Perché le bici elettriche tardano a diffondersi in Italia, rispetto agli altri paesi europei? Quali sono gli ostacoli da rimuovere? Scrivetelo nei commenti e aiutateci a preparare una serie di articoli su questi temi, che pubblicheremo nelle prossime settimane!
Il numero di bici elettriche in Italia sta lentamente crescendo. Troppo lentamente. Nel 2015 si sono vendute in Italia circa 56mila bici elettriche a pedalata assistita. Si tratta di una cifra molto bassa, se pensiamo che nello stesso anno in Olanda, paese che ha soli 16 milioni di abitanti, si sono vendute 276mila bici elettriche; o se pensiamo che in Germania se ne sono vendute 535mila.
Questo ritardo dell’Italia ad accogliere le bici elettriche secondo noi è un problema. È un problema perché le bici elettriche possono giocare un ruolo fondamentale nel ridurre il numero di automobili sulle strade, trasformandole in luoghi di aggregazione sociale. La pedalata assistita può far andare in bici anche persone che non lo farebbero mai, per i motivi più disparati: perché dovrebbero fare troppe salite; perché sono in là con gli anni; perché non possono arrivare al lavoro sudati; perché hanno carichi pesanti da trasportare; perché sono convinti (magari anche erroneamente) che non ce la farebbero… Tutti problemi che con una bici elettrica si risolvono.
Alcuni criticano le bici elettriche, giudicandole inquinanti e quindi non ecologiche. È sicuramente vero che una bici elettrica è più inquinante di una bicicletta normale, e bisogna fare molta attenzione a smaltire correttamente le batterie; tuttavia, siamo convinti che una bici elettrica in più voglia dire quasi sempre un’automobile in meno. La bici elettrica va a sostituirsi soprattutto alle automobili o ai motorini, non alle biciclette normali. E una bici elettrica è comunque infinitamente meno inquinante di un’automobile.
E allora, se le bici elettriche tardano a diffondersi da noi, è la stessa rivoluzione ciclabile – per la quale noi di Bikeitalia lavoriamo – a tardare.
Naturalmente la diffusione delle bici elettriche incontra gli stessi problemi che devono affrontare le bici “normali”: scarsa attenzione da parte della politica (se non prima, sicuramente dopo le elezioni); mancanza di infrastrutture; mancanza generale di ordine e rispetto degli altri nelle nostre strade (di cui soffrono non solo ciclisti, ma anche pedoni e persone a ridotta mobilità).
Tuttavia, alcuni ostacoli alla diffusione delle bici elettriche sono propri di questi mezzi, e aggravano la situazione: si tratta soprattutto, a nostro parere, di problemi relativi all’informazione e alla comunicazione su cosa le bici elettriche sono, e a cosa servono; scontiamo anche un ritardo legislativo riguardo alle cosiddette “speed-ebike” (bici elettriche veloci con velocità fino a 45 km/h, da noi ancora illegali).
Con questo articolo inauguriamo una serie di approfondimenti su queste questioni, con la quale vorremmo contribuire a creare un dibattito in modo da trovare la soluzione a questi problemi e facilitare la diffusione delle bici elettriche in Italia. Nelle prossime settimane pubblicheremo diversi articoli incentrati su alcuni di questi problemi.
Prima di iniziare questi approfondimenti però vorremmo ascoltare voi: commentate qui sotto o sulla nostra pagina facebook, e fateci sapere a cosa è dovuto secondo voi il ritardo nella diffusione delle bici elettriche in Itlaia, e cosa è necessario fare per porvi rimedio!
Da rivenditore e centro assistenza vedo molte persone che ancora oggi non hanno la minima idea di come funzioni una EPAC e dunque non conoscono le sue potenzialità…molti sono ancora convinti che siano degli scooter su un telaio da bici (la classica domanda è “dov’è l’acceleratore?”). Dunque, la prima cosa secondo me, è ancora una generale “ignoranza” sul funzionamento stesso delle e-bike. La seconda è che l’italiano medio non ha ancora assimilato che il valore di una e-bike è dato dalla sommatoria valore “kit elettrico” + valore ciclistica della bici. Se poi questa persona non ha una minima idea del costo della sola parte meccanica (magari perchè è abituata ai prezzi delle bici da supermercato) questo spesso porta a dire o pensare “costa come (o più) di uno scooter”. Infine, giusto per non dilungarmi troppo, il potere d’acquisto medio in Italia e la tassazione sono “leggermente” diverse da quelle degli stati leader nella classifica. Speriamo che la “Carta di Arese” porti qualche agevolazione (basterebbe l’iva) anche a chi vuole acquistare una e-bike.
Penso che dipenda anche dall’ enorme sviluppo del mercato italiano dei motocicli. Come abbiamo il record mondiale delle auto, abbiamo il record mondiale di moto e scooter. Molti italiani, per evitare i vincoli dell’auto nel traffico si orientano sullo scooter invece della bici, pensando che sia più veloce e sicuro.