi, Porta Venezia e Garibaldi-Repubblica.

Riorganizzazione della sosta

Come già sopra citato il progetto sopprime circa 60 posti nei pressi del parcheggio sotterraneo della piscina Cozzi che ha ancora capienza per un numero assai superiore di posti auto liberi a rotazione. D’altra parte è sempre stato indirizzo amministrativo rimuovere sosta su strada a beneficio della mobilità lenta, ogni volta che si attiva un parcheggio sotterraneo, come in questo caso.
In aggiunta l’amministrazione prevede di inserire stalli di sosta per carico e scarico nelle vie laterali immediatamente vicine; al momento non ve ne sono né in esse né in viale Tunisia, sicché si tratterà di una offerta aggiuntiva a beneficio degli esercizi.

Preventivo

Il quadro economico somma € 957.669,56 di opere a cui si aggiungono le somme a disposizione a diverso titolo e l’IVA per un totale di € 1.620.000. Il computo metrico estimativo si fonda su prezzi estrapolati dal listino del Comune di Milano, costantemente aggiornato dalla struttura. Le opere edilizie relative alle sole piste ciclabili sommano meno di € 500.000 che, parametrate a metro lineare valgono circa € 313/m oltre IVA.

A ciò si aggiungono i costi di spostamento IP e sottoservizi, le opere di viabilità stradale e le fermate tram, la segnaletica, il rifacimento delle pavimentazioni, la riasfaltatura dell’intera via e gli oneri di sicurezza. Sono altresì previste rastrelliere e due counter del traffico ciclabile a scomparsa. I prezzi citati sono al lordo del ribasso d’asta conseguito.

Sicurezza

L’articolo parla di nonchalance nell’affrontare il tema della sicurezza. Si tratta di una affermazione priva di supporto a sostegno. Il progetto è stato redatto e verificato da tecnici esperti che da anni lavorano sulla città e applicano con scrupolo le regole. Fra l’altro, agendo su una riduzione della sezione di carreggiata, l’intervento induce – come noto – a moderazione della velocità da parte degli automobilisti. Il progetto fa parte, come già accennato, di un programma di sistemazione di diversi isolati adiacenti a zona “30” proprio nello spirito di una maggiore sicurezza. Infine si interverrà sugli attraversamenti pedonali, migliorandone i parametri di sicurezza, la visibilità e l’accessibilità. In aggiunta, attorno alla chiesa del Lazzaretto, sarà realizzata (con altro intervento) un’area pedonale.

D’altra parte la soluzione predisposta non si discosta di molto rispetto allo schema allegato dall’autore, con una differenza: l’autore immagina evidentemente di poter eliminare un senso di marcia veicolare in viale Tunisia. Con tutta la buona volontà, al momento mancano i presupposti.

Commenti

  1. gabriele ha detto:

    Parlando della ciclabile di viale Tunisia il Direttore del progetto Ciclabilità del Comune di Milano, Fabio Lopez Nunes scrive ” Riorganizzazione della sosta Come già sopra citato il progetto sopprime circa 60 posti nei pressi del parcheggio sotterraneo della piscina Cozzi che ha ancora capienza per un numero assai superiore di posti auto liberi a rotazione. D’altra parte è sempre stato indirizzo amministrativo rimuovere sosta su strada a beneficio della mobilità lenta, ogni volta che si attiva un parcheggio sotterraneo, come in questo caso. In aggiunta l’amministrazione prevede di inserire stalli di sosta per carico e scarico nelle vie laterali immediatamente vicine; al momento non ve ne sono né in esse né in viale Tunisia, sicché si tratterà di una offerta aggiuntiva a beneficio degli esercizi” il signor fabio Lopez Nunes ha idea che ci sono persone che non possono permettersi di pagare l’abbonamento al parcheggio di via manuzio che è il più caro della zona e forse neppure in quelli meno cari?? cosa dovrebbero fare ? vendere la macchina perchè il comune non garantisce spazi dove parcheggiare? ieri ho ho fatto un rapido conto guardando le macchine parcheggiate in viale tunisia…60 auto sono tutte le auto di un lato tra franchetti e zarotto…avete idea di cosa vuol dire per i residenti che non possono pagare un parcheggio a pagamento?? forse più che queste iniziative era il caso di mettere degli autovelox o delle cunette dato che ancora ieri una ragazzina è stata investita da una macchina davanti alla piscina cozzi….

  2. Maurizio ha detto:

    Visti i commenti,il problema è che siamo in Italia. Non si può fare alcun paragone con le civili città europee,siamo in Italia. Certe lobbies di viale Tunisia & c. non farebbero quelle loro affermazioni in Europa. Ma noi siamo (dopo secoli di litigi l’uno contro l’altro) ancora in Italia.Dove le auto servono per andare a prendersi un caffè o il giornale,sostando in seconda fila.Oppure accompagnare i marmocchi a scuola,perchè farli camminare è faticoso. O fare shopping,ancora in doppia fila,tanto chi se ne frega degli altri… Piantiamola con le scuse,i SE e i MA,in Italia tutto resta sempre come prima. Ma Milano non era una città europea?

  3. Marco ha detto:

    …Se dovete lasciarle piene di buche e topicchi… non fatele.
    La realtà è che a Milano (tutt’Italia credo) le piste ciclabili non sono viste come sede di una mobilità alternativa, ma solo come svago per il passeggio e … il cazzeggio.

  4. Pergu ha detto:

    L’alternativa è l’ascensore. (presente dal lato delle scale) Ma concordo con te che in ogni caso è assurdo

  5. Pergu ha detto:

    Secondo me la frase più sconcertante è questa: “Occorre qui misurarsi su un parco veicoli circolante ancora molto più vasto (doppio più o meno) rispetto a quello del capoluogo bavarese”.
    Finchè non si capirà che il parco veicoli è direttamente proporzionale a una città disegnata a misura di auto e finchè il sig.Lopez disegnerà le ciclabili basandosi sul parco macchine attuale non si raggiungerà mai l’obiettivo di ridurle!
    In ogni caso io sono contento… è triste ma piutost che nient le mej piutost.

  6. .mau. ha detto:

    beh, no: l’alternativa è passare da dietro, su via Fratelli Castiglioni (dove magari qualche pattuglia potrebbe passare ogni tanto a multare le auto che bloccano la carreggiata). Il guaio è quando si arriva in piazza Freud e ci si deve infilare in Sturzo/Ferrari.

  7. Andrea ha detto:

    Invece io continuo a non capire come mai sono tutti critici con questa pista ciclabile, sembra veramente che i ciclisti (di cui anche io faccio parte) non si accontentano mai, se fanno la pista ciclabile disegnata che costa poco, tutti a lamentarsi che è pericolosa, se fanno la pista ciclabile su sede propria, tutti a lamentarsi che costa tanto.

    Lo stesso commento di Simone Dini, prima ti dice che la ciclabile di viale Tunisia è insicura perché è troppo larga e le macchine vanno troppo veloce e poi dopo ti dice che le piste ciclabili vanno fatte sulle circonvalazioni e le radiali, che sono le strade più large e più scorrevoli di Milano.

    Poi quelli che scrivono che la pista è inutile perché tanto ci camminano sopra i pedoni beh, è come se un pedone vi dicesse che i marciapiedi sono inutili perché tanto ci vanno sopra le biciclette.

    Qui si rischia di passare da un sito di promozione della ciclabilità al bar dello sport.

  8. roberto ha detto:

    Ma perchè non costruire piste ciclabili utilizzabili anche dai pattinatori?essendo costruite ex novo non si potrebbe pensare di eliminare tutti i potenziali pericoli per i pattini?

    Nom solo 2 ruote …ma anche 8!!!

  9. Giovanni ha detto:

    Se ho capito bene la questione è: la via è una via normalissima ma usata in malo modo dalle auto, come in mezza Milano del resto. Dopo i lavori fatti per il tunnel di Garibaldi (criticatissimo) la via è diventata un nuovo anello concentrico alle circonvallazioni dal quartiere isola verso piazzale Susa. Per rendere la via percorribile dalle auto come sugli stradoni dimensionati e progettati, per non perdere i finanziamenti già ottenuti per il progetto si sta realizzando una ciclabile in sede protetta che toglierà i ciclisti dalla carreggiata consentendo alle auto di circolare più liberamente e ai ciclisti di pedalare più sicuri (ma più lenti).
    Sembra tutto ok, ma qui c’è dell’ideologia. Se le auto si appropriano di una via il problema si combatte agendo sulla causa (le auto stesse) e non facendo adattare tutte le altre categorie della strada alle esigenze delle auto. Sono già stupito che il comune di Milano abbia “comprato” il sig. Lopez dalla Provincia (chi abbia percorso le ciclabili della provincia di Milano come i 2 navigli sa come abbia lavorato la Provincia in questi anni, vedasi il tunnel allagato di Binasco). Che Maran & soci continuino ad usare ciclabili vere o false per regolare le auto, invece che limitarle come si dovrebbe, mi fa arrabbiare sempre più con questa giunta. Io che ero uno di quelli che andò alla “volata” arancione in bici per Pisapia.

  10. Luca ha detto:

    Verissimo: l’assenza di rampe ciclabili su uno dei lati della passerella su via Melchiorre Gioia la rende totalmente inutile per i ciclisti… Paradossalmente la situazione era migliore sei anni fa, quando almeno per andare dalla stazione Garibaldi a piazza Repubblica non c’era da percorrere il tunnel… Il percorso attualmente proposto a chi voglia evitarlo è assurdamente tortuoso e tedioso, come dimostra il fatto che il 90% degli sventurati ciclisti finisce per rischiare multe e integrità fisica tra le macchine che sfrecciano… Siamo proprio in Italia!

  11. Max ha detto:

    Mi associo alle critiche fin qui espresse.
    Se le ciclabili devono essere come quelle fatte finora….non fatele.
    Se pensate che il ciclista si diverta a fare più strada su e giù per collinette o zigzagando a velocità zero….non fatele.
    Se ritenete che una pista in pavè o piastrellata con scanalature nel senso di marcia sia desiderabile….non fatele.
    Se non verificate dove ciclisti e pedoni attraversano i bastioni in porta Venezia e non vi chiedete il perchè….non fatele.
    Se le normative sono stupide….non fatele.
    Se noi ciclisti dobbiamo essere occasione e complici involontari di operazioni poco chiare….non fatele.
    Se buttate i nostri soldi in un momento come questo….non fatele.

  12. Marco Ferrari ha detto:

    Gentile Lopez, la debolezza del progetto di viale Tunisia è che si costringono i ciclisti su un tobogan di 160cm di larghezza che a sua volta ha rubato spazio al marciapiede. Per gli 800 metri di lunghezza un ciclista veloce deve così essere obbligato a stare dietro ad un ciclista lento. Ma poi a loro volta i ciclisti si vedranno in conflitto con i pedoni, che in virtù del marciapiede ridotto invaderanno la ciclabile, e poi agli incroci in attesa del verde ecc. Naturalmente chi non viene penalizzato, ma ulteriormente avvantaggiato, sono le automobili, che potranno continuare a correre su viale Tunisia.
    Sul concetto di rete, l’itinerario proposto non è certo fra quelli prioritari per la ciclabilità di Milano. Quanti ciclisti percorrono quotidianamente Garibaldi-Piola? Quanti invece Corso Buenos Aires ad esempio? I ciclisti non sono masochisti, cercano sempre la via più breve e veloce, possibilmente sicura. Questi itinerari disegnati senza tenere conto delle reali esigenze di mobilità sono poi poco utilizzati, anche fossero comodi e sicuri.

  13. cauz. ha detto:

    basterebbe l’espressione “muoversi con i due pedali” per definire l’attitudine di questa gente…
    ad ogni modo, l’assurdità del vendere questo progetto come un passo in avanti in direzione ciclistica è ribadita proprio dallo schema presentato, in cui a fronte di un lineare asse viario, la “linea rossa del ciclista” è un continuo zig-zag che finisce per buttare su una via assolutamente inservibile come via morgagni, dove la cd. “ciclabile” è una pericolosissima riga di asfalto in mezzo a dei giardinetti, utilizzata a pieno diritto da bambini e carrozzine, con meno diritto da qualche bancarella, con nessun diritto da auto e furgoni che sostano al suo imbocco. peraltro la più classica delle vie “cieche” in cui il ciclista è nascosto alla vista delle auto in strada, costretto a sbucargli davanti ad ogni incrocio.

    dinnanzi ad un quadretto così gretto, credo che l’estensore della lettera potesse quanto meno risparmiarsi la ramanzina su sicurezza, primati e adeguatezza.
    contiuno a ritenere che dinnanzi ad una visione così limitata delle politiche milanesi sulla mobilità, sia ormai inutile forsi aspettative di alcun genere, e molto più sensato continuare semplicemente a pedalare.

  14. lgsp ha detto:

    Nella stessa zona è stato fatto anche un comodo ponte pedonale per passare sopra a via Melchiorre Gioia. Perchè lo stesso ponte non è stato fatto anche ciclabile?? E’ impratibile in bici a causa delle scale presenti su uno dei due lati del ponte. L’alternativa per il ciclista è passare in quella camera a gas che è il tunnel sotto la nuova zona di Gariibaldi, esperienza che non auguro a nessuno.
    Per il resto… le auti in sosta vietata anche nel rendering sono EPICHE! Testimonianza diretta di una mentalità distorta che in Italia purtroppo domina.

  15. Giovanni ha detto:

    Invito Lopez a visionare le “ciclabili” appena realizzate da questa amministrazione a Ovest di Milano:
    – Airolo Venegoni: inutilizzata
    – Via Beltrami: perchè forzare i ciclisti a suicidarsi in questa S ? Inutilizzata se non dalle auto, come qualunque dilettante avrebbe capito subito https://www.youtube.com/watch?v=PL5I0OB-iLY
    -Via Forze Armate: ridotta per la lamentele per 7-8 posti auto. http://www.ciclobby.it/cms/7-notizie/32-dietro-front-sulla-ciclabile-in-via-forze-armate

    PS: l’unica vera ciclabile qui a Ovest, quella di via Bisceglie, questa amministrazione l’ha fatta chiudere per un anno per poi dimezzarla per fare la terza corsia delle auto per entrare nel palazzo Vodafone.

    Il mio giudizio è che questo E’ LAVORARE COI PIEDI.

  16. Camillo ha detto:

    Quando si fanno le cose senza competenze in merito, forse sarebbe meglio evitare.
    Una ciclabile che distruggerà la bella caratteristica di Viale Tunisia – ovvero i comodi marciapiedi larghi per mantenere la carreggiata destinata al parcheggio abusivo. Sarà ancora uno spezzatino, come tutto il resto, costringendo i ciclisti a entrare e uscire nella carreggiata negli incroci, rendendo il tutto ancora più pericoloso.
    (da notare come, perfino nel rendering del comune di Milano, siano presenti le macchine ferme in divieto di sosta in Viale Tunisia)
    http://milanozona3.blogspot.it/

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