Lupi ci lascia un’Italia migliore

20 Marzo 2015

Alla fine è successo e Maurizio Lupi ha dato le dimissioni.

Ho seguito tutta la vicenda delle intercettazioni su Perotta e Incalza con una certa morbosa trepidazione. Non perché ritenessi particolarmente rilevante la questione delle spintarelle al figlio o la vicenda dell’abito sartoriale regalato all’ex Ministro, ma per quello che il signor Lupi ha fatto per i trasporti di questo paese nei quasi due anni di presenza al dicastero di Porta Pia: nulla.

L’inconsistenza di Lupi in quanto Ministro dei Trasporti fu palesata in più occasioni, ma ai miei occhi sciolse ogni dubbio quando si pronunciò sulla vicenda del controsenso ciclabile stroncando una proposta sacrosanta in vigore in tutti i paesi che amano dirsi civilizzati. Le intercettazioni in cui Lupi chiedeva lumi a Incalza sul cosa-si-stesse-costruendo-dove senza avere la minima idea della materia che trattava sono state solo la prova provata della sua competenza.
lupi ciclabile

Se Lupi è stato un pessimo Ministro dei Trasporti, bisogna però riconoscergli di essere stato un magnifico Ministro per le Infrastrutture, continuando ad alimentare, nel corso del proprio periodo di permanenza al governo, quell’enorme voracità di territorio che sta consumando la nostra meravigliosa penisola.

Lupi è uno strenuo difensore della TAV in Val di Susa, sostenitore dell’inutilissima autostrada Orte-Mestre che definì “un’opera strategica perché si aggancerà al corridoio europeo Baltico-Adriatico” e lo scorso 23 Luglio, in occasione dell’inaugurazione dell’A35 (dopo che la gara per l’aggiudicazione delle aree di servizio andò deserta perché nessuna compagnia petrolifera giudicò profittevole l’investimento) ebbe il coraggio di dire che la “BreBeMi è una grande opera per la Lombardia ma, anche, un segnale importante di successo per tutto il Paese, per gli ostacoli, i limiti e le difficoltà superati in 18 anni di autorizzazioni, di burocrazia e di lavori.”. Mica male per un’autostrada che rasenta gli 11 mila passaggi al giorno a fronte degli 80 mila previsti.

Per quanto l’uscita di scena dell’ennesimo losco figuro in quota a Comunione e Liberazione (ma sempre loro?!?) mi crei del profondo dispiacere per l’evidente malaffare che sta dietro alla gestione della nostra bellissima Italia, il mare di sozzume emerso in questi giorni non può che infondermi un grande senso di speranza, esattamente come quando, svuotando il sacchetto pieno dell’aspirapolvere, vuoi illuderti che casa tua sia un po’ più pulita.

Non sono tanto ingenuo da credere che la gestione malavitosa delle opere pubbliche sia terminata qui, ma voglio per lo meno sperare che sia un fenomeno recessivo che scomparirà presto a seguito dello sguardo attento e vigile dei cittadini. Personalmente non posso che augurarmi che i successori di Lupi e di Incalza siano delle persone degne e con un alto senso dello Stato e che capiscano che le risorse a disposizione del Ministero dei Trasporti debbano essere utilizzate non più per muovere denari verso gli amici del grigio burocrate di turno, ma laddove ce n’è davvero bisogno, ovvero verso quei milioni di pendolari che ogni giorno viaggiano inscatolati in treni impresentabili, verso chi sceglie forme di mobilità che richiedono la valorizzazione e non il consumo del territorio.

Non sono tanto idealista da pretendere la fine della corruzione nella gestione delle opere pubbliche, ma lo sono abbastanza da desiderare che per lo meno le opere che vengono realizzate (finanche con qualche strano margine da parte delle società appaltatrici) abbiano un qualche beneficio per i cittadini. Sarebbe già un grande risultato.

Nel frattempo, ciao Lupi, ti porgo i miei saluti e ti ringrazio perché andando via tu e gli amici tuoi, probabilmente ci lasci un’Italia migliore di come l’hai trovata.

Ciao Lupi

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