Turchia, 28 città invase da migliaia di donne in bicicletta
A poco più di due mesi dal tentativo di colpo di stato che lo scorso 15 luglio ha fatto scattare lo stato di emergenza in tutto il paese, la Turchia riscopre la propria voglia di normalità e lo fa attraverso decine di migliaia di donne che ieri hanno invaso le strade di 28 città.
Da Istanbul ad Ankara, passando per Izmir, Bursa, Antalya e Adana, la quarta edizione del Süslü Kadınlar Bisiklet Turu (pedalata delle donne in ghingheri ndr) ha dato voce alle donne anatoliche e al loro desiderio di vivere la città e la propria femminilità in un modo differente.
Epicentro dell’iniziativa è stata la città di Izmir dove tutto cominciò quattro anni fa. Qui sono state 5.000 le donne in bicicletta che hanno preso possesso del centro cittadino tra i sorrisi e i saluti della popolazione locale. Al termine della manifestazione, le donne smirniote si sono disposte a cuore a Cumhurriyet Meydani, una delle piazze centrali della città.
Particolare attenzione ha destato l’edizione cipriota che è riuscita ad arrivare laddove la politica nulla ha potuto: le donne del sud (di lingua greca) hanno raggiunto le donne del nord dell’isola (di lingua turca) per pedalare assieme all’insegna di una sorellanza che sembrava perduta dal 1974.
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Il Süslü Kadınlar Bisiklet Turu è un evento organizzato in modo spontaneo e indipendente da associazioni, aziende o enti pubblici. L’ideatrice, Sema Gür, ha dichiarato a Bikeitalia.it: “Eravamo molto preoccupate oggi. Per la Turchia è un periodo di grande tensione e non sapevamo davvero cosa aspettarci. Rinchiudersi in casa però non può essere una soluzione ed è per questo che non abbiamo voluto rinunciare.”.
“Con questo evento abbiamo voluto dimostrare che basta creare le condizioni per farlo e le persone scelgono la bicicletta. Da quattro anni a questa parte celebriamo il carfree day in questo modo: vogliamo che le donne capiscano che è più facile sentirsi belle e femminili fuori da un’automobile, piuttosto che dentro di essa.” ha dichiarato Pınar Pinzuti, coordinatrice delle 28 città.
Alle varie manifestazioni si è assistito a un mix di stili differenti, con donne che indossavano il velo e altre che, invece, mostravano orgogliosamente le proprie gambe tornite da km in bicicletta, a dimostrazione ulteriore che la Turchia è e sarà sempre il punto di incontro di culture tra loro differenti e per cui uno spiraglio di dialogo è sempre possibile.
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